venerdì 9 dicembre 2011

John Huston ( II )

Il mistero del falco – The Maltese Falcon (1941)
Un capolavoro, e di più non saprei cosa aggiungere. A me non piacciono molto i film e i libri di questo genere, però col tempo ho imparato ad apprezzare Dashiell Hammett come persona, e devo dire che questa storia è molto ben costruita, con personaggi molto ben disegnati. E’ anche una storia che non poteva capitare in mani migliori, e consiglierei di rivedere questo film abbinato a “Il tesoro della Sierra Madre”: la risata finale del vecchio cercatore, quando si accorge che l’oro è tornato da dove era venuto, è la spiegazione migliore di tutto quello che succede in “Il mistero del falco”. Lo stesso spirito beffardo e irridente (ma serissimo) si vedrà in “Beat the devil” e in molti altri film di Huston.
In questa nostra vita - In this our life (1942)
Film con Bette Davis e Olivia de Havilland: ne ho solo un vago ricordo.
Agguato ai tropici (1942)
Girato in tempo di guerra, quindi con molta propaganda. Non lo vedo dal 1990, quando ne scrivevo così: «Film minore di Huston, girato con sapienza e ritmo, però è un pastrocchio bellico pieno di luoghi comuni (del giapponese di seconda generazione, nato negli Usa, non ci si può fidare...) Bogart, al solito, in bilico tra la caricatura di se stesso e la grande interpretazione, ma il film resta poco credibile. La Astor è molto bella ma non è “la ragazza che sognavi a diciott’anni”, eccetera.»
Il tesoro della Sierra Madre – The treasure of the Sierra Madre (1948)
Ne ho parlato diffusamente, i post sono qui in archivio; è uno dei miei film preferiti in assoluto.
L’isola di corallo – Key Largo (1948)
Film con H.Bogart, EG Robinson, L.Bacall, e Barrymore; non lo vedo da tempo immemorabile, ho tentato di guardare il remake recente con De Niro, ma non mi è piaciuto per niente.
Giungla d'asfalto (1950)
L’ultima volta che l’ho visto è stato nel 1990: ne scrivevo una breve recensione molto positiva, facendo un paragone con Kubrick (The killing) e con “Le rififi” di Dassin;
La prova del fuoco (1951)
Nel 1990 o 1991 ne scrivevo così: «Tutt’altro che un film minore, punto debole è solo il finale “patriottico”. Tecnicamente, un film magistrale che fa pensare a Kubrick FMJ e a Barry Lyndon. I personaggi sono scolpiti con un’asciuttezza epica che è raro vedere (se non in Huston, quando ci si mette). Forse del vero Huston mancano l’ironia e il disincanto (l’eccesso opposto in “Beat the devil”).»
La regina d’Africa (1951)
Un altro film che non vedo da moltissimi anni. Fino a pochi anni fa i film di Huston e di tutti i grandi registi erano molto facili da vedere in tv, e piacevano un po’ a tutti; non riesco a capire come mai siano completamente scomparsi dalla programmazione. O meglio, lo capisco benissimo: sono gli effetti di venticinque anni di disinformazione e di pubblicitari nei posti di comando, gli stessi effetti che hanno avuto come causa l’attuale gravissima crisi economica. Dicono che la crisi viene da fuori, io direi che viene dall’ignoranza e dalla presunzione, e anche dall’ideologia liberista dominante. Ma qui sto parlando di cinema, passo al prossimo film anche per non stare troppo male al pensiero di cos’hanno combinato (non dico chi, ma penso che si sia capito).
Moulin rouge – Moulin Rouge (1952)
Il tesoro dell’Africa – Beat the devil (1954)
Moby Dick – Moby Dick (1956)
Di questi tre film ho parlato diffusamente, i post sono qui in archivio.
L’anima e la carne - Heaven knows, Mr. Allison (1957)
Un film che ho provato a vedere diverse volte, ma sempre perdendo la pazienza. Penso che dovrei cercare la versione originale, probabilmente con le vere voci degli attori può diventare interessante. Per decenni è circolato in tv in versioni molto manipolate, quasi inguardabile: il cinemascope dava molti problemi quando si trattava di trasmettere i film in tv, e li dà ancora oggi perché è un formato davvero enorme. Anche al cinema, non sempre i formati così grandi erano adatti allo schermo: c’erano spesso “mascherine” davanti al proiettore che tagliavano una parte dell’immagine. In tv si rimediava “zoomando”, e il più delle volte erano lavori fatti a regola d’arte, il film non ne soffriva più di quel tanto. Con “L’anima e la carne” invece lo scempio era totale...si vede che era finito in cattive mani. Spero che nei passaggi in tv odierni le cose siano un po’ migliorate: questo è un film che infatti viene ancora trasmesso in tv, perché una storia d’amore con una suora è ancora roba che fa audience (secondo quanto ne pensano i pubblicitari, naturalmente). La suora in questione è Deborah Kerr, una delle attrici più belle (e brave) di tutta la storia del cinema, che nel 1947 aveva già interpretato una suora in un grande capolavoro, “Narciso nero” di Powell e Pressburger.
Nel 1991 ne scrivevo così: «L’anima e la carne, o meglio: “Heaven knows, Mr. Allison”. Un ottimo esercizio, con sceneggiatura eccellente e due attori su misura anche se la Kerr, come dice Mitchum nel film, era davvero troppo bella per fare la suora. Huston si sacrifica un po’, è difficile capire che si tratta di un suo film, e poi non capisco il senso del cinemascope per un soggetto come questo.»
Il barbaro e la geisha – The barbarian and the geisha (1958)
Le radici del cielo – The roots of heaven (1958)
Altri due film che sono già nell’archivio del blog.
Gli inesorabili – The unforgiven (1960)
Uno dei pochissimi western di John Huston, con Audrey Hepburn e Burt Lancaster. Un altro film che andrebbe rivisto con calma e nella versione originale. Nel 1990 mi ero segnato questo appunto: «Un film dove il vero Huston si vede poco, ma quando c’è è grande. Parecchi buchi nella sceneggiatura, che rimane parecchio inferiore a quella di Sentieri selvaggi di John Ford; inoltre il finale è poco credibile (serviva il settimo cavalleggeri, altro che Cash!)»
(continua)

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