sabato 21 aprile 2012

C'eravamo tanto amati

C’eravamo tanto amati (1974) Regia di Ettore Scola. Scritto da Ettore Scola con Age e Scarpelli. Fotografia di Claudio Cirillo. Musiche originali di Armando Trovajoli. Interpreti: Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli, Aldo Fabrizi, Elena Fabrizi, Ugo Gregoretti, e nella parte di se stessi Federico Fellini, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Isa Barzizza, Nello Meniconi, Mike Bongiorno. Durata: 125 minuti

E’ il film dove tre partigiani, quattro con la Sandrelli, si ritrovano insieme, per caso, dopo 25 anni. Due di loro hanno continuato a vedersi e frequentarsi; il terzo ha fatto fortuna sposando la figlia di un ricco palazzinaro. I primi due sono interpretati da Nino Manfredi e da Stefano Satta Flores, il terzo è Vittorio Gassman; la moglie di Gassman è Giovanna Ralli, suo suocero è interpretato da Aldo Fabrizi, la suocera è interpretata dalla sorella di Fabrizi. Il retroscena di questo ricco matrimonio, lo verremo a sapere più avanti, è un litigio fra il giovane Gassman e Stefania Sandrelli, ai tempi della Resistenza. Il secondo ex partigiano è interpretato da Stefano Satta Flores, un appassionato di cinema che perde un’ingente somma a un quiz televisivo, “Lascia o raddoppia”, pur avendo ragione: infatti conosce di persona un dettaglio sulla lavorazione di Ladri di biciclette che però non è ancora riportato dai libri, ma lui era lì vicino a De Sica e lo sa. Molti anni dopo, Vittorio De Sica (che appare di persona nel film) confermerà che lui aveva ragione, ma ormai di quel quiz si è persa la memoria. Il terzo, infine, è Nino Manfredi, portantino in ospedale.
Oltre a Vittorio De Sica nel film ci sono, interpretando se stessi, Federico Fellini con Mastroianni alla Fontana di Trevi (ci si immagina che i protagonisti passino da quelle parti mentre si sta girando “La dolce vita”, e Fellini sta al gioco), Mike Bongiorno, più molte foto di Monica Vitti e di Antonioni in citazione esplicita del cinema dei primi anni ‘60. Roma, sullo sfondo, appare ancora una città vivibile.
Non sono sicuro che “C’eravamo tanto amati” sia un capolavoro, anzi direi proprio di no, però è un film che si fa vedere e che strappa qualche bella risata. Nella mia personalissima memoria lo confondo sempre con un altro film di Scola, “Una giornata particolare”: in effetti i due film hanno molto in comune. Lo ritengo un film molto sopravvalutato, basato su personaggi fasulli, più commedia che indagine vera sui personaggi e sul tempo che vivevano: l’osservazione di chi è sempre stato esterno al movimento operaio e che non ha mai vissuto sulla sua pelle queste cose. C’è molta più verità in “Audace colpo dei soliti ignoti”. Insomma, l’analisi è troppo superficiale, si vede proprio che Scola, Age e Scarpelli non sanno cos’è un operaio, per tacere della Resistenza trattata quasi da qualunquista, per sentito dire, sia pure con qualche ombra di verità. Per dirla tutta, i protagonisti mi sembrano tre cretini, oltretutto senza coscienza di classe; e poi chi se ne frega di Mike Bongiorno, non c’era nient’altro da ricordare?
So bene che questo commento rischia di diventare un po’ troppo duro, il film è invece piacevole, ma su “C’eravamo tanto amati” esiste da sempre una vera valanga di commenti compiaciuti, io invece ammiro molto Scola come persona, ma al cinema gli preferisco Elio Petri e Francesco Rosi, e sono sicuro che da questo soggetto, nelle loro mani e magari con Tognazzi e Volontè protagonisti, sarebbe uscito un film davvero memorabile, e non solo una commedia come tante altre.
Dovendo conservare un’immagine da “C’eravamo tanto amati”, sceglierei la caratterizzazione di Aldo Fabrizi, una prestazione da grandissimo attore, o magari un fermo immagine di Giovanna Ralli: non per il suo personaggio, ma perchè in questo film appare bellissima, quasi radiosa.

2 commenti:

A Gegio film ha detto...

Beh, Rosi o Petri alla regia, con quegli attori, è un bellissimo sogno. A me comunque non dispiace affatto ciò che ne ha tirato fuori Scola.

Giuliano ha detto...

sì, non discuto Scola come scrittore e come regista, diciamo però che io mi sento molto lontano dal suo cinema. Come persona, Ettore Scola mi piace molto.