martedì 26 gennaio 2010

Il diavolo, probabilmente ( II )

Il diavolo, probabilmente (Le diable, probablement - 1977). Regia di Robert Bresson Fotografia di Pasqualino De Santis. Musica: nella sequenza della chiesa di Saint Remy, “Ego dormio, et cor meum vigilat” di Claudio Monteverdi . Musiche originali di Philippe Sarde. Con Antoine Monnier (Charles), Tina Irissari (Alberte), Laetita Carcano (Edwige), Henri de Maublanc (Michel), Geoffroy Gaussen (il libraio), Nicolas Deguin (Valentin), Regis Hanrion (lo psicoanalista). Durata: 95 minuti.
La prima sequenza è il controllo delle suole delle scarpe. Da come è consumata la suola, Charles decide: tu non sai camminare, tu nemmeno, tu sì (l’unica “che sa camminare” è una ragazza).
Poi il gruppo degli amici va ad un comizio studentesco, forse all’università.
L’oratore: Proclamo la distruzione! Tutti possono servire a distruggere! E’ facile. Si possono tenere in pugno migliaia di persone, con gli slogan.
(grida di “bravo!” e applausi)
Charles: Distruggere chi, e come?
Un ragazzo vicino a lui: Sempre domande! E’ per questo che non si fa mai niente.
Altro ragazzo: E che cosa ci sarà, dopo?
Ragazza: Qualsiasi cosa sarà sempre meglio di adesso.
Terzo ragazzo: Se ci facciamo rompere la testa adesso, è meglio sapere a che cosa servirà, se possibile.
Charles: A che cosa servirà? A niente. La nostra sola forza... (ci pensa un attimo, poi ripete alzando la voce) La nostra sola forza...
Ragazza (che è con lui): Lascia perdere.
(Charles viene insultato; se ne va con la ragazza e con gli altri del suo gruppo).

Nella sala di un’associazione ambientalista due ragazzi e una ragazza proiettano un film sulle devastazioni ambientali. Sono in giacca e cravatta, eleganti. Dal proiettore (la ragazza prende appunti con una pila, non è ancora epoca di cassette e dvd) immagini di pesticidi, vapori tossici, lavaggio petroliere, traffico aereo, discariche, piccole foche massacrate. “Minacce di prigione e di morte non li fermerebbero.” “nessuno li ha mai minacciati”. “la Terra sempre più abitata sarà inabitabile. “ “ distruzione di intere specie per il profitto.”La ragazza (Edwige) lascia Michel (il ragazzo con la giacca) e gli dice che lo ama, ma andrà a vivere con Charles.
In chiesa, a Saint Sulpice. Il grande organo viene riparato, si fa manutenzione. Vediamo l’accordatore al lavoro, poi l’aspirapolvere sul tappeto rosso, gesti studiati e lenti, poi le sedie di legno, e i ragazzi che arrivano per ascoltare il giovane prete che tiene una conferenza, un dibattito.
Inquadrati i giovani sulle sedie di legno; fuori campo, voce di ragazza.
Ragazza (fuori campo) E’ perchè Lutero aveva detto che l’ostia si consacrava solo dopo essere stata inghiottita che voi la fate toccare da mani impure?
Prete (fuori campo): Impure?
Ragazza (fuori campo): Mani non consacrate dal sacerdozio.
Ragazzo con giacca di pelle (inquadrato): Montesquieu diceva che il cattolicesimo avrebbe distrutto il protestantesimo, e che poi i cattolici sarebbero diventati protestanti.
Voce maschile (fuori campo): Correte dietro ai protestanti a causa del libero arbitrio e della possibilità che vi dà di vivere e pensare come volete?
(Inquadrato l’aspirapolvere sul tappeto rosso.)
Altra voce maschile (fuori campo): Vogliamo fare entrare il cristianesimo nella vita di oggi.
Ragazzo con giacca e camicia aperta (inquadrato): E perché no la vita di oggi nel cristianesimo?
Terza voce maschile (più anziano, non inquadrato): Siamo stanchi delle vecchie formule.
(Inquadrato ancora l’aspirapolvere, poi l’organo in manutenzione)Prete (inquadrato): E’ una ricerca che portiamo avanti con i fedeli ogni giorno.
Voce maschile (fuori campo): Lasciateci in pace con le vostre ricerche.
Prete: (continua) ...facendo riunioni anche con i protestanti per preparare la chiesa di domani, costruire un cristianesimo più logico.
Nota d’organo.
Due ragazzi:
- Logico? Ma la religione non è logica..
- E proprio per questo, lo si voglia o no, il cristianesimo di domani non sarà una religione.
Due note d’organo. Inquadrato il grande organo di Saint Sulpice.Voce femminile: Bisogna evolversi, vivere il nostro tempo.
Ragazzo (inquadrato): Me ne frego del vostro tempo. (Charles?)
(l’inquadratura è su un ragazzo e una ragazza tra le sedie vuote)

Donna sui 40 (leggermente polemica): Siete tutti così civili e così colti, voi e i vostri vescovi!
Ragazza (a fianco del ragazzo con la giacca di pelle): E’ per questo che le vostre musiche sono insipide e i vostri canti gelidi.
Note acute e secche dall’organo. La ragazza ne è colta di sorpresa, salta via ma poi continua:Ragazza (come sopra): Tutti gesti e parole più o meno di vostra invenzione, umilianti in quanto insignificanti. Non è con la mediocrità che Dio si fa conoscere.
Arriva un’auto bianca sul sagrato.Ragazzo con giacca e camicia aperta (inquadrato): Visto che non credete più in niente di soprannaturale, fateci condividere non solo a parole la sorte dei poveri e degli oppressi. C’è una sofferenza immensa nel mondo. Ieri un prete di periferia mi ha detto: “mi annoio, mi annoio...”
Ragazzo (Charles): Anche noi, andiamocene.
(tutto il gruppo di Charles si allontana dalla chiesa).
Vediamo Charles in una libreria, mentre mette foto di donne nude dentro a testi sacri ed edificanti; lo farà anche in chiesa, lasciando altre foto sulle sedie di legno, tra i fogli per la Messa. Con lui, Edvige. Queste cose le fa per conto del misterioso libraio, in giacca e cravatta, che lo paga per farle. “E’ ignobile quello che lei mi fa fare”, gli dice. Il libraio è in una libreria molto ricca, appare dotato di molti mezzi e soldi; quando Charles se ne va, riprende a dettare a una dattilografa (molto carina, elegante) il suo programma:
- Accelerare il processo di disgregazione in corso, con i libri, con il cinema, con la droga.Edvige va da lui regolarmente, si appartano per un’ora, probabilmente lui la paga. Nella scena successiva la vediamo mentre viene accompagnata in una stanza dalla segretaria di lui, prendere l’ascensore, percorrere un corridoio, bussare alla porta. Poi la segretaria se ne va, lasciandoli soli.
Questo è il dialogo fra Edvige e il libraio (la ragazza gli dà del lei):
- Sa bene che sono venuta qui solo per un’ora. Che aspettiamo?Mentre Edvige sta con il libraio, per l’ora pattuita, Charles è in strada e aspetta che abbiano finito. Poi vediamo Edvige che si allaccia una scarpa, è tutto fatto. Il libraio è sul letto, legge Le Monde.
- Perché mi hai dato tanta felicità? – le chiede.
- Ora per piacere non faccia lo stupido.
- Ma come hai potuto ridurti così?
- Ma di che cosa si preoccupa? Non piangerà anche lei? Ha un’aria talmente comica che mi fa ridere. Riderò di lei per tutta la vita.
Edvige esce dalla stanza. La vedremo per strada, sottobraccio a Charles.
Una scena simile è in Balthasar, però l’uomo qui è giovane e l’ambiente è ricco e cittadino, non povero e rurale.
Edvige e Charles commentano il fatto.
Edvige: E’ soltanto un’idea borghese, un pregiudizio ormai superato.
Charles: Un pregiudizio non è mai superato.
Lunga pausa. I due camminano a fianco.Edvige: Mi annoio.(sembra una scena dall’Idiota di Dostoevskij).
Cambio scena. Tavolo di legno, canestro rustico per il pane, Alberta e Michel. Lui in giacca e cravatta, come al solito; lei in abito verde (quasi medievale, un’immagine virginale, trobadorica) con i capelli raccolti e la nuca scoperta. Lei ha trovato del cianuro nello zaino di Charles, e un libro di chimica.
Michel le dice di buttare via il cianuro, non importa se lui se ne accorgerà.
Poi entra Charles:
- Ora ti dirò tutto.
- Non dire niente.
Più che la casa degli amici di Charles, si direbbe che siamo di fronte ai suoi genitori. Non è così, ma l’impressione è forte (il contrasto antico-moderno, tipico di Bresson).
Sulle rive della Senna, Charles aiuta un ragazzo con i logaritmi; poi gli dice di non tornare più. Il ragazzo risale, incontra Michel, gli dice che Charles non vuol più far lezioni. Michel scende da Charles.
Michel: Ma non ci sono dei limiti a non far niente?
Charles: Sì, ma una volta che li superi provi una voluttà inaudita. (...)
Michel: Ti comporti in modo indegno.
Charles chiede a Michel: “Amo di più Edvige o Alberta?” e l’altro gli risponde: “Non ami nessuna delle due.”Poi vediamo Michel e Charles su una Citroen 2CV celeste, mentre vanno in campagna. Boscaioli abbattono gli alberi, immagini di motoseghe e alberi che cadono, una lunga sequenza. Michel paga i boscaioli.
- Ci fai la cellulosa per i tuoi libri?
- Dobbiamo tagliare per seminare.
Michel è un ambientalista convinto, scrive libri sull’argomento. Come nelle prime sequenze del film, lo vediamo al lavoro intento a far scorre immagini di inquinamento grave, come l’intossicazione da mercurio in Giappone. E’ una scena come quella all’inizio, con la ragazza che prende appunti con la pila.
Charles (che continua ad avere un aspetto quasi da bambino, al di là dei capelli lunghi e dello sguardo duro) dice che vuole dedicarsi al sesso sfrenato, fare eccessi.
- Non ci saranno più rivoluzioni, è troppo tardi.
Un concerto all’aperto, flauto e congas, di sera. Charles prende la pistola di un amico (che vorrebbe venderla), Michel e l’amico vanno a cercarlo e lo trovano che spara nell’acqua. Riprendono l’arma e tornano ad ascoltare la musica tutti insieme.
(continua)

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