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INTERPRETI E PERSONAGGI: Freddie Jones (il giornalista Orlando, doppiato da Ferruccio Amendola). I cantanti: Barbara Jefford (Ildebranda Cuffari, voce del soprano Mara Zampieri), Elisa Mainardi (Teresa Valegnani, voce del mezzosoprano Nucci Condò), Linda Polan (Ines Ruffo Saltini, voce del soprano Elisabeth Norberg-Schulz), Victor Poletti (Aureliano Fuciletto, voce del tenore Giovanni Bavaglio), Fred Williams (Sebastiano Lepori, voce del tenore Carlo Di Giacomo), Maurice Barrier (Ziloev, voce del basso Boris Carmeli), e Janet Suzman (Edmea Tetua, nei filmati proiettati). I musicisti: Paolo Paoloni (ll maestro Albertini), Umberto Zuanelli (Maestro Rubetti 1),Vittorio Zarfati (Maestro Rubetti 2). I nobili austroungarici: Fiorenzo Serra (ll Granduca di Harzock), Pina Bausch (La Principessa Lherimia), Philip Locke (Primo Ministro), Colin Higgins (Capo della Polizia). Gli altri viaggiatori: Peter Cellier (Sir Reginald Dongby), Norma West (Lady Violet Dongby), Sarah Jane Varley (Dorotea), Roberto Caporali e Franca Maresa (genitori di Dorotea) Pasquale Zito (Il Conte di Bassano, fan di Edmea Tetua), Jonathan Cecil (il comico Ricotin), Elizabeth Kaza (Produttrice), Ugo Fangareggi (capocameriere), Claudio Ciocca, Antonio Vezza (il capitano), Alessandro Partexano (ufficiale di bordo), Franco Angrisano (un cuoco), Francesco Maselli (guardiano del rinoceronte), Domenica Pertica (il pastore), Christian Fremont, Marielle Duvelle, Helen Stirling, Ginestra Spinola (cugina di Edmea), Regina Nemni (chiromante). Le voci vere dei cantanti: Mara Zampieri (lldebranda Cuffari), Elisabeth Norberg-Schulz (Ines Ruffo Saltini e Primo Soprano Serbo), Nucci Condò (Teresa Valegnani), Giovanni Bavaglio (Aureliano Fuciletto), Carlo Di Giacomo (Sabatino Lepori), Boris Carmeli (Ziloev), Bernadette Lucarini (Secondo Soprano Serbo), Bruno Beccaria (Tenore serbo).
«Trovarmi bloccato dietro un tavolo alle due del pomeriggio, d'agosto, con tre o quattro microfoni sotto al naso, per spiegare perché nel mio film c'è un rinoceronte, non è proprio la situazione che preferisco. Provo un disagio quasi invincibile a chiacchierare di quello che ho fatto. Ho la sconfortante sensazione di dovermi difendere, adesso o mai più, imbellettando il film, incipriandolo a parole, inventando giustificazioni, nel disperato tentativo di conferirgli profondità di pensiero, originalità figurative; prendo tutto troppo sul serio, non riesco ad avere distacco, non sono spiritoso, insomma, sto male. Qualche volta ho cercato di evitare la conferenza stampa, ma il mio gesto è apparso arrogante, sgarbato, anche qualche amico si è risentito, invece era solo timidezza, senso delle proporzioni, desiderio di non annoiare. Se dico che nel mio film c'è un rinoceronte perché studiosi di cose di mare mi hanno assicurato che nel 1914 tutte le navi avevano l'obbligo di imbarcarne uno nella stiva, gli amici della stampa pensano, e giustamente, che tento di fare, con scarso successo, lo spiritoso; se invece dico che nel ventre della nave cioè nel profondo si annida l'Es, cioè la nostra parte inconscia animale che vivendo al di fuori del tempo e dello spazio sostiene purtuttavia la nostra esistenza, obbligandoci necessariamente e provvidenzialmente a convivere con lei, mi accorgo che qualcuno è più contento di una risposta così, ma io mi sento un po' ridicolo...
Mi piacerebbe una conferenza stampa silenziosa; ci si guarda, ci si sorride, ci si fa dei salutini, ci si scambia anche dei doni ma sempre senza dire una parola e poi ognuno se ne va per i fatti suoi.(...)»
Federico Fellini, da “Intervista sul cinema”, a cura di Tullio Kezich (ed. Laterza 1983)Siamo a circa un’ora dall’inizio: i cantanti provano un brano che devono eseguire insieme: si tratta di Rossini, la “Petite Messe Solennelle”, e i brani (dalla Messa cattolica in latino) sono “O Salutaris Hostia” e “Domine Deus”. Intanto, gli egiziani (cioè il facoltoso amante egiziano di Edmea Tetua, e il suo seguito) pregano sul ponte della nave rivolti verso la Mecca; e il giornalista prova a fare delle piccole avances all’incantevole Dorothea.
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Sul significato del rinoceronte, per ora, faccio come Fellini nelle interviste: sorvolo. Ma evidentemente il rinoceronte (così grande che sembra un triceratops) non è qui per caso; l’unica cosa che posso dire a questo punto è che si tratta di una bestia quieta e affettuosa, fors’anche utile.
Posso mettere qui sotto qualcosa che può essere (forse) il punto di partenza per questa inattesa apparizione (bestie così sono rare, di solito in questi casi si usano gli Elefanti), e cioè il settecentesco rinoceronte del veneziano Pietro Longhi.
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Una bambina che non c’era in precedenza, non era imbarcata sulla nave; ma la vediamo apparire ora, improvvisa ma silenziosa, accompagnata dai genitori e da altre oscure presenze.
Non invitati, da soli, giungono infatti altri Personaggi: cioè la vita vera, la fame, la sporcizia, la migrazione, gli zingari nomadi, come in Pirandello con le prostitute innominabili, la Figlia che è nel bordello dei “Sei personaggi in cerca d’autore”, la parte di noi stessi è indecente o che è caduta in disgrazia. Niente a che vedere con i giochini erotici e lo spiritismo dei benestanti della prima classe...
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2 commenti:
Certo che Fellini di inconscio se ne intendeva e tanto! L'unico modo per farlo parlare è infatti lasciare libero corso alle immagini e non affrettarsi a razionalizzarle e a "ridurle" a nostro uso e consumo.
Godiamocele così ed immaginiamo anche che sapore possa avere "il latte del rinoceronte"...
Il rinoceronte (anzi, la signora Rinoceronte) è clamorosamente bello, un'invenzione fantastica: è per questo che metto sempre, per i film di Fellini, tutto l'elenco dei collaboratori. Sono nomi che si dimenticano subito, ma che meraviglie!
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