«...eppure odio “Otto e mezzo”, perché lo ritengo responsabile dell’onanismo esasperato che da trent’anni a questa parte affligge epidemicamente il cinema italiano. Allo stesso modo odio “La terra trema” di Visconti, con il suo equivoco sul realismo (...) danni “teorici” tremendi, di cui ancora portiamo le conseguenze. Infine, odio il primo film che vi viene in mente della cosiddetta “commedia all’italiana”, che con il suo elogio dell’arte di arrangiarsi e con l’esaltazione dell’italiano arruffone, cialtrone, spaccone e pronto tutto per arricchirsi ha legittimato a modello di massa quei modelli comportamentali che ci hanno portato a Tangentopoli.»
Gianni Canova, da Segnocinema n.60 anno 1993
- ...in generale non si tiene presente che la seduzione del fumetto è basata sui tempi di immobilità, che richiedono la collaborazione del lettore: è il lettore a colmare lo spazio tra un quadretto e l’altro, aggiungendo il quadretto che manca. (...) Quando mi chiedono chi c’è alle spalle della mia macchina da presa, risponde sempre che ci sono Fortunello, Mio Mao, Bibì e Bibò, miei angeli custodi e numi tutelari, e le marionette, e il circo. Potrei rispondere Charlie Chaplin, che sta dietro ad ogni regista, ma dietro di lui c’è ancora Fortunello, e più indietro il circo.
Fellini sui fumetti, int. a Medail 12.7.90 cds (partendo dal Fellini-Manara)
«Sono sollecitato da una ventina d’anni a fare la regia di opere. Conosco ormai tutti i sovrintendenti. Però sono estraneo a questo tipo di regia; in realtà vorrei dirigere l’orchestra...»
Fellini a Panorama 6 gennaio 1991
"Amerika di Kafka somiglia a Pinocchio e ad Oliver Twist"
(int. a rai3, 2.7.1988)
«Avevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo» (tutto qui)
Tullio Kezich ricorda che Fellini, come Jung, annotava e disegnava i suoi sogni in un “Librone” iniziato nel 1963, al tempo di Giulietta degli spiriti, su ispirazione dell’analista junghiano Ernst Bernhardt. (cds7, maggio 1997)
...quand’è che un personaggio si definisce “lunare”, in contrapposizione a “solare”? Poniamola così: solare è quella persona, quel personaggio, che ha un rapporto disteso e soddisfatto con la realtà; lunare è quello che con la realtà ha un rapporto difficile, diffidente ed inquieto (...)
Beniamino Placido su La voce della luna, dal Venerdì di Repubblica 3 aprile 1998
Qualche giorno fa ascoltavo una vecchia intervista di Fellini, in cui ad un certo punto si diceva: “fuori del mio paese sono infelice” Ecco, il mito è il nostro paese narrativo. (...)
Repubblica 10 luglio 1998, breve accenno junghiano da un articolo che parla d’altro (intervista di L.Lipperini a Ginevra Bompiani)
il cds 15.4.2001 pubblica una bozza di Fellini del 1993, che prevede Mastroianni in teatro, poi Gassman, Benigni, Villaggio...
fu Marcello Marchesi a mettere in mano a Fellini “La metamorfosi” di Kafka: lo dice Kezich sul cds 12.8.2002. Fellini aveva vent’anni, era la redazione del Marc’Aurelio
age0203 14mar
La complicità e la tenerezza legavano Federico Fellini a Giulietta. Fu una lunga complicità. Federico diceva “Non bisogna mai far piangere nessuno”; lo disse dopo che uscì un libro di un’attrice che rivelava di aver avuto qualcosa con lui. Quando lo visitai in ospedale a Rimini, era ormai alla fine, e a un tratto pronunciò queste parole: «Innamorarsi ancora una volta ». Così, di colpo: mi sorprese.
Enzo Biagi, da L’Espresso 13 novembre 2003
La felicità sarebbe poter dire la verità senza far piangere nessuno.
Enzo Biagi, citazione da Otto e mezzo di Fellini, L’Espresso 22.01.1998
2 commenti:
«Avevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo»
"La felicità sarebbe poter dire la verità senza far piangere nessuno."
Difficile essere più sintentici e più precisi di così.
:-)
sono in effetti battute "tagliate" da interviste varie. La battuta sul "felliniano" è molto sarcastica, un po' divertita un po' amara, e viene da un'intervista tv.
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