giovedì 19 novembre 2009
Genesi: la Creazione e il Diluvio
Genesi: La creazione e il diluvio, di Ermanno Olmi (1994)
Regia di Ermanno Olmi. Sceneggiatura di Ermanno Olmi. Film Editing: Paolo Cottignola, Fabio Olmi. Musica: Ennio Morricone. Con Omero Antonutti, Paul Scofield, Annabi Abdelialil, Sabir Aziz, B. Haddan Mohammed, Haddou Zoubida Durata: 91 minuti
Caino coltiva la terra. Vorrebbe donare grandi cose al Signore, ma non gli è possibile: c’è la grandine, la siccità, il lavoro del contadino è molto duro. Per Abele le cose sono un po’ più facili: alleva pecore, le può spostare, mettere al riparo, basta un po’ di attenzione e può offrire in sacrificio al Signore magnifici agnelli e montoni. Ma quando le cose stanno finalmente andando bene a Caino, ecco che proprio le pecore rompono il recinto e calpestano e mangiano tutto.
Detto così può sembrare un po’ riduttivo, ma il conflitto tra agricoltura e pastorizia è antico come l’umanità: è anche il tema di tanti film western. L’allevatore (il nomade) non capisce perché si debbano mettere paletti e confini; il contadino (stanziale) non capirà mai il mondo del nomade. E’ questa la chiave di lettura che sceglie Ermanno Olmi per narrare il libro della Genesi; ed è anche uno degli oggetti principali della sua poetica, la rottura che c’è stata tra la modernità del Novecento e l’antico ed eterno mondo contadino.
La “Genesi” di Ermanno Olmi fa parte di un ciclo di film televisivi, un progetto che prevedeva di portare in tv l’intera Bibbia e che poi è continuato, in maniera onesta e professionale ma senza molte emozioni. Olmi gira solo il primo film, che è questo: di gran lunga il più bello e il più difficile della serie. Ovviamente, anche il meno visto: in tv funziona così.
Si parte proprio dall’inizio, dalla Creazione: che Olmi gira con immagini di fenomeni naturali, con uno stile personalissimo ma che fa inevitabilmente pensare a “Fata Morgana” di Werner Herzog (1970) e a “Koyanisqaatsi” di Godfrey Reggio e Philip Glass (1983). L’episodio centrale è quello del Diluvio e dell’Arca, con Omero Antonutti a interpretare Noè, e il Diluvio vissuto come un’epopea contadina, salvare gli animali e quel che si può salvare così come è avvenuto infinite volte durante alluvioni, tempeste, e tutti quei fenomeni naturali che mettevano (e mettono) in serio pericolo la sopravvivenza stessa dei contadini e degli allevatori.
Un’operazione simile fu tentata negli anni ’60, al cinema e con l’intenzione di ricavarne un kolossal, dal produttore Dino De Laurentiis: a guidare l’impresa fu chiamato un altro grande regista, John Huston. Huston, che era anche un ottimo attore, si prese la parte di Noè; ed è divertente confrontare i due episodi. La differenza fondamentale tra i due è che Olmi è credente e cattolico, Huston è un agnostico che guarda a tutto con occhio attento e profondo ma anche molto sarcastico e distaccato. Insomma, John Huston era cosciente che si trattava solo di un film e che gli era stato proposto un baraccone in stile “Ben Hur” o “I Dieci Comandamenti”; ci si adegua e si diverte, ripromettendosi di essere più serio e più profondo in altri film (cosa che ha sempre fatto e che continuerà a fare). Ermanno Olmi invece approfitta della produzione e dei finanziamenti per realizzare un suo progetto, evidentemente pronto da molto tempo: ed è un vero peccato che non abbia potuto continuare.
A proposito, quando si parla della pena di morte e salta fuori l’espressione “Nessuno tocchi Caino”, non avete idea di quanta gente non sa che è una frase della Bibbia, proprio del “Genesi”; e che a pronunciarla non è propriamente – scusate l’espressione – il primo pirla che passa; e neanche il secondo né il terzo. Ma qui il discorso mi si allarga spaventosamente, passo e chiudo e non sto lì a dire di guardare Olmi: se i sedicenti cristiani non leggono la Bibbia, non dico tutte le tremilasettecento pagine ma nemmeno le prime dieci, figuriamoci se hanno tempo da perdere con queste storie di Abele e di suo fratello, con tutto il tempo che è passato.
Comunque sia, mi sono accorto che è da tanto tempo che non rileggo l’episodio di Caino e Abele: è ora di porvi rimedio.
GENESI 4, 1-24 - GENESI 5, 1-3
Caino e Abele
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: « Ho acquistato un uomo dal Signore ». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta.
Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: « Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dóminalo ».
Caino disse al fratello Abele: « Andiamo in campagna! ». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: « Dov'è Abele, tuo fratello? ». Egli rispose: « Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? ». Riprese: « Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra ».
Disse Caino al Signore: « Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere ». Ma il Signore gli disse: « Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! ».
Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
La discendenza di Caino
Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech.
Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto.
Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
Lamech disse alle mogli: «Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette ».
Set e i suoi discendenti
Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set.
« Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso ». Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.
Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati.
Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì. (...)
(da “La Sacra Bibbia”, ed. CEI, editio princeps 1971)
Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato, e perché il tuo volto è abbattuto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo!» Genesi 4, 4-8
Olmi (grazie!) illustra il “non gradimento” del Signore con cinghiali e piogge torrenziali sui campi coltivati dal contadino Caino; io ne traggo per me una lezione, fermarsi e immaginare come sarebbe andata se Caino non avesse ceduto alle sue amarezze. (5.4.1996, primo anniversario)
Finalmente un grande film di Olmi, toccante, bello e rivelatore. Non so quanto sia adatto al pubblico televisivo, ma Dio sia lodato (sempre, e per questa sera in particolare). E se Olmi rifugge dalla “spettacolarità” più facile (il diluvio e l’arca diventano la notte spaventosa di tempesta in una stalla bergamasca) c’è da guadagnarci in profondità e in poesia. A tratti sembra di vedere Paradzhanov, ma è Olmi. I bambini sono bellissimi, e così le donne; e l’idea di fondo di Caino come un ragazzo molto giovane poteva venire solo a Olmi, poesia e attualità della Bibbia... (aprile 1996)
«Credo che quando Cristo raccomandava di non poter rappresentare il volto di Dio volesse dire che quel volto è nella magnificenza del creato.»
Ermanno Olmi, dal corriere della sera 9.11.1993
Rileggere la Genesi come la nascita di un bambino, la Vita.La voce di un bambino, una voce dal buio che dice “mamma”: è la Creazione, secondo Ermanno Olmi. E’ un film pieno di bambini, anche Caino è un adolescente, e questa di mostrare la Creazione attraverso i bambini è un’idea semplice e forte. La Natura è mostrata con immagini degne di Tarkovskij, l’asina allatta il figlio e lo abbraccerebbe se potesse, forse è per questo che sono state create le braccia, per tenere i figli mentre si allatta....
E’ un film per il cinema e non per la tv; le immagini grandi e belle, la voce narrante di Omero Antonutti (“in principio era il caos...), l’oscurità di molti suoi momenti, tutte cose che si addicono poco alla tv.
In principio era il Caos: prima della fecondazione, l’ovulo e lo spermatozoo appena creati, ancora lontanissimi; e il buio. L’argilla, il fango della Creazione, ci ricorda che tutte le creature viventi hanno in comune la chimica del Carbonio; Adamo che si addormenta durante l’operazione, mentre Dio esegue l’operazione, Eva che nasce da una costola, forse il passaggio dall’ameba, dalla riproduzione asessuata, alla separazione e differenziazione fra i sessi?
Olmi chiude il film con l’immagine di Caino (un ragazzo, molto giovane) che “alza la mano su suo fratello”, e la associa al divieto di prendere il sangue dagli animali viventi... Olmi spiega così bene la Bibbia che ci si chiede come mai c’è ancora gente che la fraintende, che non capisce, che equivoca...
La Genesi secondo Olmi rimanda stranamente (ma non poi tanto) a Koyaanisqatsi, per il susseguirsi delle immagini ma anche perché si parla dell’uomo e delle catastrofi che provoca: Sodoma e Gomorra, e le profezie degli Hopi riportate nel film di Godfrey Reggio: « Se scaviamo cose preziose dalla terra, stiamo chiamando la catastrofe.»
Ma c’è anche la voce di Antonutti, che ricorda quella di Romolo Valli nella versione italiana di “Lo specchio” di Tarkovskij, e l’incanto delle immagini è spesso ancora Tarkovskij.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento