Woyzeck (1978). Regia di Werner Herzog. Dal dramma omonimo di Georg Büchner. Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein, Michael Gast Scenografia: Henning von Gierke Costumi: Gisela Storch Musica: Fiedelquartett Telč, Antonio Vivaldi, Alessandro Marcello. Interpreti: Klaus Kinski (Franz Woyzeck), Eva Mattes (Marie), Wolfgang Reichmann (Capitano), Willy Semmelrogge (Dottore), Josef Bierbichler (Tamburmaggiore), Paul Burian (Andres), Volker Prechtl (Apprendista), Dieter Augustin (Imbonitore), Irm Hermann (Margret), Wolfgang Bächler (L'ebreo), Rosy-Rosy Heinikel (Käthe), Herbert Fux (Sottufficiale), Thomas Mettke (Oste), Maria Mattke (Ostessa) Riprese: 13 luglio-3 agosto 1978 a Telč (Cecoslovacchia) Durata originale: 81'
Sul dvd del “Woyzeck” (Ripley’s Home Video), a differenza di quanto avviene negli altri dvd, Werner Herzog parla del film (con Laurens Straub) non come commento immagine per immagine, ma in un filmato a parte che si trova tra gli extra nell’intervista: la ragione sta nel fatto che il “Woyzeck” è uno dei grandi testi della letteratura tedesca, e nel film sono stati rispettati tutti i dialoghi originali; e dunque Herzog non ha voluto sovrapporsi ai dialoghi di Georg Büchner.
Nel commento si parla molto di alcuni collaboratori abituali di Herzog: soprattutto di Jörg Schmidt-Reitwein (direttore della fotografia) e dello scenografo Henning von Gierke. Henning von Gierke vinse l’Orso d’Argento a Berlino proprio per la scenografia del Woyzeck, ma ha realizzato autentici capolavori anche nel Nosferatu, nel Kaspar Hauser, e in altri film di Herzog. Henning von Gierke ha un suo sito internet molto bello, che vale la pena di visitare anche se non si conosce il tedesco: http://henningvongierke.de/
Il Woyzeck fu girato subito dopo “Nosferatu”, di seguito, a pochi giorni di distanza uno dall’altra; come si vede nel film, Kinski ebbe appena il tempo di farsi ricrescere i capelli di qualche millimetro. Woyzeck fu girato in 17 giorni, aggirando la burocrazia e facendo credere che si girasse sempre “Nosferatu” per non dover rifare la trafila dei permessi, che è sempre molto complicata ma che lo era ancora di più nella Cecoslovacchia di allora, dove sono girati gli esterni di tutto il Woyzeck e di parte del film precedente.
- Sia in Nosferatu che in Woyzeck avevi al tuo fianco Kinski, Jörg Schmidt-Reitwein, Henning...
- ... Gisela Storch per i costumi, Henning von Gierke per la scenografia, e Ulrich Bergfelder che ci ha aiutati con la scenografia. Naturalmente, ad arredare i set era Henning von Gierke, che ha fatto un lavoro straordinario. Ulrich Bergfelder era il suo assistente, e in seguito ha lavorato come arredatore in molti film (...) La nostra era un’equipe consolidatasi nel corso degli anni (...) è un modo di lavorare che ho sempre ritenuto giusto. Di solito per la lavorazione di un film si mette insieme una troupe in fretta e furia, che poi però difficilmente lavora come intendo io. Avere un’equipe come questa significa avere qualcuno di cui ti fidi ciecamente, ognuno conosce i punti di forza e le debolezze dell’altro, e ci si compensa a vicenda. Tra l’altro, i nostri ruoli non erano mai rigidamente prestabiliti: per esempio anch’io ho contribuito alla scenografia.
(...)
- So che Jörg Schmidt-Reitwein fa anche l’insegnante, e che appena può porta i suoi allievi al museo per ammirare la grande pittura, i fiamminghi, e in particolare Vermeer. Che impronta ha dato ai tuoi film?
- A differenza di Thomas Mauch, che ha un vero e proprio istinto per l’evoluzione e il ritmo della scena, Jörg ha uno straordinario intuito per il ritmo delle immagini e per le luci. Se c’era da risolvere un problema con le luci (per esempio in Nosferatu, dove la luce, la penombra e il buio giocano un ruolo chiave), Jörg è sempre stato provvidenziale. Anche in Woyzeck è evidente la maestria nell’illuminazione degli interni, il calore che emana dal legno, la profondità che dà una finestra...
(citazione di Vermeer, per la scena con Marie e il bambino davanti alla finestra, con la tavola e dietro la luce che viene dalla piazza)
(...)
- A proposito di Henning von Gierke, in seguito lo hai portato anche a Bayreuth.
- Sì. Henning nasce come pittore, e film come Nosferatu, Woyzeck, Fitzcarraldo sono stati influenzati dalla sua sensibilità di pittore. Lo ringrazio molto per questo. Era chiaro che per la mia prima regia di un’opera a Bayreuth, il Lohengrin, (ci sono delle immagini sul dvd, nell’intervista al minuto 22) volessi un allestimento quasi pittorico del palcoscenico, anche se all’epoca quel palcoscenico si imponeva per la sua fisicità. Sul palco scorrevano 65 tonnellate d’acqua, che sotto forma di onde, di alta e bassa marea, sembravano riversarsi sul pubblico e poi scomparivano silenziosamente nel giro di 14 minuti. Era impossibile capire come l’acqua scomparisse tanto facilmente. Queste sono cose che trascendono la pittura ma che rimandano continuamente ad elementi plastici e pittorici. Per mia fortuna ho conosciuto Henning von Gierke, e ho potuto realizzare con lui cose meravigliose. Allo stesso modo sono stato fortunato a lavorare con una costumista come Gisela Storch (...)
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