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- Pinocchio, film a disegni animati, produzione Walt Disney del 1940. Diretto da Hamilton Luske e Ben Sharpsteen sceneggiato da Ted Sears, Otto Englander, Webb Smith, William Cottrell, Joseph Sabo, Erdman Penner, Aurelius Battaglia. Musica di Leigh Harline & Paul J. Smith Durata 88 minuti
In Disney, Pinocchio va subito a scuola, e lo vediamo allegramente dirigersi in paese ben vestito e con un bel libro nelle mani; molto bella la panoramica sul paesino, che sembra ripresa dai film di René Clair (penso a “Il milione” e “Sotto i tetti di Parigi”).
Nel libro di Collodi, le cose vanno meno bene: Pinocchio appena nato combina subito guai, e Geppetto è stato portato via dai Carabinieri.
Nel capitolo IV, Pinocchio è rimasto da solo in casa; qui incontra il Grillo, ma Pinocchio si stanca subito di ascoltarlo e lo spiaccica contro il muro. Nel capitolo V, Pinocchio ha fame ma trova in casa soltanto un uovo; prova a cucinarlo ma quando lo rompe ne vola fuori un pulcino. Nel capitolo VI, Pinocchio si addormenta vicino al fuoco e si brucia i piedi; essendo fatto di legno non se ne accorge. Nel capitolo VII, torna a casa Geppetto, che dà a Pinocchio la sua colazione: tre pere. Pinocchio vuole che siano sbucciate, ma poi ha ancora fame e mangerà anche le bucce e i torsoli; Geppetto invece resterà senza nulla da mangiare. Nel capitolo VIII, Geppetto rifà i piedi a Pinocchio; quindi vende la sua giacca per comperargli il libro di scuola, il famoso “Abbecedario”.
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Qui Collodi ha appena cominciato, ma in Disney quando Pinocchio va a scuola siamo già a un terzo della durata complessiva del film. Pinocchio versione Disney è ben vestito ed elegante (nel libro ha una giacchetta di carta e un berretto di midolla di pane), Geppetto gli dà una mela “da offrire al maestro”. Ma a scuola Pinocchio non ci arriva: trova subito il Gatto e la Volpe, che sono due attori di teatro e sembrano usciti da un romanzo di Dickens, magari “Il circolo Pickwick”.
A questo punto devo ammettere di aver rinunciato al parallelo capitolo per capitolo, perché i tagli e le differenze sono davvero tanti. L’incontro con il Gatto e la Volpe, in Collodi, ha un taglio decisamente più drammatico, addirittura oscuro: ricorderò solo che alla fine Pinocchio verrà impiccato, che l’impiccagione è descritta nei dettagli, e che si salverà perchè – essendo di legno – non può morire; sarà comunque la Fata a salvarlo e riportarlo in salute.
Tutto questo era evidentemente troppo per un cartone animato, e viene saltato o cambiato. Per esempio, il Gatto in Disney è molto simpatico ed è un evidente ricalco di Harpo Marx, così come era stato per il Cucciolo dei sette nani di Biancaneve. Niente a che vedere quindi con l’inquietante, sporco, e decisamente malavitoso Gatto del libro.
Oltretutto, in Collodi il Gatto si mangia un merlo, proprio come farebbe un gatto vero: il merlo è un’altra parte della coscienza di Pinocchio, qui interamente affidata al Grillo. E va ricordato che a questo punto, in Collodi, il Grillo è già morto: tornerà, ma come fantasma. Anche questo dettaglio, in un cartoon Disney, era sicuramente troppo forte; e poi Jimmy Cricket è troppo simpatico, mica si può farlo morire così...
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Quello che succede nel film è questo: il Gatto e la Volpe avvicinano Pinocchio perché è una marionetta semovente, quindi un’attrazione, qualcosa che si può rubare e vendere a un burattinaio: che però si chiama Stromboli e non Mangiafoco. Lo si vede bene anche nella versione italiana, dove però il doppiaggio dice “Mangiafuoco”: il pubblico italiano conosceva bene tutta la storia, e un Mangiafoco con un altro nome non era ammissibile (ma nei manifesti dello spettacolo il nome “Stromboli” è ancora ben visibile).
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Il Volpone si mangia la mela destinata al maestro (è quasi identico al Luigi Proietti del “Circolo Pickwick” televisivo) e dice a Pinocchio che “ci sono vie più facili verso il successo” rispetto alla scuola, così noiosa.
Il Grillo decide che non andrà a raccontare tutto a Geppetto: in fin dei conti, si è preso un impegno con la Fata, è lui la Coscienza Ufficiale di Pinocchio e tocca a lui rimediare.
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Mangiafoco: Che mestiere fa tuo padre?
Pinocchio: Il povero.
Mangiafoco: E guadagna molto?
(capitolo XII)
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Molto bello il duetto di Pinocchio con l’olandesina, e la canzoncina che canta dice: «Io fili non ho più, eppur sto su!”. In Collodi, tra le marionette vediamo le maschere della Commedia dell’Arte, che riconoscono Pinocchio come uno di loro e gli fanno una gran festa. Sono Arlecchino, Pulcinella, Rosaura: ad Arlecchino tocca una scena molto drammatica. Nel film le maschere non ci sono: dopo l’olandesina, arrivano le ballerine francesi e poi cosacche e cosacchi.
“Cosa se ne fa un attore di una coscienza?” dice il Grillo, e considera chiusa la sua missione, sia pure a malincuore. Ma non sarà così. (continua...)
I disegni di Attilio Mussino vengono dalla mia copia personale di “Pinocchio”, cioè l’edizione Bemporad-Marzocco del 1961 (“dodicesima ristampa”) (miracolosamente conservata attraverso i decenni, ma ne valeva la pena).
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