PORTE DES LILAS (QUARTIERE DEI LILLA’, 1957) Regia, sceneggiatura e dialoghi: René Clair (dal romanzo di René Fallet “La grande ceinture”); fotografia: Robert Lefebvre e Albert Militon; scenografia: Léon Barsacq; musica: Georges Brassens; interpreti: Pierre Brasseur (Joujou), Georges Brassens (l'Artista), Henry Vidal (Pierre Barbier, il ricercato), Dany Carrel (Maria), Raymond Buissières (Alphonse), Amédée (Paulo), Alain Buvette (l'amico di Paulo), Bugette (il brigadiere), Annette Poivre (Nénette), Gabrielle Fontan (Signora Sabatier) Alice Tissot , Albert Michel, Gérard Buhr, Paul Faivre, Teddy Bilis, Bever, Sylvain. Durata: 95'.
Un pericoloso bandito si nasconde nella casa di un abitante del Quartiere dei Lillà, a Parigi : a condividere il segreto sono l’Artista (Georges Brassens, un musicista) e il suo amico Joujou, un simpatico balordo dedito all’alcool (Pierre Brasseur). Potrebbe essere l’inizio di un thriller, ma invece Clair indirizza il soggetto verso una commedia leggera da teatro dell’assurdo, dove l’ospite (il bandito) diventa via via sempre più ingombrante e finisce col non andarsene più. Per la prima ora del film, dunque, il tono generale è molto piacevole, e siamo all’altezza del René Clair migliore, con molte belle trovate; però poi bisogna trovare un finale alla storia, e bisogna ammettere non era facile. Qui entra in gioco la ragazza, la bella Maria (Dany Carrel) di cui è innamorato da sempre Joujou, e che invece finirà per innamorarsi del bandito. Il finale è quindi molto serio, addirittura drammatico; ma io cerco di non raccontare mai i finali e anche per oggi mi atterrò alla regola.
Fra le trovate più belle di Clair, da antologia del cinema, è la ricostruzione della rapina fatta attraverso i giochi dei bambini, in strada: un’idea che sarebbe venuta a pochi altri (magari a De Sica e Zavattini), condotta con mano veramente felice. Un’altra trovata molto felice, che però rischia di sfuggire a chi non conosce bene la lingua francese (come me) è l’uso delle canzoni e della musica di Georges Brassens (l’Artista che ospita suo malgrado in casa il pericoloso bandito). Le musiche e le canzoni di Brassens, voce e chitarra acustica, sono molto belle e sempre perfettamente intonate alle sequenze in cui vengono eseguite. L’uso della musica come parte integrante della narrazione è del resto una delle caratteristiche di René Clair, fin dai tempi di “Sotto i tetti di Parigi” e di “Il milione”, agli inizi del sonoro, e sempre con esiti felicissimi.
Nel film c’è anche musica di Schubert, sia pure molto “massacrata” (cioè eseguita non in tono) dalla radio che ascolta il bandito: si tratta di frammenti dal quintetto “Die Forelle” (La trota) e del famosissimo Moment musicale n.3 in fa minore, in origine per pianoforte.
Eccellenti gli attori, come sempre, e molto buono il doppiaggio italiano in cui è immediatamente riconoscibile la voce di Carlo Romano (Joujou-Pierre Brasseur). (agosto 2011)
I film di Clair che mi mancano o che vorrei rivedere:
Un chapeau de paille d’Italie (1927)
E’ una commedia magnifica, scritta a metà Ottocento da Labiche. Conosco bene la versione operistica che ne fece Nino Rota nel 1955, “Il cappello di paglia di Firenze”, musica e libretto (il libretto insieme alla moglie); dopo aver visto “Il milione” il sospetto che anche René Clair ne abbia tratto qualcosa di molto divertente è più che fondato.
I due timidi (1928)
E’ ancora una commedia di Labiche.
Break the news-Vogliamo la celebrità (1937)
Girato in America, con Maurice Chevalier protagonista: dovrei averlo visto, ma in anni così lontani che ne ho perso la memoria.
Accadde domani (1943)
Questo invece me lo ricordo bene, soprattutto per i costumi che mi sembravano davvero bizzarri. E’ un film ancora oggi molto copiato, quasi sempre senza citare la fonte: l’uomo che riceve ogni giorno il giornale di domani...
La beauté du diable (1949)
Il Faust di Goethe, protagonisti due attori che amo moltissimo, forse i miei preferiti in assoluto : Michel Simon e Gerard Philipe. Visto e rivisto, ma purtroppo mi manca da troppo tempo; e ne vorrei un bel dvd, di quelli fatti bene, con il sonoro originale, con tanti retroscena, interviste d’epoca...
Tutto l’oro del mondo (1961)
Un ricordo vago, più che altro per il titolo.
Les fêtes galantes (1965)
Ha un titolo italiano molto balordo, “Per il re per la patria e per Susanna”: l’originale si rifà a Lully, a Rameau, ma non mi ricordo di averlo mai visto. E’ l’ultimo film girato da René Clair.
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