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Forse non ci avete mai fatto caso, ma è di un tapiro l’osso che vediamo diventare arma e poi astronave all’inizio di “2001 Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick. E’ una delle sequenze più famose del cinema, ma anch’io non ci avrei mai pensato se non avessi avuto fra le mani il dvd che contiene il film: con il fermo immagine e la possibilità di andare avanti e indietro è infatti diventato finalmente possibile fare anche in casa (e non solo in moviola) osservazioni profonde e pensose come questa, ed anche più profonde.
Un osso di tapiro, dunque: probabilmente il femore, l’osso del prosciutto insomma.
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Innanzitutto, il tapiro non è parente del maiale, come si potrebbe pensare: nella catena evolutiva sta invece dalla parte del cavallo e del rinoceronte, nell’ordine dei Perissodattili.
Per la precisione, la sequenza è questa: Regno: animale, Sottoregno: metazoi, Tipo: vertebrati, Classe: mammiferi, Sottoclasse: placentati, Ordine: perissodattili.
L’ordine dei perissodattili in epoca preistorica prevedeva grande varietà di specie e di forme, come documentato dai fossili; oggi invece ha solo tre grandi famiglie, Rinocerontidi, Tapiridi ed Equidi.
Gli altri animali che così ad occhio potremmo associare al tapiro appartengono invece all’ordine degli Artiodattili: le differenze sono argomento da specialisti e non starò qui a trattarle, ma i nomi dei due differenti ordini si riferiscono all’articolazione del piede, un carattere esterno molto evidente che si può brevemente riassumere nel numero di dita che appoggiano terra. In particolare, nei perissodattili è il terzo dito ad essere particolarmente sviluppato. Quella che può sembrare una proboscide, nel tapiro, è in realtà un prolungamento del labbro superiore. Sono classificazioni che risalgono ai secoli passati e che si basano soprattutto su osservazioni esteriori, dello scheletro e degli organi interni, ma che hanno trovato conferma anche nelle recenti indagini con il DNA.
Oggi esistono solo quattro specie di tapiro, le principali sono il tapiro d’America (tapirus terrestris) che vive in un’area che sta più o meno tra il Messico e il Brasile, e il tapiro dalla gualdrappa (tapirus indicus), tipico dell’Indonesia e delle zone vicine (Thailandia, Birmania).
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