martedì 3 novembre 2009

Fantasia di Walt Disney


Fantasia (1940), film di animazione. Produzione Walt Disney. Registi e animatori vari, supervisione di Ben Sharpsteen, Musiche di Bach (arrangiamento Stokowski), Ciaikovskij, Dukas, Stravinskij, Beethoven, Ponchielli, Mussorgskij, Schubert (arrangiamento Stokowski). Durata originale 120 minuti, versione cinematografica di 80 minuti.

Per cominciare, ecco quello che dice la Garzantina di Leopold Stokowski, il direttore d’orchestra che vediamo (in controluce) subito all’inizio del film, alla guida della Philadelphia Orchestra « Stokowski Leopold (Londra 1882 - Hampshire, England, 1977) direttore d'orchestra statunitense di origine polacca. Studiò in Europa; dopo essersi stabilito negli Stati Uniti, dal 1908 diresse l'Orchestra di Cincinnati e dal 1912 al 1936 quella di Filadelfia, presentando anche composizioni dei massimi autori contemporanei (Mahler, Schönberg, Varèse, Berg, Ives ecc., fino a Xenakis). Unanimemente riconosciuto tra i protagonisti della vita musicale del suo tempo, come interprete fu molto discusso per la sua propensione alla magniloquenza retorica.» Stokowski non era un personaggio qualunque. Grande direttore d’orchestra, famoso anche al di fuori dell’ambiente musicale per la sua vita sopra le righe (come il flirt famoso Greta Garbo, la massima diva cinematografica dell’epoca, un paio d’anni prima di Fantasia), a Hollywood era di casa, tanto che compare in diversi film, di solito interpretando se stesso. Wikipedia dice che il suo aspetto fisico e il suo portamento elegante ma un po’ folle ispirarono Christopher Lloyd per il personaggio di Doc in “Ritorno al futuro”; e riporta anche il suo vero nome, Antoni S. Boleslawowicz, e il fatto che fu un ottimo organista.
Tornando però a “Fantasia”, bisogna per forza di cose tornare alla frase che conclude il suo ritratto sull’Enciclopedia Garzanti della Musica: “magniloquenza retorica”. Il primo brano musicale di “Fantasia” è proprio un esempio, anzi l’Esempio per antonomasia, del motivo per cui Stokowski, pur grandissimo direttore, è sempre stato molto discusso nell’ambiente musicale. Si tratta infatti di una sua orchestrazione di un brano di Bach scritto per organo: di Bach rimane ben poco. L’insieme è piacevole, ma non è più Bach: è Stokowski.
Va però detto che siamo nel 1940, e che va tenuto conto che questo è pur sempre un film a cartoni animati; quindi l’operazione è decisamente consigliabile per chi vuole iniziare ad abituarsi alla musica sinfonica e non ne sa niente, proprio come i molti bambini che hanno visto il film in questi settant’anni. E quindi l’operazione fatta dalla Disney con Stokowski è più che accettabile, nel complesso; fermo restando che chi vuole ascoltare Johann Sebastian Bach (1685-1750) dovrà cercarsi la versione originale: cosa questa altamente consigliabile.
Ecco dunque l’elenco dei brani contenuti nel film:
1. Toccata e fuga di Bach, orchestrazione di Stokowski. “Toccata” e “Fuga” sono due termini molto tecnici, in particolare una Fuga Musicale ha molto a che vedere con la matematica, e Bach (che sapeva scrivere melodie semplici e toccanti) era maestro proprio nel rendere affascinanti le cose più difficili, come le Fughe. L’originale porta il numero di catalogo BWV 565, ma qui non l’ascoltiamo: ascoltiamo Stokowski, come si diceva qui sopra.
Nel cartone animato, dapprima vediamo gli orchestrali, con giochi di luce e silhouettes; poi una serie di disegni astratti, onde, cerchi sull’acqua, figure geometriche animate. Questo tipo di disegni animati “astratti” ha una grande scuola, e ne sono usciti dei piccoli capolavori soprattutto ad opera di Malcolm McLaren, che vi consiglio di cercare in rete. Va da sè che questa parte del film è unanimemente considerata la più noiosa: ci si aspettava Paperino e invece ci si trova davanti a queste cose. So di molte persone che nel chiuso della sala cinematografica avrebbero voluto scappare via; e a me pare ingeneroso però li capisco. 2. Pjotr Ciaikovskij (1840-1893) Lo Schiaccianoci, suite di brani scelti dal balletto. L’originale è tratto da un racconto di E.T.A. Hoffmann, dove gli oggetti e i giocattoli dimenticati sul tavolo e prendono vita per una notte; lo Schiaccianoci del titolo è appunto uno degli oggetti animati. Ma Disney abbandona il soggetto originale e lo fa diventare, più o meno, il giro delle stagioni. Vediamo subito una Fatina volare danzare tra i fiori: un anticipo della Trilly di Peter Pan. Segue la Danza dei funghi, che in Ciakowski erano “i pulcini nel loro guscio”. Poi ancora fiori danzanti, simili a quelli che rivedremo in Alice, ma questa volta al limite dell’astratto. Segue un notturno con pesci rossi: il pesce rosso dalle lunghe ciglia lo rivedremo in Pinocchio. Quindi ancora fiori danzanti, stavolta in stile russo; i funghi erano vagamente cinesi, qui siamo dalle parti dei cosacchi Nel finale, Fatine dalle ali di libellula e dalle gambe lunghissime e sottili, diverse dalla prima fatina e molto simili alle winx e alle barbies, che danzano fra le foglie d’autunno; poi semi volanti come damine con la gonna; e dalle fatine nasce anche il ghiaccio dell’inverno, mentre pattinano sullo stagno. Gran finale con i fiocchi di neve dell’inverno, a chiudere il ciclo delle stagioni.
3. Paul Dukas (1865-1935), L’apprendista stregone. Il cartoon più famoso, uno dei più amati, quasi un simbolo per Walt Disney, reso ancora più simpatico dal saluto finale di Topolino a Stokowski. Il francese Dukas, ottimo compositore, è però oggi quasi completamente dimenticato. Ha scritto molto, opere liriche comprese, ma “L’apprendista stregone” è il suo unico pezzo rimasto in repertorio, o quasi.
Forse non tutti sanno che “L'apprendista stregone” è di Goethe, è una ballata composta nel 1797 e ispirata a Luciano di Samosata. Siccome penso che in pochi l’avranno letta, la riporto qui sotto in una traduzione anonima che ho trovato su internet alla quale faccio seguire l’originale tedesco.
Johann Wolfgang von Goethe : L’apprendista stregone
Il vecchio maestro d'incantesimi / finalmente è andato via!
E ora devono i suoi spiriti / fare un poco a modo mio!
Le sue parole e l'opere / io ho guardato e i riti,
e con la forza magica / anch'io so fare prodigi.
Corri! Corri / per un tratto bello e buono,
ché allo scopo / scorra l'acqua,
e con ricchi, pieni fiotti / si riversi nella vasca!
E ora, vecchia scopa, vieni,
prendi gli stracci miseri!
È da tempo, ormai, che servi;
ora esegui i miei ordini!
Sta' ritta su due gambe, / ci sia una testa, sopra,
fa' in fretta e vattene / con questa brocca!
Corri! Corri / per un tratto bello e buono,
ché allo scopo / scorra l'acqua,
e con ricchi, pieni fiotti / si riversi nella vasca!
Guarda, corre giù alla riva;
tocca il fiume ormai, non sembra
vero, e come un lampo arriva
qui di nuovo e versa in fretta.
Ecco, viene un'altra volta.
Come si colma la vasca!
Come ogni coppa / si riempie d’acqua!
Férmati! Férmati!
Poiché noi / dei tuoi doni
la misura abbiamo colma! -
Ahimè, ora è chiara la faccenda.
Ahi, ahi, ho scordato la parola!
La parola che la riduce, alla
fine, com'era una volta.
Ah, lei corre e porta veloce.
Oh, se tu fossi la vecchia scopa!
Rapida, sempre nuovi flutti
lei porta dentro con sé.
Ah, e cento fiumi / si gettano su di me.
No, a lungo ancora
non lo posso permettere; / la voglio prendere.
Questa è perfidia!
Ah, cresce sempre più la mia angoscia!
Che sguardi! Che grinta!
Oh tu, mostro dell'inferno,
vuoi affogare tutta la casa?
Oltre ogni soglia già vedo
l'acqua a fiumi che dilaga.
Scopa scellerata, / non mi dài ascolto!
Bastone, che sei stata, / fermati di nuovo!
Ma non verrà il momento / che tu la voglia smettere?
Io ti voglio prendere, / tenerti stretta,
e sùbito spaccare il vecchio legno
con la tagliente accetta.
Ecco, sotto il peso torna di nuovo!
Non appena su di te mi scaglio,
sarai steso a terra, coboldo;
il taglio netto ti coglie di schianto!
Ecco, colpita a dovere!
Guarda, in due è spaccata!
Ora posso sperare / e tirare il fiato!
Oh, che guaio!
I due pezzi / in gran fretta, come servi,
sono pronti a ogni cenno,
all'impiedi ritti stanno!
Oh, aiuto, forze del cielo!
E corrono! L'acqua irrompe
nella sala e su ogni gradino.
Che orrenda massa di onde!
Signore e maestro, ascolta il mio grido! -
Oh, il maestro arriva!
« Signore, il pericolo è grande!
Gli spiriti chiamati per magia,
non riesco a liberarmene.»
"In quell'angolo, presto, / scope!
Siate quello che foste!
Come spiriti voi
al suo scopo evoca il vecchio
maestro, e solo lui."

Der Zauberlehrling
Hat der alte Hexenmeister
sich doch einmal wegbegeben!
Und nun sollen seine Geister
auch nach meinem Willen leben.
Seine Wort und Werke
merkt ich und den Brauch,
und mit Geistesstärke
tu ich Wunder auch.
Walle! walle
Manche Strecke, / daß, zum Zwecke,
Wasser fließe
und mit reichem, vollem Schwalle
zu dem Bade sich ergieße.
Und nun komm, du alter Besen!
Nimm die schlechten Lumpenhüllen;
bist schon lange Knecht gewesen:
nun erfülle meinen Willen!
Auf zwei Beinen stehe,
oben sei ein Kopf, / eile nun und gehe
mit dem Wassertopf!
Walle! walle
manche Strecke, / daß, zum Zwecke,
Wasser fließe
und mit reichem, vollem Schwalle
zu dem Bade sich ergieße.
Seht, er läuft zum Ufer nieder,
Wahrlich! ist schon an dem Flusse,
und mit Blitzesschnelle wieder
ist er hier mit raschem Gusse.
Schon zum zweiten Male!
Wie das Becken schwillt!
Wie sich jede Schale
voll mit Wasser füllt!
Stehe! stehe!
denn wir haben / deiner Gaben
vollgemessen! -
Ach, ich merk es! Wehe! wehe!
Hab ich doch das Wort vergessen!
Ach, das Wort, worauf am Ende
er das wird, was er gewesen.
Ach, er läuft und bringt behende!
Wärst du doch der alte Besen!
Immer neue Güsse
bringt er schnell herein,
Ach! und hundert Flüsse
stürzen auf mich ein.
Nein, nicht länger / kann ichs lassen;
will ihn fassen.
Das ist Tücke!
Ach! nun wird mir immer bänger!
Welche Mine! welche Blicke!
O du Ausgeburt der Hölle!
Soll das ganze Haus ersaufen?
Seh ich über jede Schwelle
doch schon Wasserströme laufen.
Ein verruchter Besen,
der nicht hören will!
Stock, der du gewesen,
steh doch wieder still!
Willst am Ende / gar nicht lassen?
Will dich fassen, / will dich halten
und das alte Holz behende
mit dem scharfen Beile spalten.
Seht da kommt er schleppend wieder!
Wie ich mich nur auf dich werfe,
gleich, o Kobold, liegst du nieder;
krachend trifft die glatte Schärfe.
Wahrlich, brav getroffen!
Seht, er ist entzwei!
Und nun kann ich hoffen,
und ich atme frei!
Wehe! wehe!
Beide Teile / stehn in Eile
schon als Knechte
völlig fertig in die Höhe!
Helft mir, ach! ihr hohen Mächte!
Und sie laufen! Naß und nässer
wirds im Saal und auf den Stufen.
Welch entsetzliches Gewässer!
Herr und Meister! hör mich rufen! -
Ach, da kommt der Meister!
« Herr, die Not ist groß!
Die ich rief, die Geister
werd ich nun nicht los.»
"In die Ecke, / Besen, Besen!
Seids gewesen.
Denn als Geister
ruft euch nur zu diesem Zwecke,
erst hervor der alte Meister."
4. Igor Stravinskij (1882-1971), La sacre du printemps, The Rite of Spring, cioè “La festa della primavera” o “Il rito della primavera”, tradotto comunemente in italiano come “Sagra della primavera”, che somiglia all’originale francese ma ne tradisce il significato originale. Comunque sia, tutto questo non influisce assolutamente sul cartone animato, perché Walt Disney e i suoi trasformano il soggetto originale nella nascita della vita e nella sua evoluzione. Che però si ferma all’estinzione dei dinosauri, forse per evitare polemiche con i creazionisti. La storia dell’evoluzione, lasciata incompiuta da Disney, verrà completata da Bruno Bozzetto in “Allegro non troppo”, arrivando fino alla nascita dell’uomo: però sulle note del Bolero di Ravel.
Qui nel film di Disney ci sono comunque dinosauri a volontà, che sono sempre belli da vedere e ai bambini sono sempre piaciuti tantissimo: tra i bambini mi ci metto in mezzo anch’io, perché il combattimento dei tirannosauri con il triceratops è imperdibile, lo rifanno uguale ancora oggi a Quark e alla BBC.
Stravinskij aveva 58 anni quando uscì “Fantasia” nelle sale cinematografiche, ed era in piena attività: sarebbe interessante andare a cercare cosa ne ha detto, e mi riprometto di farlo quanto prima.
5. Un siparietto in stile jazz, protagonista l’orchestra.
6. Si introduce un nuovo personaggio, la Colonna Sonora: molto divertente, presenta gli strumenti dell’orchestra non molto diversamente da come succede in “Pierino e il lupo” di Prokofiev o da “A young person’s guide” di Britten. La colonna sonora, sulle pellicole cinematografiche, era proprio così, uguale a quella che si vede qui come cartoon. A sfruttare lo stesso principio c’era anche uno strumento chiamato “selenofono”, molto utile in quegli anni perché con i vecchi dischi a 78 giri non era possibile registrare più di tre o quattro minuti di fila. Il selenofono fu presto abbandonato, ma grazie a questo strumento sono arrivate fino a noi, per esempio, registrazioni importanti con Arturo Toscanini, anche di opere liriche intere. Oggi questi effetti grafici li vediamo sul pc con i programmi per manipolare e registrare i suoni, e spesso sono ugualmente divertenti da vedere.
7. Ludwig van Beethoven (1770-1827), del quale vengono scelti alcuni momenti dalla Sinfonia n.6 detta “pastorale”. La Disney trasloca in massa sul Monte Olimpo, in piena mitologia greca, tra fauni bambini e unicorni in forma di pony (copiati trent’anni dopo dai minipony), Pegaso il cavallo alato e la sua signora (con prole), centauri femmina visti come deliziose fanciulle (una persino a seno nudo le altre con bikini ridottissimi o corone di fiori stile hawaiano), presto raggiunte dai centauri maschi; amorini alati mettono insieme le coppie. Segue un Bacco (decisamente Bacco, più che Dioniso) e scene di vendemmia. Bacco è accompagnato da un unicorno-somarello, molto simpatico, e somiglia a Nerone nella versione Ustinov o Petrolini, ma è molto più buffo. Seguono scene di vendemmia, in tono con la musica. Finalone con il temporale, Vulcano che forgia i fulmini e Zeus che si diverte a scagliarli; appare per un attimo il lato oscuro della Disney, il fiume sembra sangue ma si rivelerà vino, e si va verso il lietissimo fine dell’episodio. 8. Danze da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli (1834-1885). Ponchielli fu un importante operista dell’Ottocento, “La Gioconda” è ancora oggi in repertorio e fu uno dei cavalli di battaglia di Maria Callas; si può dire che non ha nulla a che fare con il dipinto di Leonardo e che si tratta di un romanzone a forti tinte ambientato a Venezia, dove Gioconda è un’avvenente cantante concupita da tenori e baritoni al tempo dei Dogi. Ma tutto questo non ha importanza, la “Danza delle Ore” si trasforma subito in tripudio di struzzi, ippopotami, elefanti, coccodrilli che sembran draghi. Ed è una delle sequenze che non perdo mai quando guardo Fantasia: mi sembra sempre di vederla per la prima volta, e sono ancora innamorato perdutamente delle ballerine tutte di questo episodio, struzzi o ippopotami non fa differenza.
9. Modest Mussorgskij (1839-1881), Una notte sul Monte Calvo: che nell’originale è un momento dell’opera “La fiera di Sorocinskij” (rappresenta un incubo del protagonista), ma che esiste anche in versione da concerto. Mussorgskij, autore anche dei “Quadri di un’esposizione” e di opere storiche superbe come “Boris Godunov” e “Chovànscina” , è uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi; e qui, sia pure nella riduzione di Stokowski, ce ne accorgiamo subito. Disney la rende ancora più oscura, si inizia subito con un diavolaccio nerissimo e spaventoso, poi con scheletri che escono dalle tombe, cavalieri dell’Apocalisse, Die Wilde Jagd, diavoli di Giotto alla Cappella degli Scrovegni, mostri informi degni di Lovecraft, fanciulle nude che subiscono terribili metamorfosi tra le fiamme. Infine suona la campana, e i trasalimenti del demone nero sono da antologia del cinema d’animazione. Qui parte l’Ave Maria di Schubert, che dissipa i demoni della notte.
10. Franz Schubert (1797-1828), Ave Maria. Un altro arrangiamento molto hollywoodiano, con un testo inglese riscritto per l’occasione. Beh, devo dire che l’Ave Maria è bella però non è certo uno dei capolavori di Schubert, che ha scritto cose immensamente migliori; e sempre mi stupisce, vedere che meraviglie ha scritto e in quale numero il grande musicista austriaco nella sua breve vita. Direi senz’altro un pezzo minore nella produzione di Schubert, però piace e tutto sommato alla fine di un cartone animato rivolto ai bambini ci sta benissimo, soprattutto dopo tutto questo profluvio di diavoli e di scheletri. Disney mette in scena una processione con fiaccole, su panorami che si direbbero ispirati alle stampe giapponesi; è quasi un anticipo dei film di Akira Kurosawa, ci si aspetterebbe di vedere il Fuji e invece è il momento dei titoli di coda.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, "Fantasia", la mia opera preferita fra quelle di Walt Disney! Mia padre mi portò a vederla nei tardi anni Ottanta, quando la riproposero al cinema, poi la comprammo nel 1991 quando venne restaurata per il vhs. A mio modesto parere, questo è il miglior film d'animazione di sempre, grazie anche alla colonna sonora. Nonostante tutto, l'arrangiamento orchestrale dell'iniziale tema di Bach è il mio preferito fra le innumerevoli esecuzioni della celebre "Tocccata e fuga" per organo. Pure i disegni che accompagnano questo primo brano mi sembrano grandiosi, anche se le inquadrature cromate degli orchestrali all'inizio potevano forse risparmiarcele.
Mi ha colpito questa tua frase, caro Giuliano: "i trasalimenti del demone nero sono da antologia del cinema d’animazione". E' una cosa che ho sempre pensato ma non ho mai letto altrove. Un post molto colto, come sempre.

Giuliano ha detto...

Mat, non è mica finita qui... Con Disney è solo l'inizio, e anche con i cartoni animati.
I giudizi negativi che riporto non sono miei, sono una sintesi di quelli che ho letto e sentito. Qui cerco di portare il meno possibile i miei giudizi, che credo interessino poco; invece mi ha stupito vedere che Topolino è fedelissimo all'originale di Goethe...

AF ha detto...

Però è ingeneroso accostare le fatine della sequenza dello Schiaccianoci alle "winx e alle barbies"! :) Ai nostri occhi possono fare questo effetto, ma il modello a mio avviso è da ricercarsi negli spettacoli di varietà di Florenz Ziegfeld, le Ziefgfeld Follies appunto, che hanno modellato l'immaginario americano per decenni in innumerevoli esempi teatrali come cinematografici (e ancora oggi quando si ricostruisce la Times Square tra le due guerre si mette sempre l'insegna luminosa delle Ziefgfeld Follies). Vorrei pensare ad un equivalente italiano, ma non credo ce ne siano stati di così influenti. Si trattavano di spettacoli di rivista di lusso messi in scena in un teatro di proprietà di Ziegfeld stesso (già cosa sorprendente di per sé) ed erano la versione in grande, all'americana, delle Folies Bergère parigine: in aggiunta ai solisti e agli sketch comici c'erano soprattutto i celebri numeri spettacolari con miriadi di belle ragazze scosciate o anche a seno nudo ma in costumi sontuosi e raffinatissimi, al tempo stesso eleganti, grandiose ed osé. Tutto il cinema americano del '900 ha dovuto farci i conti, Disney compreso appunto.

AF ha detto...

Anzi, aggiungo: forse il progetto originario di Fantasia (quello di proporre il film tutti gli anni con continue parziali aggiunte e sottrazioni) è proprio un progetto cinematografico sulla falsariga degli spettacoli teatrali di Florenz Ziegfeld ("Ziefgeld Follies of 1930", "Ziefgeld Follies of 1931", "Ziefgeld Follies of 1932", etc), che erano un marchio di garanzia in sé ed eppure ogni anno erano sempre diverse e sempre uguali. Non escluderei nemmeno un'eco nel titolo.

Giuliano ha detto...

questo lungo post ha ormai una quindicina d'anni, perché fu pubblicato prima in un altro blog collettivo. Mi era piaciuto farlo perché non avevo trovato da nessuna parte una spiegazione completa delle musiche abbinate ai cartoni, magari nel frattempo qualcuno ha fatto un lavoro migliore del mio o magari c'era già anche quindici anni fa ma io non l'avevo trovato. E' la trascrizione di spiegazioni che avevo dato a mio nipote (io sono lo zio) quando era ancora bambino.
Per il resto, la sua ricostruzione storica mi sembra perfetta, "Fantasia" però è un termine musicale molto usato anche dai più grandi compositori. E' un peccato che i filmati sul vero Ziegfeld, e sugli spettacoli che lo hanno preceduto, siano così carenti (quasi inesistenti). le ricostruzioni di Hollywood sono quasi sempre deludenti, rispetto ai dischi d'epoca per esempio (per la musica). Per Ziegfeld, o per la concorrenza, lavorarono anche Martha Graham e Louise Brooks, tanto per dire i primi due nomi che mi sono venuti in mente. Anche Audrey Hepburn cominciò così, ma ovviamente molti anni più tardi.

AF ha detto...

Le rispondo qui per ringraziarla collettivamente di tutte le altre risposte ai commenti che ho disseminato ieri sera nel blog. Sì, avevo visto che sono scritti di una decina d'anni fa e sinceramente ho un po' di nostalgia per "l'era d'oro dei blog", quel periodo appunto. Ne avevo uno anch'io e trovo che la comunicazione fosse differente di quella che c'è oggi su Facebook: era più approfondita e ci si potevano permettere scritti di più ampio respiro, come qui (continuerò l'esplorazione del suo blog oggi). Per dirne un'altra, su Facebook tutti questi post di dieci anni fa sarebbero ormai irrecuperabilmente sommersi nella profondità della timeline, mentre qui in un clic sono consultabili come qualcosa scritto stamani. Un saluto!

Giuliano ha detto...

è molto più semplice postare la foto del gatto o un "like"
il blog è in effetti impegnativo, se non hai niente da dire prima o poi salta fuori. Il che non significa che tutti i blog siano migliori di pagine facebook o instagram, bisognerebbe ragionare uno per uno e non mettendo insieme cose e persone diverse.
Del fatto che i miei post siano ancora qui dopo dieci anni bisognerà ringraziare Blogger...