- Le avventure di Pinocchio, libro di Carlo Collodi (1826-1890), pubblicato nel 1880.
- Pinocchio, film a disegni animati, produzione Walt Disney del 1940. Diretto da Hamilton Luske e Ben Sharpsteen sceneggiato da Ted Sears, Otto Englander, Webb Smith, William Cottrell, Joseph Sabo, Erdman Penner, Aurelius Battaglia. Musica di Leigh Harline & Paul J. Smith Durata 88 minuti
Il Pinocchio di Disney è un musical, e le canzoni portano via molto tempo: penso che sia questa la ragione principale dei tagli e della riscrittura (penso ai duetti di Pinocchio con la Volpe, o all’esibizione nel teatro delle marionette). Il film finisce anche per somigliare molto ai cartoons meravigliosi e leggendari degli anni ’30, i primi del sonoro, con molti numeri musicali e anche con l’esibizione degli oggetti animati; e a me piacciono molto queste sequenze, perché permettono un grande sfogo alla fantasia. In questo senso, notevolissime sono le sequenze dedicate ai giocattoli e agli orologi nel laboratorio di Geppetto.
Avevamo comunque lasciato Pinocchio al culmine del successo; lo vediamo ora in compagnia di Stromboli (cioè Mangiafoco) che, tutto contento, si gode l’incasso. Ma ora Pinocchio pensa al suo babbo, e vorrebbe tornare a casa; il burattinaio non ne vuole sapere e lo chiude in una gabbia da canarini. Qui Disney ha qualcosa della cupezza del libro, e i dettagli delle marionette morte nel carro di Stromboli è ben degno anche del famoso “lato oscuro” della Disney, presente fin da Biancaneve.
Qui torna il Grillo, che vorrebbe solo salutare l’amico e invece si trova a constatare quello che è successo. Cerca invano di aprire il lucchetto che chiude la gabbia (è un’altra scena molto buffa), ma se non arrivasse in soccorso la Fata non ci sarebbe nulla da fare.
Intanto, veniamo a sapere che Geppetto è partito per cercare Pinocchio.
Nella scena con la Fatina Azzurra, vediamo l’unico momento del film in cui il naso di Pinocchio si allunga a causa delle bugie: molto ben fatto e molto divertente. Il naso di Pinocchio fa anche i germogli, poi le foglie, poi diventa un ramo con un nido e degli uccellini...
“Alcune bugie hanno le game corte, altre hanno il naso lungo”: che è anche in Collodi, cap.XVII.
La Fata perdona Pinocchio, ma gli ricorda che “Se del perdono non sarai degno, tutta la vita sarai di legno”. La Fata sparisce, il Grillo e Pinocchio scappano via dal carro di Mangiafuoco.
A questo punto, Disney riprende l’Osteria del Gambero Rosso (“Red Lobster Inn”) e vi mette il Gatto e la Volpe (come nel libro, ma era il cap.XII) ma in compagnia del Postiglione, che è l’Omino di Burro di Collodi:
(...) Ma la cosa più singolare era questa: che quelle dodici pariglie, ossia quei ventiquattro ciuchini, invece di essere ferrati come tutte le altre bestie da tiro o da soma, avevano in piedi degli stivaletti da uomo di vacchetta bianca. E il conduttore del carro?...
Figuratevi un omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole, come quella d'un gatto che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa. Tutti i ragazzi, appena lo vedevano, ne restavano innamorati e facevano a gara nel montare sul suo carro per essere condotti da lui in quella vera cuccagna conosciuta nella carta geografica col seducente nome di « Paese dei Balocchi ». (...) (Le avventure di Pinocchio, capitolo XXXI)Il Postiglione cerca “ragazzi svogliati, disobbedienti che non vanno a scuola” e i due compari gli vendono Pinocchio. Il Postiglione a questo punto si trasforma in mostro spaventoso: “dal Paese dei Balocchi non tornano mai più, non come ragazzi!”
Seguono i buoni propositi di Pinocchio: “meglio istruito che attore!”, che però non durano: Pinocchio viene ripescato subito dal Gatto e dalla Volpe. La Volpe si finge dottore, il Gatto lo aiuta: ancora gags nello stile dei Fratelli Marx. Il medico-volpone trova Pinocchio esaurito e gli consiglia di andare nel Paese dei Balocchi. (Cartoon simili, sull’esaurimento e lo psicanalista, li troviamo anche con protagonista Paperino).
Poi arriva il Grillo che cerca Pinocchio, ma ormai è tardi.
Vediamo la carrozza con Lucignolo (che si chiama Gideon) e altri bambini, ma poi anche una nave a vapore, un portone enorme, un luna park che sembra Metropolis di Fritz Lang, una citazione dal Monello di Chaplin (il vilain di quel film diventa un grande pupazzo). Tabacco e sigarette sono protagonisti del Paese dei Balocchi: oggi forse ci sarebbero droghe e super alcolici. I bambini spaccano tutto, vediamo vetrate e specchi andare in frantumi; e sporcano la Gioconda, perché odiano i Musei e la cultura.
Arriva anche il Grillo e cerca subito Pinocchio, ma trova tutto deserto. Corre dappertutto e infine trova Pinocchio con Lucignolo al biliardo. Pinocchio non sa fumare, Lucignolo gli insegna: fumare è disgustoso, ma è figo. Il Grillo fa la morale anche a Lucignolo, ma non serve.
Il Grillo, deluso, se ne va; ma prima di andar via scopre i bambini che si trasformano in asini.
Ne vediamo la metamorfosi a vista, come in Jekyll e Hyde, come nell’Uomo Lupo... Di Lucignolo non sapremo più niente, Pinocchio fugge col Grillo prima che la metamorfosi sia compiuta, ma ha già coda e orecchie (come il bambino di “Jumanji”). C’è una citazione dal “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare: “Cosa si crede che io sia, un somaro?”(...) Rientra Puck con Bottom, che ha sulle spalle una testa d'asino.
BOTTOM: (continuando a recitare) «Se tale fossi, o Tisbi, al certo io tuo sarei...»
QUINCE: O mostruoso! o inusitato! siamo stregati! Compari, scappate tutti! Compari, aiuto!
(Exeunt Quince, Snug, Flute, Snout e Starveling.) (...)
BOTTOM Perché scappano via? dev'essere una qualche birberìa per mettermi spavento.
Rientra SNOUT.
SNOUT: O Bottom, come t'hanno cambiato! che cosa ti vedo addosso?
BOTTOM Che cosa vedi? vedi la tua propria testa di ciuchino, non è così?
Rientra QUINCE.
QUINCE Dio ti benedica, Bottom! Dio ti benedica! t'hanno tutto trasformato!
BOTTOM Ho capito la loro birberìa. Vogliono farmi passar da somaro. E vedere se riescano a spaventarmi. Ma io non mi muovo di qui, facciano pure quel che vogliono. Passeggerò su e giù qui intorno, e mi metterò anche a cantare per far vedere che non ho paura. [Canta.]
(William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, atto III scena prima, traduzione Gabriele Baldini)
Il Grillo e Pinocchio scappano dal Paese dei Balocchi prima che si compia la metamorfosi. Fuggono sulla montagna, poi in mare; tornano finalmente a casa, ma Geppetto non c’è e la casa è deserta e in rovina. Una colomba celeste porta il messaggio: Geppetto è stato ingoiato dalla Balena.
Ma la Balena in Collodi non c’è: c’è il Pesce-cane. E’ un’altra delle differenze fondamentali tra il libro e il film, e ne approfitto per tornare a Collodi.
Abbiamo saltato tutte queste cose: il merlo che avverte Pinocchio di non fidarsi di Gatto e Volpe ma che viene mangiato dal Gatto, l’oste del Gambero Rosso, l’ombra del Grillo parlante, tutta la scena del Campo dei Miracoli, gli assassini (cioè il gatto e la volpe, ma molto più inquietanti), la Quercia Grande a cui viene appeso Pinocchio; la Bambina dai capelli turchini che parla di morte nel cap.XV, uno dei momenti più inquietanti del libro.
E ancora: il falco che la Bambina invia in soccorso di Pinocchio impiccato (cap.XVI), il Can-barbone in livrea da cocchiere, i tre medici: Corvo, Civetta, Grillo Parlante.(cap.XVI) Nel cap. XVI la Bambina comincia ad essere chiamata Fata. Saltati via anche i becchini (quattro conigli neri: cap.XVII); sempre nel cap.XVII, altro allungamento di naso.
Nel cap.XVII tornano gatto e volpe, Pinocchio si fida ancora di loro e seppellisce gli zecchini.
Nel cap.XIX un pappagallo deride Pinocchio che scava per cercare i suoi zecchini; Pinocchio vuole denunciare il furto al giudice-scimmione (della razza dei Gorilla), e il Giudice dà la sua sentenza: «Quel povero diavolo è stato derubato dei suoi zecchini, pigliatelo dunque e mettetelo in prigione». I due giandarmi (scritto così, alla fiorentina) eseguono: sono due can-mastini. Poi l’Imperatore di Acchiappacitrulli fa un’amnistia, ma solo per i malandrini; siccome Pinocchio non è un malandrino non ha diritto ad essere liberato.
- Domando scusa, sono un malandrino anch’io.
- In questo caso avete mille ragioni. – disse il carceriere; e levandosi il berretto rispettosamente e salutandolo, gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare.I disegni di Attilio Mussino vengono dalla mia copia personale di “Pinocchio”, cioè l’edizione Bemporad-Marzocco del 1961 (“dodicesima ristampa”)(un consiglio: mai mettere il nastro adesivo per riparare i libri! poi quando invecchia lascia un segno che non va più via) .
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