domenica 1 novembre 2009
Dieci piccoli indiani
And then there were none (Dieci piccoli indiani, 1945) Regia: René Clair; sceneggiatura: René Clair e Dudley Nichols (dal romanzo di Agatha Christie “Ten Little Niggers”); fotografia: Lucien Andriot; scenografia: Ernst Fegte; musica: Charles Previn; interpreti: Barry Fitzgerald (il giudice Quincannon), Walter Huston (il dottor Armstrong), Louis Hayward (Philip Lombard), Roland Young (Blore), June Duprez (Vera Claythorne), Sir C. Aubrey Smith (Mandrake), Mischa Auer (Niki Starloff), Judith Anderson (Emily Brent), Queenie Leonard (Signora Rogers), Richard Haydn (Signor Rogers); produzione: René Clair-20th Century Fox; durata: 97'.
Il racconto di Agatha Christie è famosissimo: dieci persone in un posto inaccessibile, isolate. Uno di loro è un assassino; e, soprattutto, chi le ha convocate lì, e per quale motivo?
Confesso di non essere un appassionato di thriller, e di aver letto pochissimo di Agatha Christie; “Dieci piccoli indiani” lo trovo divertente ma inverosimile. Detto questo, il film di René Clair è tra i miei preferiti in assoluto: esistono altre versioni cinematografiche di “Dieci piccoli indiani”, ma nessuna è bella come questa. I film più recenti, a colori e sempre con ottimi attori, sono spesso migliori in qualche sequenza o in qualche attore, ma nell’insieme il film René Clair mi è sempre sembrato imbattibile, e vedendo i remake successivi mi sono sempre trovato a sbuffare e a deplorare la mancanza di questo o quel particolare, di qualche attore, e poi la storia la sapevo già, eccetera. Insomma, come fanno i bambini: anch’io bambino, in questo caso voglio sempre vedere lo stesso film, e guai a chi me lo tocca.
E’ per questo che, appena uscito in dvd, mi sono affrettato a comperarlo e a portarlo a casa. Ormai non lo vedevo da tanti anni, tante cose me le ero dimenticate, e poi c’era la possibilità di vederne una copia in buone condizioni (non come le proiezioni tv) e anche in lingua originale (ma il doppiaggio italiano è ottimo).
“Dieci piccoli indiani” passa per un film minore di Clair, ed è vero: ma solo nel senso che Clair è stato attivo per più di quarant’anni senza interruzioni, e di capolavori ne ha girati tanti. Ma, come si è detto, è di visione piacevolissima, ci sono affezionato, ed è un film che per me ha un solo grande difetto: Mischa Auer era in forma strepitosa, bisognava tenerlo in vita almeno per un’ora...
Ma di più non posso dire, perché probabilmente c’è ancora qualcuno che non conosce il piccolo gioiello di Agatha Christie, e non si fa il dispetto di raccontare i film come questo – anzi, ho già detto fin troppo.
Mi segno il magnifico barcaiolo dell’inizio (avrà una funzione nel corso della storia? ah, saperlo...), l’uso del disco fonografico (registrare i suoni in casa non era facile, al tempo del grammofono e dei 78 giri), e un gruppo di attori molto familiari per chi conosce la storia del cinema e allora molto popolari. Per non citarli tutti, direi il vecchio colonnello inglese di Cecil Aubrey Smith (un colonnello Mandrake, molto prima del personaggio di Peter Sellers nel “Dottor Stranamore” di Kubrick), poi Walter Huston, padre di John Huston e grande attore, nella parte del medico. E aggiungerei il gatto, che nella storia ha una sua importanza: è certamente l’unico che conosce l’identità del misterioso padrone di casa.
Rimane da dire che la canzone che dà il titolo al film, una filastrocca per bambini ma molto crudele, nasce come canzoncina razzista, “dieci piccoli negri” poi corretto in “piccoli indiani” ma sempre poco raccomandabile. L’esecuzione che ne fa Mischa Auer al pianoforte è comunque da antologia, impossibile rifarla uguale.
Chiudo con una nota sui quadri sulle pareti: non hanno alcun rapporto con la narrazione ma ce ne sono di veramente curiosi, come il gentiluomo di Frans Hals che sarà già noto ad alcuni lettori di questo blog; chissà chi lo avrà scelto, certo non è il tipo di quadro che ci si aspetterebbe di trovare in una casa su un’isola deserta. Lo ritaglio e lo metto qui sotto, anche per salutare l’amico che mi ha insegnato a usare il programma di Blogger.
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4 commenti:
Ehi, fermati! E' difficile starti dietro. Farò come sempre, mi leggerò pian piano i vari post, e commenterò come e quando ne avrò voglia e tempo eh eh. Su Clair abbiamo una passione in comune; non ho visto questo film e provvederò subito a cercarlo. Poi magari ti farò sapere.
Ermione, ormai ho iniziato...vado avanti.Con Clair penso che farò come con Tarkovskij, da qui in avanti seguirò l'ordine cronologico finché posso; ma di Dieci piccoli indiani avevo voglia di parlare. (Ne ho visti tanti, purtroppo non tutti.)
Eccolo qui il tuo omaggio all'amico: infatti ricordavo di averlo già visto. Mi era piaciuto allora, al tempo di questo post, e mi piace adesso che l'amico non c'è più.
Glielo avevo spedito un anno fa, questo fotogramma, per il suo compleanno: 3 aprile.
Era stato contento, ma ormai erano quasi cinque mesi che non rispondeva alle mie mail...E non ho mai capito perché. Poi, come sai, sono stato senza pubblicare niente fino a novembre.
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