lunedì 11 gennaio 2010

Lancillotto e Ginevra ( II )

Lancelot du Lac (Lancillotto e Ginevra , 1974) Scritto e diretto da Robert Bresson. Liberamente tratto da Chretien de Troyes. Fotografia di Pasqualino De Santis. Musica di Philippe Sarde. Con Luc Simon (Lancelot), Laura Duke Condominas (Ginevra), Humbert Balsan (Gauvain), Vladimir Antolek-Oresek (Re Artù), Patrick Bernhard (Mordred), Arthur de Montalembert (Lionel) Durata 85 minuti

Due cavalieri giungono al castello, dal bosco: hanno la bandiera a scacchi di Escalot.
- Che cosa verranno a fare?
- A vedere se respiriamo ancora.
Artù accetta la loro richiesta di un torneo, confidando in Lancillotto.
Prove del Torneo, con gran fervore di tutti.
- Basta un torneo per far rinascere i cavalieri. – commenta Galvano.
Tutti cavalieri guardano la finestra della stanza di Ginevra, anche Mordred.
- Ginevra è la nostra sola donna, il nostro sole. – dice ancora Galvano.
Galvano e Lancillotto decidono di allenarsi combattendo insieme: “Che pericolo c’è?”
Lancillotto e Ginevra, ancora soli, di nascosto nel fienile. Ginevra cerca il suo scialle.
Ginevra: Lo ha preso qualcuno.
Lancillotto si toglie l’armatura e abbraccia Ginevra.
- Mi ami ancora?
Sotto le finestre, si aggirano Mordred e i cavalieri a lui fedeli, in cerca di prove contro Lancillotto.
- Ho paura.
- Sei con me, di cosa vuoi avere paura?
- Stringimi, non sono un fantasma: lo senti?
(scena d’amore fra i due)
- Non andare a quel torneo. Quando saranno via tutti, io sarò ad aspettarti nella mia stanza.

Proseguono i preparativi per il Torneo di Pentecoste, che vediamo nei particolari.
Intanto, Mordred e i suo si appostano fuori dalla stanza di Ginevra e preparano un attentato contro Lancillotto.
- Il pavimento macchiato dal suo sangue, qui, dimostrerà l’adulterio e smaschererà il traditore.
Giorno, preparativi per il torneo. Galvano e Mordred stanno per sfidarsi, discutendo su Lancillotto e Ginevra, ma l’arrivo di Lancillotto li ferma. Lancillotto comunica a tutti che non combatterà nel torneo, poi si allontana. Galvano lo raggiunge e protesta.
I cavalieri vengono aiutati a salire in sella; poi Artù stesso li guida. Lancillotto li osserva seminascosto dentro la sua tenda. I cavalieri partono per partecipare al Torneo.
Notte. Mordred e i suoi sono davanti alla stanza di Ginevra, pronti per colpire Lancillotto. Si sente arrivare una persona, ma è una delle ancelle di Ginevra. Vediamo il bagno di Ginevra, una lunga sequenza: Ginevra ha un aspetto virginale. La Regina si guarda allo specchio, tre ancelle vestite di nero la lavano e la pettinano.
Lancillotto si rimette l’anello, poi si rivolge allo scudiero:
- Prendi l’armatura bianca, e uno scudo senza colori. Controlla che nella stalla non ci sia nessuno. Sella il sauro. Parto.
- Di notte, così, solo?
- Fila via, idiota. Presto, e bocca chiusa: altrimenti...
Poi Lancillotto si rivolge al Signore, in chiesa, e chiede perdono. Dopo questa sera, si sacrificherà in tutto a Lui.

Ginevra allo specchio, nella sua stanza, viene pettinata con cura. Vediamo la sua finestra (una bifora) controluce, nel buio.

Artù e i cavalieri marciano nel bosco, verso il Torneo.
- Perché Lancillotto non è qui con noi? – chiedono. Mordred accusa Lancillotto, Galvano lo contesta, sarà necessario un duello fra i due dopo il Torneo.
Il Torneo. Susseguirsi ritmato di bandiere, di scontri con la lancia, a cavallo. Vediamo molte bandiere e molti cavalli. Tra un combattimento e l’altro, suono di zampogna. Vediamo i cavalli solo dalla testa in giù, zoccoli e sabbia; non vediamo mai i cavalieri che combattono, li vediamo però quando cadono o quando vengono portati via in barella. Vediamo Artù e i suoi seguire passo passo il Torneo, commentare le sorti. Il Torneo si mette male per i cavalieri di Re Artù, ma ecco arrivare un cavaliere in incognito, che combatte per loro. Dal suo valore, è facile pensare che sia Lancillotto. Stavano perdendo, ma il cavaliere incognito abbatte tutti gli avversari; ad ogni colpo, Galvano e Artù commentano: “Lancillotto.”
Stavano perdendo, con Lancillotto vincono. Ma Lancillotto non mostra mai il suo volto, non si fa riconoscere. Alla fine del torneo, il cavaliere incognito se ne va così come è venuto.
Il dubbio rimane, anche se tutti sanno che era lui.
Nel bosco, una volta solo, Lancillotto cade stremato a terra. E’ ferito gravemente.
Altri cavalieri nel bosco, tutti con la celata abbassata, irriconoscibili. Stanno tornando al castello, e discutono: sembra dunque che Mordred abbia avuto torto, Lancillotto è stato fedele.
- Sei certo che fosse lui?
- Sì. Ma il mio colpo è scivolato, e la mia lancia si è piantata nella sua cintura.
I cavalieri consegnano gli elmi agli scudieri, vediamo i loro elmi uno per uno. Ginevra è alla finestra, in attesa.
Galvano racconta del torneo a Ginevra.
- Non avete visto il suo volto? Non ha parlato con nessuno?
- Con nessuno.
- C’è qualcosa che non vuoi dirmi.
Nell’uscire, Galvano incontra gli altri cavalieri. Lionel vuole sfidare Mordred, ma Galvano gli dice che solo Lancillotto può combattere e dimostrare che Mordred è in torto.
I cavalieri ripartono in cerca di Lancillotto, ma c’è divisione. Artù non interviene, e ci si chiede il motivo del suo silenzio.
- Notizie?
- Di lui nessuna traccia, ma la foresta è come stregata.
Arriva un temporale improvviso, le tende vengono fissate per evitare che volino via.
Ginevra è a letto. La sua porta è chiusa dall’interno.
Mattino. Vediamo le bandiere sull tende, dopo il temporale: quella di Lancillotto però è finita nel fango. Tutti pensano che Lancillotto sia ormai morto.
Mordred gioca a scacchi, e nel giocare fa pesanti allusioni alla Regina e al Cavaliere. Galvano e Mordred si fronteggiano.

Galvano va da Ginevra, che aspetta Lancillotto nel fienile, il luogo dei loro incontri nascosti. Le riporta lo scialle, che ha trovato da Mordred.
Ginevra è decisa ad aspettare lì dentro il ritorno di Lancillotto. Dice che è vivo, e che tornerà.
Ginevra: Dì a tutti che io appartengo a lui, anima e corpo. Dillo anche ad Artù.
Galvano si allontana. Sotto, ad attenderlo, c’è Artù; Galvano lo prega di non salire.
Più tardi, nel bosco, Galvano prega Artù di non giudicare Ginevra.

I cavalieri cercano ancora Lancillotto, nel bosco.
- Siamo sicuri di agire per il suo bene?
- Non abbiamo scelta.
Ritrovano la donna anziana dell’inizio del film.
- Stiamo cercando uno dei nostri, pensiamo che sia ferito. Tu non l’hai visto?
- No.
Ma Lancillotto è a casa della donna, che lo ha curato. Adesso Lancillotto vuole ripartire, ma non è ancora guarito. Bende piene di sangue fresco sono un po’ dappertutto nella stanza.
- E va bene, andate pure a farvi ammazzare se vi fa piacere. – dice la donna.
- Io vado per vivere, - le risponde Lancillotto.
La ragazza, figlia della donna, lo aiuta a rivestire l’armatura, ma c’è sangue ovunque.
Quando Lancillotto se ne va, a cavallo, la ragazza lo segue con lo sguardo e poi si inginocchia a terra sul sentiero, toccando terra con la fronte.

Notte, nel castello. Lancillotto è tornato da Ginevra.
- Sei tutto insanguinato...
Lancillotto prende in braccio Ginevra, per portarla via.

Con gli amici più fidati, Lancillotto aspetta l’arrivo di Artù e dei cavalieri che verranno a riprendere Ginevra; ci sarà un assedio, bisogna prepararsi. Nel fuggire, Lancillotto ha ucciso due cavalieri: uno è il fratello di Galvano. E’ per questo che Galvano, l’amico più sincero, non è con lui.
Nella scena successivo, Galvano è ferito gravemente e giace nella paglia, bendato fino alle spalle: ha combattuto con Lancillotto. Artù va da lui. Mordred incita Artù, ma Galvano dice che è stata colpa sua, lui ha assalito Lancillotto che si è dovuto difendere, senza riconoscere l’assalitore.
- Ditegli che l’ho fatto solo per vendicare mio fratello, per il resto sono con lui.
Artù gli si avvicina.
- Sire, io voglio salvare la Regina.
- Anch’io.
- Sarebbe una carneficina, dovete evitarla.
- Te lo prometto, Galvano.

Galvano è morto. Artù è disposto a riprendere Ginevra purché Lancillotto si allontani, dato che l’adulterio non è provato.
- Troppo tardi, ormai.
- E’ la nostra ultima notte questa, accetta la proposta di Artù.
Prosegue il dialogo tra Ginevra e Lancillotto, sempre tra il fieno di un casolare; ma stavolta i due amanti non sono da soli, lì intorno si aggirano i cavalieri fedeli a Lancillotto, si teme un attacco militare da un momento all’altro. E’ una scena molto lunga, e intensa.
- Era molto bello, ma non è più possibile.
- L’impossibile è la mia meta.
Alla fine Ginevra dice:
- Lasciami andare.
Vediamo la consegna di Ginevra al marito. Lancillotto è rigido nella sua armatura, Ginevra ha un abito rosa molto semplice e molto bello. Ginevra si avvolge in una coperta, e cammina verso il marito, che la accoglie e la porta nella sua tenda. Lancillotto si volta e se ne va.
Ma giunge la notizia che Mordred ora vuole sfidare Artù: Lancillotto si schiera subito con il suo re, e riparte per combattere.
Si sellano i cavalli, tutti i cavalieri vengono aiutati a rimontare in sella, si abbassano le celate, si prendono le lance, e si corre verso la battaglia.
Fumo dal bosco, campane a stormo. Il bosco.
Un cavaliere sanguina; è in ginocchio e si comprime la ferita, ma il sangue gli scorre dal petto come se fosse acqua. Il suo cavallo corre via senza cavaliere.
Altri morti, altri cavalli senza cavaliere; sangue. Arcieri appostati sugli alberi fanno strage di cavalieri; cavalli feriti, morti, corvi che volano in cielo. Rumori di armature, nitriti, cavalli al galoppo: tutto fuori dall’inquadratura.
Alla fine, rimane un mucchio di morti in una radura, indistinguibili l’uno dall’altro, rottami ammucchiati l’uno sull’altro. L’ultimo è Lancillotto, che fa uno sforzo supremo e si alza da terra. Chiuso nella sua armatura, anche lui uguale agli altri, cammina rigido fino al mucchio di morti e cade in mezzo a loro, invocando una sola volta il nome di Ginevra.


E’ un film che spiazza come pochi altri. Da una parte, c’è la fattura del film: elegante, sobria, con costumi perfetti, scenografie, cavalli e combattimenti: tutto come negli altri film dedicati ai Cavalieri della Tavola Rotonda, e anche meglio. Dall’altra parte, l’assoluta asciuttezza dei dialoghi e delle riprese; non si concede quasi nulla allo spettacolo, davanti a questo film lo spettatore è completamente disarmato.
Il risultato finale è esattamente quello che voleva Bresson: al di là del fascino della storia, e della bravura degli attori (Luc Simon è il più grande e credibile Lancillotto della storia del cinema), gli interessava mostrare l’assoluta insensatezza della guerra, del combattimento, di questi ideali proclamati a parole ad ogni passo (la Fede in Dio!), e contraddetti nei fatti appena un attimo dopo.
E’ così anche nella nostra vita di ogni giorno, sembra dirci Bresson: dove i più violenti sono spesso quelli che più alto gridano il nome di Dio, che si dicono cristiani e bruciano le chiese, in senso figurato e in senso letterale; che cercano i Misteri ma in realtà vogliono misteri qualsiasi, denaro sesso e potere. Una riflessione simile è in “Stalker” di Tarkovskij: dove c’è una Stanza che avvera i nostri desideri – ma quelli veri, non quelli che chiediamo coscientemente ma quelli che neppure noi conosciamo. E conoscere i nostri veri desideri, la nostra intima essenza, può essere la più amara delle esperienze.
Un film di grande fascino e bellezza, ma anche una riflessione agghiacciante: troppo vera per non metterci a disagio, e dare anche i brividi quando ci si ripensa.



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