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INTERPRETI E PERSONAGGI: Giulietta Masina (Giulietta Boldrini), Mario Pisu (Giorgio, suo marito), Sandra Milo (Susy, Iris, Fanny), Milena Vukotic (domestica di Giulietta e la Santa), Elisabetta Gray (altra domestica di Giulietta), Valentina Cortese (Valentina), Caterina Boratto (madre di Giulietta), Lou Gilbert (nonno di Giulietta), Alba Cancellieri (Giulietta bambina), Fredrich Lebedur (il preside e il santone), Sylva Koscina (Sylva, sorella minore di Giulietta), Luisa della Noce (Adele, sorella maggiore di Giulietta), Mario Conocchia (l'avvocato di famiglia), Cesarino Miceli Picardi (amico di Giorgio), Felice Fulchignoni (Dr. Raffaele), Lia Pistis (amica della spiaggia), José de Villalonga (José, lo spagnolo romantico), Valeska Gert (Bhishma, la veggente), Walter Harrison, Asoka e Sujata Rubener (assistenti di Bhishma), Bill Edwards (visitatore di Bhishma), Elena Cumani (visitatrice di Bhishma), Silvana Jachino (Dolores, la scultrice), Anne Francine (la psicanalista), Elena Fondra (Elena), Genius (Genius, il medium effeminato), Alberto Plebani (“Occhio di lince", e il detective del sogno), Federico Valli, Grillo Rufino e Remo Risaliti (investigatori dell'agenzia "Occhio di lince"), Dany Paris (ragazza nella stanza, da Susy), Yvonne Casadei, Dina De Santis e Hildegard Golez (cameriere della corte di Susy), Jacqueline Gerard (ancella di Susy), Fred Williams (principe arabo), Gianni Bertoncin (il barbuto), Giorgio Ardisson, Nadir Moretti, Alba Rosa e Bob Edwards (modelli della scultrice Dolores), Alberto Cevenini (inserviente sacerdotessa), Seyna Seyn (massaggiatrice), Anita Sanders, la mulatta Wanani e Jacques Herlin (ospiti alla grande festa di Susy), Robert Walders (il finto cadavere barbuto), Guido Alberti e Mino Doro (giocatori in casa di Susy), Raffaele Guida (amante orientale di Susy), Alicia Brandet (ballerina in TV), Mary Arden (attrice in TV), Sabrina Gigli e Rossella Di Sepio (le nipotine di Giulietta), Irina Alexeieva (la nonna di Susy), Alessandra Mannoukine (la madre di Susy), Gilberto Galvan (autista di Susy), Edoardo Torricella (insegnante di russo), Maria Tedeschi (in visita dalla psicanalista), Massimo Sarchielli (amante di Valentina).
Quando, a un’ora esatta dall’inizio, Giulietta entra nella casa della vicina, è come se facesse un salto all’indietro nel tempo: la musica è il Charleston, gli arredi sono liberty, un salto indietro agli anni ‘20 o forse ancora prima. Viene in mente il Giardino incantato, il Giardino di mezzanotte, Alice nel paese delle meraviglie (citata direttamente nel finale, con la porticina da cui deve passare Giulietta). Viene in mente, ancora, Stanley Kubrick: il finale di “Shining” con il dettaglio sull’antica fotografia.
Questo del Tempo e del suo passare (o del suo apparente restare fermo) è un altro dei temi importanti, anche se non evidentissimo, nel cinema di Fellini; e introduce un altro parallelo possibile, quello con Lewis Carroll e con “Alice”. E’ del resto una citazione diretta dell’Alice di Carroll a permettere e a incoraggiare questo parallelo: la porticina da cui Giulietta, nel finale, raggiunge se stessa bambina, sfuggendo a una temibile Regina di Cuori (sua madre). Se cercate le immagini originali del libro di Carroll, la porticina è identica.
Lewis Carroll ha dedicato un altro libro al Tempo, ed è “Sylvie and Bruno”: dove un giardiniere apre un cancello fatato che dà accesso a un altro mondo, e dove si discute dell’esistenza delle Fate. Per restare ad Alice, è il Cappellaio Matto che litiga con il Tempo; e il Tempo si vendica obbligandolo a rimanere fermo sull’ora del tè, le cinque del pomeriggio.
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Con la Masina sotto l’ombrellone (anzi, una tenda!) ci sono altri personaggi, tutti secondari ma non trascurabili. Mi soffermo sul dottore napoletano, vestito di scuro e con gli occhiali neri, che per me risulta piuttosto disturbante: anche se fa discorsi rassicuranti e accattivanti e ha un tono familiare e cordiale lo definirei un ipnotizzatore, forse un mago vero ben cammuffato in mezzo a tanti sedicenti veggenti e profeti. Ma questa è solo una mia suggestione, niente autorizza a pensarlo tranne quegli occhiali neri, del resto ben giustificati in riva al mare.
Sta di fatto che questi discorsi provocano sonno a Giulietta, che si addormenta e ha una visione: un uomo corpulento in accappatoio rosso, con il cappello in testa, che tira una fune proveniente dal mare. Ma la fune è per lei, per Giulietta: è lei che deve tirare fuori quel che c’è nel profondo.
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E poi armi, scimitarre, cavalli morti alla deriva. Giulietta chiede aiuto sottovoce ma non può muoversi; e infine si sveglia dal sogno.
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Immagini egizie le ritroveremo anche più avanti, con le due sfingi a guardia della villa di Sandra Milo; e con l’inquietante statua della donna-rapace che accompagna l’uscita di Giulietta da quella stessa villa. E, se si va a vedere, i colori della regina Nefertiti e di altre pitture egizie sono molto simili a quelli che vediamo nelle decorazioni liberty della villa e nelle acconciature.
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La scena successiva è quella della visita alla misteriosa veggente (uomo o donna?), dove Giulietta viene trascinata da Valentina. Una scena grottesca e divertita, a tratti molto imbarazzante (almeno dal mio punto di vista, ognuno la vede a modo suo). La sequenza comincia con uno sbaglio: Giulietta finisce per errore nella sala dove si sta festeggiando un matrimonio, ma non uno qualsiasi: gente ricchissima, e perfino un cardinale.
Nel 1965 la grande infatuazione per l’India (oggi passata e dimenticata: anche in India trionfano la cocacola, l’heavy metal, la playstation e gli hamburgers) non era ancora arrivata del tutto, stava appena iniziando e Fellini ne prende nota. Questi riti finto-indiani e simil-zen sono ridicoli ma anche serissimi; tendono però più allo spiritismo che all’induismo. E lo spiritismo evoca più che altro atmosfere ottocentesche, liberty e anni ’30.
Il nome Bhishma appartiene a un personaggio meraviglioso del “Mahabharata”, il grande poema epico indiano: perciò dispiace che Fellini l’abbia usato per questa caricatura di mago “à la Blavatsky”. Però è pur vero che maghi e santoni da quattro soldi usano fare queste cose spiacevoli, prendere nomi importanti (anche di Santi cattolici, Padre Pio e Sant’Antonio su tutti) e farne un uso che definire improprio è davvero troppo poco. Come tutti i maghi e i veggenti in contatto con l’aldilà, anche questo veggente dice poco o niente, lasciando tutto nel vago: però fa una certa impressione, non si capisce che cosa ha detto però chissà cosa ha detto. Su internet ci sono molte trscrizioni di questi messaggi dall’aldilà : il più famoso è quello di Nostradamus, e ci sono scrittori e trasmissioni tv che hanno avuto gran successo parlando di queste cose. Se volete leggerle e riuscite a ricavarci qualcosa, buona fortuna.
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Anche i rimandi nei costumi sembrano piuttosto vaghi: India, Thailandia, Tibet, Bali?
Molto suggestive le sequenze di Giulietta accanto al grande ventilatore, ma me ne sfugge il significato: sicuramente un riferimento all’aria (i quattro elementi?). Giulietta è seduta fra pizzi bianchi e colore rosso, qualcosa a metà fra un altare e la prima classe dei treni.
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Al ritorno a casa, in macchina, Giulietta guida e racconta alle amiche la storia del nonno che fuggì con una ballerina: ma le amiche si addormentano, sembrano poco interessate. Si sa, capita: è questo l’effetto che facciamo anche noi quando ci mettiamo a raccontare i nostri sogni e le nostre memorie. Non si possono condividere sogni e memorie con gli altri...
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2 commenti:
Dei post ricchi di citazioni colte (sempre molto gradite), questi che hai dedicato a "Giulietta degli spiriti". A quanto pare scriverai altre righe interessanti su questo film così suggestivo.
Mi ci sono divertito parecchio, non prendere proprio tutto sul serio! Ho messo qui tutti i pensieri e le assonanze che mi sono venute in mente, e ci sono ancora due puntate.
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