mercoledì 27 ottobre 2010

Fuga per la vittoria

Fuga per la vittoria (Escape to victory, 1981) Regia di John Huston Scritto da Evan Jones, Jeff Maguire, Djordjie Milicevic, Yabo Yablonsky Fotografia: Gerry Fisher Musica originale: Bill Conti Con Michael Caine, Max von Sydow, Pelé, Bobby Moore, Sylvester Stallone, Osvaldo Ardiles, Kazimierz Deyna, Paul Van Himst Durata: 116’

Siamo di fronte ad uno dei film più brutti mai girati nella storia del cinema. Purtroppo, è firmato da uno dei registi più grandi: John Huston. Il mio amore per John Huston, l’autore di “Il tesoro della Sierra Madre”, di “Moby Dick,” e di infiniti altri capolavori, è senza limiti né confini; ma questo film è uno dei punti più bassi nella storia del cinema. La ragione di tutto ciò non è difficile da immaginare: puro “cinema alimentare”, come dicono gli addetti ai lavori. E Huston, sempre alla ricerca di finanziamenti per i film a cui teneva davvero, non si tirava certo indietro se c’era da prendere qualche soldo senza fare molta fatica; tanto più che in questo caso la compagnia era ottima, e questo soggetto non è poi una delle peggiori cose da fare.
Lo specialista in “comparsate alimentari” era Orson Welles, come è risaputo. Se guardate un film qualsiasi degli anni ’60, anche italiano, anche sgangherato, è facilissimo trovare Orson Welles che fa una particina (ovviamente ben pagata). Huston era più parco, ci stava attento, soprattutto come attore ha recitato poco ma in ottime parti (Chinatown, Corvo Rosso); ma le sue comparsate le ha pur fatte.
E comunque lo perdono volentieri, “Fuga per la vittoria” ha comunque qualche momento discreto; non è poi proprio da buttar via, e il mio giudizio così drastico è dovuto più che altro al fastidio di vedere la firma del vecchio pirata messa sotto un film dozzinale, e ovviamente evidenziata dai venditori che vorrebbero rifilarvi questo brodino per un capolavoro.
Dubito che Huston, da buon americano, si sia mai interessato al gioco del calcio. E’ vero che viveva in Europa, per la precisione in Irlanda, dove pur si gioca del buon football, ma insomma. E comunque è di una partita di calcio che si parla: bisognava far fare un film a Pelè, e ad altri famosi calciatori, bisognava fare un polpettone con attori di grido, e così è stato.
Per fare questo, e per nobilitare un po’ la cosa, si è ambientata la partita in un lager nazista: la storia è vera, ma fu ovviamente romanzata (suppongo che l’autore dell’idea originale sia rimasto profondamente deluso dal risultato finale); e, ovviamente, il lager non è Auschwitz (da dove un nero come Pelè non sarebbe mai uscito vivo) ma un più accettabile campo di prigionia per militari. L’operazione ci può stare, ma così facendo si dà l’idea che i lager nazisti fossero un posto come tanti, e il rischio è di accreditare le favole dei negazionisti: gli storici seri, e tutte le testimonianze in tal senso, raccontano sì di campi dove si faceva musica e dove si facevano incontri di boxe, ma erano tenuti in piedi per pura propaganda, e la loro unica nota positiva è che alcuni dei prigionieri hanno trovato di che sopravvivere in quei campi. Ma i lager nazisti erano posti di sterminio: se si mandavano al rogo europei di pelle chiara, è evidente che un nero come Pelè sarebbe stato eliminato in mezz’ora. La documentazione è vastissima e non sto qui a dilungarmi anche se, purtroppo, viviamo tempi brutti e di spiegare bene cosa è successo ci sarebbe un gran bisogno. Ma siamo nel 1981, trent’anni fa: John Huston e i suoi collaboratori potevano ancora permettersi queste licenze, dato che una rinascita del nazismo e del fascismo sembrava impossibile; invece nel 2010 siamo qui a fare questi ragionamenti, e sapendo come la pensava Huston sono sicuro che se potesse tornare indietro e cancellare un suo film, oggi cancellerebbe “Fuga per la vittoria”.
Gli attori sono tanti, e di gran nome: Michael Caine e Max von Sydow su tutti, più uno spaesatissimo Sylvester Stallone messo a fare il portiere per non saper cosa fargli fare, proprio come capita all’oratorio a quelli più scarsi. C’è anche una bella infornata di calciatori veri, alcuni già pensionati altri ancora in attività quando fu girato il film: oltre a Pelè, Bobby Moore, che vinse il mondiale 1966 con l’Inghilterra; il polacco Deyna e l’argentino Ardiles, grandi registi di centrocampo, e l’attaccante belga Van Himst sono quelli più facili da ricordare.
Spero che Huston ci abbia ricavato un bel po’ di soldi, se li meritava. Dopo la prima visione, tanti anni fa, mi sono sempre rifiutato di rivedere “Fuga per la vittoria”; lo stesso trattamento riservo anche a “L’onore dei Prizzi”, che però ho trovato inguardabile solo per via dell’accento falso-siculo stile “broccolino” del doppiaggio italiano. (Magari mi procurerò l’originale, visto che oggi con il dvd si può fare...)
(Nella foto qui sotto, una pausa sul set di "Gli inesorabili", anno 1960: con John Huston c'è Audrey Hepburn).

2 commenti:

Gegio ha detto...

Non sapevo della regia di Houston, ma i retroscena per scriverlo sono perlomeno curiosi. Proprio qualche minuto fa leggevo questa news: http://www.cineblog.it/post/23245/a-film-unfinished-il-trailer-e-la-locandina?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+cineblog%2Fit+%28cineblog%29

Giuliano ha detto...

Ciao Gegio! Ti dirò, film come questo mi rendono sempre più simpatico John Huston: e ne ha fatti tanti, pensa magari al "filmone" sulla Bibbia, dove interpreta Noè di persona!
Huston mi è diventato simpatico tanti anni fa, quando un amico mi prestò la sua autobiografia: che non è sempre attendibile né finissima, ma è di certo un bel libro di avventure.
Se hai visto "Cacciatore bianco cuore nero" di Eastwood, penso che sia un magnifico ritratto di Huston ed è un peccato che persone così non ce ne siano più. Secondo me, sono stati i "grandi matti" a fare grande il cinema: e oggi i produttori li tagliano tutti fuori, un peccato gravissimo.
(adesso vado a vedere il link)