venerdì 11 dicembre 2009

La musica di "Odissea nello spazio"


2001: A Space Odyssey [2001: Odissea nello spazio] Regia : Stanley Kubrick, 1968. Sceneggiatura: Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke (tratto dal suo racconto «La sentinella») Fotografia: Geoffrey Unsworth. Assistente alla fotografia: John Alcott . Montaggio: Ray Lovejoy. Scenografia: Tony Masters, Harry Lange, Ernie Archer. Effetti speciali (ideazione e direzione): Stanley Kubrick Effetti speciali (supervisione generale): Wally Veevers, Douglas Trumbull, Con Pederson, Tom Howard. Interpreti: Keir Dullea (astronauta Bowman), Gary Lockwood (astronauta Poole), Douglas Rain (la voce di HAL 9000), Daniel Richter (la scimmia che guarda la luna), William Sylvester (dottor Floyd), Leonard Rossiter (Smylov), Margaret Tyzack (Elena), Robert Beatty (Halvorsen). Durata originale: 161 minuti (nei cinema: 141 minuti)

La prima cosa da fare è distinguere tra Richard Strauss e Johann Strauss: sono due compositori diversissimi, uno tedesco (bavarese) e l’altro austriaco, di periodi storici diversi, e uniti solo dall’omonimia.
Richard Strauss (1864-1949) è bavarese, nato a Monaco. Si muove nel solco dei grandi sinfonisti tedeschi, Wagner ma anche Brahms e Bruckner; debutta giovanissimo e sarà attivo fino in tarda età (i “Vier letzte Lieder”, un capolavoro assoluto, sono del 1948) e quindi può considerarsi come uno dei grandi del Novecento. Ha scritto molto per il teatro, vere e proprie commedie e drammi in musica (La donna senz’ombra, Il cavaliere della rosa, Salome) e la sua produzione orchestrale è affidata soprattutto al poema sinfonico, non la Sinfonia come siamo abituati ad intenderla in Beethoven e Brahms ma una forma molto libera, a soggetto. I poemi sinfonici di Richard Strauss vengono quasi sempre da temi letterari e filosofici: Don Juan, Macbeth, Don Quijote, Vita d’eroe, Morte e Trasfigurazione, Sinfonia delle Alpi, Sinfonia domestica...
Nel 1895 si avvicina a Nietzsche, e da “Also sprach Zarathustra” trae il poema sinfonico omonimo: è la musica famosa che apre il film di Stanley Kubrick. Kubrick ne usa solo una piccola parte, l’introduzione. Il “Così parlo Zarathustra” di Richard Strauss dura una quarantina di minuti ed è diviso in nove parti: introduzione, gli abitanti del mondo non visto, le gioie e le passioni, canto funebre, la scienza, il risanato, canzone a ballo, canto notturno, canto del viandante nella notte. Non è una composizione di facile ascolto, anche perché ha una caratteristica particolare: dopo l’inizio altisonante che tutti conosciamo, segue un percorso intimo e quasi cameristico, e per i restanti quaranta minuti c’è ben poco di spettacolare – si tratta proprio di un poema filosofico messo in musica. Qualche collega compositore spiritoso commentò che il buon Richard si era sbagliato, e aveva messo il finale all’inizio invece che alla fine: è una battuta un po’ facile ma ci può stare.
L’introduzione a “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss è nei titoli di testa, poi al minuto 11 per la scoperta dell’osso come arma, e nel finale del film a 2:10.


Johann Strauss junior (1825-1899) è austriaco, e appartiene a una famiglia di famosi musicisti viennesi, quelli che vengono celebrati nel Concerto di Capodanno a Vienna, in mondovisione. “Il Danubio blu”, “An der schönen blauen Donau“, è del 1867, e devo ammettere che è un capolavoro, anche se io non amo molto la musica degli Strauss viennesi – peraltro musicisti magnifici. La musica degli Strauss viennesi è molto più leggera di quella di Beethoven o dello Strauss bavarese, e rispecchia un gusto più popolare. Il valzer vero e proprio nasce a inizio Ottocento, con Joseph Lanner; valzer bellissimi sono stati scritti anche da Schubert (“Danze tedesche”, 1820 circa), e ovviamente da tutti i compositori che sono venuti in seguito, anche non di area tedesca (Dvorak, Ciaikovskij, Mahler...).
Il “Danubio blu” di Johann Strauss jr. appare al minuto 15 (l’osso che in dissolvenza diventa astronave), poi al minuto 28 (dopo il colloquio di Floyd con i russi, sempre per l’astronave) e infine nei titoli di coda. Stanley Kubrick lo collega sempre alla leggerezza, alla mancanza di peso e di gravità, all’astronave che sembra fluttuare nello spazio infinito, come in una danza.



Aram Khachaturian (1903-1978) è un compositore armeno, autore di musiche famose come la “Danza delle spade”. La musica di Khachaturian è di solito molto aperta, spettacolare e piacevole, ma per “2001” Kubrick sceglie un brano intimo e lento, un Adagio dal balletto “Gayaneh” (1942). Khachaturian ha scritto anche (ma è solo una coincidenza) un altro balletto famoso e ancora in repertorio, “Spartacus” del 1956: lo ricordo soprattutto perchè Aram Khachaturian è un Signor Musicista, e la sua musica è sempre piacevole da ascoltare.
“Gayaneh” di Khachaturian è al minuto 48, inizio della missione verso Giove, con l’interminabile astronave vista da fuori, e poi da dentro con Bowman che fa jogging. Si interrompe e riprende al minuto 57, con i genitori di Bowman al telefono (la mamma somiglia a Nicole Kidman). E’ musica poco appariscente, un tempo lento che serve a dare l’idea della pausa e della lunghezza del viaggio.


György Ligeti (1923-2006), ungherese, è l’autore della maggior parte delle musiche che si ascoltano in “2001 Odissea nello Spazio”. Sono musiche molto particolari e molto suggestive, scritte quasi tutte all’inizio degli anni ’50, in epoca pre-elettronica. Qualsiasi giudizio si possa dare sulla musica di Ligeti, che non è propriamente di primo ascolto, è certo che una musica migliore non si poteva trovare, per l’apparizione del monolite e per il lungo viaggio verso Giove. La cosa che colpisce, ascoltando Ligeti in una sala da concerto, è che si tratta quasi sempre di piccoli organici; come succedeva già con il gregoriano, la qualità della scrittura è così alta che bastano cinque o sei voci, anche senza accompagnamento, per creare un effetto sonoro sbalorditivo. Non sono un esperto di Ligeti, che conosco quasi solo attraverso i film di Kubrick (questo, Shining, Eyes wide shut), perciò mi limito a riportare i titoli dei brani così come sono elencati: "Atmospheres"; "Lux Aeterna"; "Requiem for soprano, mezzosoprano, two mixed choirs and orchestra"; "Adventures".
La musica di Ligeti è al minuto 8 (il monolite che appare alle scimmie), poi brevemente al minuto 39 (esplorazione di Floyd, ancora il monolite, poi la colazione dei tre sulla navetta; riprende fino alla foto di gruppo mancata). Poi il viaggio verso Giove, da 1:49 a 2:05, fin dentro la stanza bianca.
Nell’elenco andrebbero messe, per completezza, anche il jingle del notiziario “BBC news” al minuto 50 sull’astronave di Bowman, e “Tanti auguri a te”, cantata dai genitori di Bowman al minuto 59. E, ovviamente, la famosa canzoncina infantile che nella versione italiana fa “Giro giro tondo...” Aggiungerei ancora un pensiero per John Cage, che nella colonna sonora non c’è ma rumori e silenzi ci sono in tutto il film, studiati e dosati con grande cura; e una riga anche per Bruno Maderna, grande compositore e uno dei pionieri nelle nuove frontiere della musica, che nei titoli di coda è indicato come direttore di “Adventures” di Ligeti.
Questo è l'elenco completo delle musiche, preso da http://www.imdb.com/
* Also Sprach Zarathustra" Written by Richard Strauss
Performed by Die Wiener Philharmoniker Conducted by Herbert von Karajan
* "Requiem, for Soprano, Mezzo-Soprano, 2 Mixed Choirs & Orchestra" Music by György Ligeti
Performed by the Bavarian Radio Orchestra and the Bavarian Radio Choir
Conducted by Francis Travis
* "Lux Aeterna" Music by György Ligeti
Performed by Schola Cantorum Stuttgart Conducted by Clytus Gottwald
* "Atmospheres" Music by György Ligeti
Performed by The Sudwestfunk Orchestra Conducted by Ernest Bour
* "Adventures" Music by György Ligeti
Performed by The International Chamber Ensemble Darmstadt Conducted by Bruno Maderna
* "An der schönen, blauen Donau, op. 314 (The Blue Danube)" Written by Johann Strauß
Performed by Die Berliner Philharmoniker (as The Berlin Philharmonic Orchestra)
Conducted by Herbert von Karajan
* "Gayaneh, Ballet Suite" Music by Aram Khachaturyan
Performed by The Leningrad Philharmonic Orchestra Conducted by Gennadi Rozhdestvensky

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