Fantasma d'amore (1981) Regia di Dino
Risi. Tratto da un romanzo di Mino Milani. Sceneggiatura: Dino Risi e
Bernardino Zapponi. Fotografia: Tonino Delli Colli. Musiche di Riz
Ortolani (clarinetto Benny Goodman), un frammento da La forza del
destino di Giuseppe Verdi. Interpreti: Marcello Mastroianni, Romy
Schneider, Eva Maria Meineke, Wolfgang Preiss, Michael Kroecher,
Paolo Baroni, Victoria Zinny, Giampiero Becherelli, Ester Carloni, e
molti altri. Durata: 96 minuti
Un uomo, un professionista affermato,
un giorno decide di prendere l'autobus per andare al lavoro,
lasciando la macchina in garage. Sull'autobus trova una donna, che si
direbbe anziana; la donna non ha la moneta necessaria per fare il
biglietto, e l'uomo gliela offre: "sono solo cento lire",
risponde alla domanda su come fare per fargliele riavere. Sembra una
cosa da poco, un incontro casuale che verrà presto dimenticato, ma
così non è: alla sera, quella donna lo chiama a casa, al telefono,
e gli chiede se non l'ha riconosciuta: "sono Anna, Anna
Briganti.". E d'improvviso l'uomo ha un trasalimento: è una
storia d'amore di vent'anni prima, con una ragazza bellissima. Ma
adesso lui è sposato, fa una vita tranquilla, ad Anna non pensava
più. "Sono molto invecchiata, ma sono stata malata"
continua lei "tu invece sei sempre uguale". Quella sera, in
una Pavia immersa nella nebbia, l'uomo andrà a cercare la casa dove
viveva Anna; più avanti, scoprirà che Anna è morta da molto tempo.
Eppure, forse non è così.
Ho visto che su alcuni siti internet
"Fantasma d'amore" è catalogato alla voce "horror",
ma è una storia d'amore, forse di fantasmi, non aspettatevi quindi
chissà che cosa; certamente non è un horror e chi ha scritto quel giudizio probabilmente non ha visto il film. Senza rovinare la visione, posso dire che è un
film notevole, con ottimi attori e immagini molto belle, e una
sceneggiatura molto ben costruita. Protagonista, oltre a un
Mastroianni in stato di grazia e a Romy Schneider, è anche Pavia,
città quasi assente dal nostro cinema; a Pavia vive da
sempre Mino Milani, autore del romanzo da cui è stato tratto il
film.
Mino Milani è uno dei più bravi
scrittori italiani dei nostri anni, e mi stupisce sempre constatare
che non si parli mai di lui. Non è mai stato di moda, anche se i
suoi libri hanno sempre avuto un buon successo di pubblico; per me è
uno dei misteri dell'editoria italiana. Probabilmente è stato
etichettato come autore di libri per ragazzi, e bisogna dire che ne
ha scritti di molto belli, da "Aka-Hor" a "I quattro
di Candia" a "Efrem", passando per "Tommy River"
e tanti altri. Io l'ho conosciuto leggendo il "Corriere dei
Piccoli", negli anni '60, e ricordo ancora a scuola (alle medie)
quando mi prendevano in giro perché leggevo un giornale con quel
titolo lì, invece di Topolino o di altri settimanali. Ma per il
"Corriere dei Piccoli" scriveva Dino Buzzati, c'erano le
prime avventure di Corto Maltese, c'erano grandissimi disegnatori
come Dino Battaglia e Sergio Toppi... Mi viene da dire che forse
anche quel titolo di giornale, "Corriere dei Piccoli", è
servito per bollare Mino Milani - che pure è stato anche direttore
di quotidiani, a Pavia, storico, e tante altre cose - come scrittore
da poco, ma così non è, e le sue sceneggiature per i grandi
disegnatori del "Corrierino" sono un tesoro che meriterebbe
attenzione. Solo due dei suoi libri sono stati trasposti nel
cinema, questo e "La trappola" (da un romanzo intitolato
"Selina") del 1989, regia di Lizzani, per la tv. "Fantasma
d'amore" non è un romanzo per ragazzi, ed è facile capirlo fin
dall'inizio.
La versione di Dino Risi è magistrale,
questo è proprio il romanzo di Mino Milani, le sue atmosfere, il suo
modo di scrivere. Milani è sempre stato abilissimo nel costruire
soggetti intorno a particolari che colpiscono, e poi ancora più
abile nel dissimularli: qui con la caricatura del prete spretato, dei
messaggi registrati dall'aldilà, eccetera. Grazie al cielo, Milani e
Risi aiutano lo spettatore a non prendere troppo sul serio una storia
che invece è seria, serissima (anch'io nel mio piccolo ne so
qualcosa, l'inizio col "lei mi ha dato più di quello che le
avevo chiesto, ne terrò conto", mi ha fatto saltar su dalla
sedia). Il finale, per rassicurarci, è come quello del "Caligari"
di Robert Wiene, in manicomio: vorrai mica che sia una storia vera...
Romy Schneider sarebbe morta l'anno
dopo, a 44 anni, e guardando il film fa impressione doverci pensare.
Marcello Mastroianni è eccellente, una delle sue migliori prove
d'attore. Ottimo tutto il cast, fatto di attori poco famosi; la
moglie di Mastroianni è interpretata da un'attrice tedesca, Eva
Maria Meineke, che ho visto recitare anche in "Addio a ieri"
di Alexander Kluge. Molto belle le locations: Pavia, Sondrio (dove
abita il marito di Anna: ma noi vediamo solo una grande villa, non so dove sia di preciso), il Ticino presso Pavia.
Altre note prese durante la visione:
1) Una cantante che somiglia a Cathy Berberian canta (non benissimo)
alcuni passi da "La forza del destino" di Giuseppe Verdi,
con una scelta molto appropriata, sottolineando i versi "invan
la pace...". Invano quest'anima cercherà la pace, sembrano
suggerirci gli autori. 2) i messaggi dei defunti nell'aldilà,
registrati su nastro, erano di gran moda anche in tv, in quegli anni;
poi non se ne è più parlato e fa un curioso effetto ritrovarli in
un film. 3) tra i difetti del film (pochi) metterei il trucco troppo
caricaturale per l'attore che interpreta il prete spretato, Michael
Kroecher: sembra Nosferatu, e forse era meglio badare di più alla
recitazione. 4) "accendere l'ombrello" è un modo di dire
dialettale lombardo, "pizzàa l'umbrella"; altrettanto
lombardo, di quegli anni, constatare che il carabiniere "è una
brava persona anche se è meridionale". Due note di colore, per
chi non c'era o per chi non se le ricorda più. 5) Un'altra cosa che
mi ha colpito: nel 1981 c'erano ancora bus dove si poteva fare il
biglietto a bordo, cosa che solo pochi anni dopo sarebbe stata
vietatissima, e già lo era a Milano: se si sale senza biglietto si
viene multati. Mi chiedo da tempo perché sia stata tolta questa
possibilità, a me sembrava molto più civile; erano anche tempi in
cui si sperimentavano i mezzi pubblici gratuiti in alcuni orari, per
ridurre l'inquinamento e per aiutare a snellire il traffico. Ma,
ormai, sono passati tanti anni e si è preferita la via delle multe e
delle punizioni. 6) Romy Schneider era ancora molto bella, nonostante
i gravi problemi che la affliggevano e che la avrebbero portata alla
morte pochi mesi dopo la fine del film. 7) Nel momento in cui scrivo,
Mino Milani ha passato i novant'anni, essendo nato nel 1928; se
riesce a leggermi lo ringrazio di cuore.
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