sabato 30 novembre 2019

Fantasma d'amore

 
Fantasma d'amore (1981) Regia di Dino Risi. Tratto da un romanzo di Mino Milani. Sceneggiatura: Dino Risi e Bernardino Zapponi. Fotografia: Tonino Delli Colli. Musiche di Riz Ortolani (clarinetto Benny Goodman), un frammento da La forza del destino di Giuseppe Verdi. Interpreti: Marcello Mastroianni, Romy Schneider, Eva Maria Meineke, Wolfgang Preiss, Michael Kroecher, Paolo Baroni, Victoria Zinny, Giampiero Becherelli, Ester Carloni, e molti altri. Durata: 96 minuti

Un uomo, un professionista affermato, un giorno decide di prendere l'autobus per andare al lavoro, lasciando la macchina in garage. Sull'autobus trova una donna, che si direbbe anziana; la donna non ha la moneta necessaria per fare il biglietto, e l'uomo gliela offre: "sono solo cento lire", risponde alla domanda su come fare per fargliele riavere. Sembra una cosa da poco, un incontro casuale che verrà presto dimenticato, ma così non è: alla sera, quella donna lo chiama a casa, al telefono, e gli chiede se non l'ha riconosciuta: "sono Anna, Anna Briganti.". E d'improvviso l'uomo ha un trasalimento: è una storia d'amore di vent'anni prima, con una ragazza bellissima. Ma adesso lui è sposato, fa una vita tranquilla, ad Anna non pensava più. "Sono molto invecchiata, ma sono stata malata" continua lei "tu invece sei sempre uguale". Quella sera, in una Pavia immersa nella nebbia, l'uomo andrà a cercare la casa dove viveva Anna; più avanti, scoprirà che Anna è morta da molto tempo. Eppure, forse non è così.
 
 
Ho visto che su alcuni siti internet "Fantasma d'amore" è catalogato alla voce "horror", ma è una storia d'amore, forse di fantasmi, non aspettatevi quindi chissà che cosa; certamente non è un horror e chi ha scritto quel giudizio probabilmente non ha visto il film. Senza rovinare la visione, posso dire che è un film notevole, con ottimi attori e immagini molto belle, e una sceneggiatura molto ben costruita. Protagonista, oltre a un Mastroianni in stato di grazia e a Romy Schneider, è anche Pavia, città quasi assente dal nostro cinema; a Pavia vive da sempre Mino Milani, autore del romanzo da cui è stato tratto il film.
 

Mino Milani è uno dei più bravi scrittori italiani dei nostri anni, e mi stupisce sempre constatare che non si parli mai di lui. Non è mai stato di moda, anche se i suoi libri hanno sempre avuto un buon successo di pubblico; per me è uno dei misteri dell'editoria italiana. Probabilmente è stato etichettato come autore di libri per ragazzi, e bisogna dire che ne ha scritti di molto belli, da "Aka-Hor" a "I quattro di Candia" a "Efrem", passando per "Tommy River" e tanti altri. Io l'ho conosciuto leggendo il "Corriere dei Piccoli", negli anni '60, e ricordo ancora a scuola (alle medie) quando mi prendevano in giro perché leggevo un giornale con quel titolo lì, invece di Topolino o di altri settimanali. Ma per il "Corriere dei Piccoli" scriveva Dino Buzzati, c'erano le prime avventure di Corto Maltese, c'erano grandissimi disegnatori come Dino Battaglia e Sergio Toppi... Mi viene da dire che forse anche quel titolo di giornale, "Corriere dei Piccoli", è servito per bollare Mino Milani - che pure è stato anche direttore di quotidiani, a Pavia, storico, e tante altre cose - come scrittore da poco, ma così non è, e le sue sceneggiature per i grandi disegnatori del "Corrierino" sono un tesoro che meriterebbe attenzione. Solo due dei suoi libri sono stati trasposti nel cinema, questo e "La trappola" (da un romanzo intitolato "Selina") del 1989, regia di Lizzani, per la tv. "Fantasma d'amore" non è un romanzo per ragazzi, ed è facile capirlo fin dall'inizio.
La versione di Dino Risi è magistrale, questo è proprio il romanzo di Mino Milani, le sue atmosfere, il suo modo di scrivere. Milani è sempre stato abilissimo nel costruire soggetti intorno a particolari che colpiscono, e poi ancora più abile nel dissimularli: qui con la caricatura del prete spretato, dei messaggi registrati dall'aldilà, eccetera. Grazie al cielo, Milani e Risi aiutano lo spettatore a non prendere troppo sul serio una storia che invece è seria, serissima (anch'io nel mio piccolo ne so qualcosa, l'inizio col "lei mi ha dato più di quello che le avevo chiesto, ne terrò conto", mi ha fatto saltar su dalla sedia). Il finale, per rassicurarci, è come quello del "Caligari" di Robert Wiene, in manicomio: vorrai mica che sia una storia vera...
 

Romy Schneider sarebbe morta l'anno dopo, a 44 anni, e guardando il film fa impressione doverci pensare. Marcello Mastroianni è eccellente, una delle sue migliori prove d'attore. Ottimo tutto il cast, fatto di attori poco famosi; la moglie di Mastroianni è interpretata da un'attrice tedesca, Eva Maria Meineke, che ho visto recitare anche in "Addio a ieri" di Alexander Kluge. Molto belle le locations: Pavia, Sondrio (dove abita il marito di Anna: ma noi vediamo solo una grande villa, non so dove sia di preciso), il Ticino presso Pavia.


Altre note prese durante la visione: 1) Una cantante che somiglia a Cathy Berberian canta (non benissimo) alcuni passi da "La forza del destino" di Giuseppe Verdi, con una scelta molto appropriata, sottolineando i versi "invan la pace...". Invano quest'anima cercherà la pace, sembrano suggerirci gli autori. 2) i messaggi dei defunti nell'aldilà, registrati su nastro, erano di gran moda anche in tv, in quegli anni; poi non se ne è più parlato e fa un curioso effetto ritrovarli in un film. 3) tra i difetti del film (pochi) metterei il trucco troppo caricaturale per l'attore che interpreta il prete spretato, Michael Kroecher: sembra Nosferatu, e forse era meglio badare di più alla recitazione. 4) "accendere l'ombrello" è un modo di dire dialettale lombardo, "pizzàa l'umbrella"; altrettanto lombardo, di quegli anni, constatare che il carabiniere "è una brava persona anche se è meridionale". Due note di colore, per chi non c'era o per chi non se le ricorda più. 5) Un'altra cosa che mi ha colpito: nel 1981 c'erano ancora bus dove si poteva fare il biglietto a bordo, cosa che solo pochi anni dopo sarebbe stata vietatissima, e già lo era a Milano: se si sale senza biglietto si viene multati. Mi chiedo da tempo perché sia stata tolta questa possibilità, a me sembrava molto più civile; erano anche tempi in cui si sperimentavano i mezzi pubblici gratuiti in alcuni orari, per ridurre l'inquinamento e per aiutare a snellire il traffico. Ma, ormai, sono passati tanti anni e si è preferita la via delle multe e delle punizioni. 6) Romy Schneider era ancora molto bella, nonostante i gravi problemi che la affliggevano e che la avrebbero portata alla morte pochi mesi dopo la fine del film. 7) Nel momento in cui scrivo, Mino Milani ha passato i novant'anni, essendo nato nel 1928; se riesce a leggermi lo ringrazio di cuore.




 

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