martedì 18 ottobre 2011

La dolce vita ( IV )

La mattina dopo, lasciata la casa di Steiner, ritroviamo Marcello da solo, mentre prova a mettere giù qualche idea su una macchina per scrivere. Siamo a 1h25’ dall’inizio, in un ristorante sulla spiaggia, pieno di luce. E’ ancora presto, il ristorante è ancora vuoto, e facciamo conoscenza con Valeria Ciangottini, che tornerà nel finale, ultima immagine di tutto il film. Valeria Ciangottini è nata nel 1945, qui era giovanissima: “sembri proprio un angioletto di quelli delle chiese umbre”, le dice Marcello; ed molto più di un complimento o di una constatazione. Sembra piuttosto un’indicazione precisa, un suggerimento degli autori: soprattutto se si conosce già il finale del film.
Nella scena successiva, a 1h30’, arriva il padre di Marcello: come si può notare dalla foto qui sotto (del 1937, con Riccardo e Federico, a Venezia) Annibale Ninchi somiglia davvero molto al padre di Fellini. E’ un incontro piacevole: il padre di Marcello vorrebbe andare al night, più tardi vedremo che al chachacha c’era già stato, nel 1922. Una scena molto semplice, che inizia in modo divertito e finisce in un modo triste, anche se tutto si risolve bene. Una meditazione sul tempo che passa e che non risparmia nessuno.
La ballerina francese (Fanny) è Magali Noel, che rivedremo molti anni dopo in “Amarcord”; il numero del clown con la tromba, anticipo del finale di “I clowns” (1970) è eseguito da Polidor, un comico francese (Jean Guillaume, 1887-1977) che ebbe un periodo di notevole celebrità a partire dal 1910, prima con il nome “Tontolini” e poi come “Polidor”, e che per Fellini aveva già interpretato il frate di “Le notti di Cabiria”.
Il giochino della moneta sulla fronte lo faceva anche mio papà; anche a me viene bene, però con le monete da un euro (troppo lisce) non riesce più, peccato (si può ripiegare con i tappi delle bottiglie, ma bisogna avere la fronte ampia e ben conformata) . All’uscita del night la ballerina nera accenna la melodia di “Stormy weather”, una delle canzoni più belle che io conosco, che ha avuto moltissime interpretazioni a partire dalla prima volta che fu eseguita, da Lena Horne, nel film del 1943 con lo stesso titolo. Al night anche Paparazzo ha trovato compagnia, insieme a Marcello: a differenza del Don Giovanni di Mozart, qui vanno tutte bene, e Marcello fa centro parecchie volte nel corso del film.
A 1h52 siamo in via Veneto, dove Marcello incontra un altro personaggio famoso: la cantante e modella Nico, al secolo Christa Päffgen, tedesca, 1938-1988. Nico era già famosa nel 1968, lo diventerà ancora di più negli anni immediatamente successivi entrando nel giro di Andy Warhol, e registrando come cantante uno dei dischi più famosi degli anni ’60, “Velvet Underground and Nico”, accanto a Lou Reed e John Cale.
Tutti insieme, fotografi, giornalisti, la bionda chanteuse Nico, e qualcun altro, vanno a Bassano di Sutri, 50 Km a nord di Roma, ospiti di nobili romani. “Chi sei tu, che lingua parli, di dove sei?” chiede Marcello alla bionda dalla voce profonda. “Eski-mese”, risponde Nico, molto divertita.
A 1h55 siamo infine dai nobili “neri”, l’aristocrazia nera, così chiamata per motivi antichi, medievali e rinascimentali: i nobili più vicini al Papa, un tempo potentissimi, che in tempi moderni ebbero grande importanza in Vaticano dal 1870 in poi (dalla breccia di Porta Pia) e verranno poi molto ridimensionati dal Concilio Vaticano II, iniziato un paio d’anni dopo l’uscita del film. Siamo a Palazzo Giustiniani-Odescalchi, molti dei presenti sono veri nobili romani, e Fellini ne fa un ritratto di gruppo molto divertente, a metà strada fra la cronaca dal vero e i personaggi di Lewis Carroll (Alice nel Paese delle Meraviglie, e dintorni), che servirà da modello per i suoi film successivi, come “Roma” o il “Casanova”.
Nel castello di Sutri c’è anche Maddalena (Anouk Aimée) che gioca a parlare di matrimonio e dice a Marcello che è innamorata di lui, ma poi lo lascia per appartarsi con il primo che passa. E’ una scena molto bella e molto ben pensata, una delle più belle di tutto il cinema di Fellini. Qualcosa di simile (ma la storia è molto diversa) lo vedremo fare da Bernardo Bertolucci, tre anni dopo, alla rocca di Fontanellato: il film è “Prima della rivoluzione”.
Marcello non sa più dove è finita Maddalena, si mette a cercarla, poi tutti vanno a cercare i fantasmi, c’è una seduta spiritica (un anticipo di “Roma” per il suo giro sotterraneo, e ovviamente anche di “Giulietta degli spiriti”). Anche Marcello si perde nel gioco, arriva l’alba, un’altra notte è passata, un’altra avventura è terminata.
Siamo così arrivati a 2h13’ dall’inizio del film, e assistiamo all’ennesimo bisticcio di Marcello con la fidanzata Emma (Yvonne Fourneaux). “Non puoi capire perché tu non sai amare nessuno”, dice Emma a Marcello, ed è un chiaro anticipo della scena di “Otto e mezzo” con Claudia Cardinale. Sembra la separazione definitiva, ma poi i due fanno pace. E’ una scena molto lunga, che prepara il dramma di Steiner.
(continua)

2 commenti:

Matteo Aceto ha detto...

Trovo significativo che, tre anni più tardi, Fellini chiamò nuovamente Annibale Ninchi per fargli interpretare la parte del padre del protagonista in "8 1/2". La Noel è bellissima, ed ha una parte ne "La dolce vita" che preferisco a quella più celebre che avrà in "Amarcord". Una cosa che non sapevo è che i nobili (o molti di loro) lo erano davvero: è una sequenza molto divertente, compresa la seduta spiritica e l'incontro con i veri proprietari di casa che rimproverano ai "giovinastri" la loro vacuità. C'è uno di questi ultimi che risponde sconsolato al padre "ma che cos'altro potrei fare, papà?!" (o una cosa simile).

Giuliano ha detto...

sì, e aggiungerei che la sequenza coi nobili è un esempio della bonomia di Fellini, che avrebbe potuto farne un ritratto al vetriolo e invece ne escono tutti molto simpatici: mi stavo chiedendo se la signora che guida il gruppo (e che poi si apparta con Marcello) sia servita da modello per la Crudelia della Carica dei 101...
:-)
(mi sa di sì)