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Interpreti: la troupe: Federico Fellini, Maya Morin, Lina Alberti, Alvaro Vitali, Gasparino; Anita Ekberg; Tristan Rémy; al circo Orfei: Liana, Rinaldo e Nando Orfei, Franco Migliorini (il domatore); i clowns francesi: Alex, Bario, Père Loriot (Georges Bazot), Ludo, Maiss, Nino; Pierre Etaix, Victor Fratellini, Annie Fratellini, Jean Baptiste Thierrèe, Victoria Chaplin, Charlie Rivel, , Buglione, Jan Houcke, Pipo e Rhum; i clowns italiani: Billi, Scotti, Fanfulla, Reder, Valentini, Merli, Rizzo, Pistoni, Furia, Sbarra, Carini, Terzo, Vingelli, Fumagalli, Zerbinati, i quattro Colombaioni, i Martana, Maggio, Janigro, Maunsell, Peverello, Sorrentino, Valdemaro, Bevilacqua. Durata: 93'.
- Signor Fellini, quale è il messaggio che lei vuole dare con questo film? – chiede l’intervistatore, ai bordi della pista.
- Beh, il messaggio che vorrei dare... – comincia Fellini, ma subito un secchio capovolto gli finisce in testa. Al che il giornalista vorrebbe aggiungere qualcosa, ma subito un altro secchio uguale arriva anche per lui.
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Prosegue lo speaker: «... faceva ridere i bambini e piangere i propri figli...» e ne descrive la malattia e la morte, sopraggiunta « con la fuoriuscita dell’anima dall’orecchio destro».
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Lo spettacolo – pardon, la cerimonia – continua: come nella vita, ognuno continua con le sue gags e le sue scenette, si compiange il morto ma si vive, si lavora, si beve, si mangia. E poi il carro funebre si apre e spunta una enorme bottiglia di spumante, il tappo parte; il clown è vivo, e comincia la festa. Poi, d’improvviso, cade il silenzio. La festa è finita, e anche le riprese.
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- Mi è piaciuto molto.
La voce di Fellini dice: “Potete spegnere, è finito”.
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- Sì. Stai meglio, ora?
- Sì, sì. Lo sa, signor Fellini? Una volta facevo un numero con un mio compagno che si chiamava Frufru. Si faceva finta che lui era morto. Io entravo in pista e dicevo: “Indove è Frufru?” “Ma non lo sai? – diceva il direttore – E’ morto. “ “Ma come, morto: - dicevo io – mi doveva ancora restituire le dieci candele e le salsicce che gli ho prestato l’anno scorso!” “Ebbene, è morto “, mi diceva il direttore. “Dove posso trovarlo?” dico io. “Ma cretino, se ti dico che è morto!” Allora io, che non mi davo per vinto, mi mettevo a chiamarlo: “Frufru, Frufru!” Niente, non rispondeva. “Che sia morto davvero? - dicevo io. – E, se è morto, come faccio a trovarlo?” Uno non può mica sparire così, dicevo io, da qualche parte deve pur stare. “Frufru! Frufru!” Finché non mi viene un’idea: lo chiamerò con la tromba, come quando lavorava con me. E così comincio a chiamarlo con la tromba. Suono le prime note, sto a sentire... niente. Riprovo. Era una canzone molto bella, che faceva piangere. Faceva così: ... »E parte la tromba di Nino Rota, bella e struggente come quella di Gelsomina e Zampanò. E Frufru arriva davvero, e comincia a suonare insieme all’amico ritrovato.
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Per fortuna, c’è internet: sul sito “Circus Fan Forum” (che ringrazio sentitamente) trovo le informazioni che cercavo:
« Per l'organizzazione del documentario "I Clowns" Fellini si avvalse della famiglia Orfei che con molta probabilità fornì anche quel primo vecchio chapiteau in cui si ambienta la prima sequenza. Il domatore di leoni avrà avuto come controfigura molto probabilmente il domatore Franco Migliorini che compare nella scena della cena nella carovana vantando le ferite e i punti di sutura accumulati nel corso della sua carriera da domatore. Migliorini è stato sin dagli anni Cinquanta domatore dagli Orfei. Nei gruppi di clowns che in varie sequenze vengono inquadrati nel corso del documentario ci sono senz'altro quattro della famiglia Colombaioni. Inoltre Nani (scomparso 5-6 anni fa) raccontava di aver prestato consulenza per le truccature dei clown di quel film. Altri sono attori che lavoravano con Fellini.
Gli unici clown "veri" che compaiono nel film di Fellini (a parte a Charlie Rivel, Bario e i Fratellini che non lavorano con il proprio numero ma vengono mostrati nelle loro abitazioni) sono Enrichetto Fumagalli (ultima scena del film) padre dell'attuale Gianni Fumagalli Huesca, e la coppia Amleto e Ginetto Cagna con la ripresina dell'acqua nella pista del Circo a Tre Piste di Liana Nando e Rinaldo. Sia Fumagalli che i Cagna facevano parte della compagnia dei Fratelli Orfei. »
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Va detto ancora che è meraviglioso il lavoro di Nino Rota sulle musiche del circo, un approccio che avrà ben presente il polacco Tadeusz Kantor, dieci anni dopo, usando in modo drammatico (da brividi) musiche brillanti come l’inizio dell’ouverture “La Perichole” di Offenbach per i momenti più intensi dei suoi spettacoli teatrali.
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