Il circolo Pickwick
(1968) Regia di Ugo Gregoretti. Dal romanzo
di Charles Dickens. Riduzione di Ugo Gregoretti e Luciano Codignola.
Scene di Cesarini da Senigallia. Arredi di Giorgio Pantaleone.
Costumi di Danilo Donati. Fotografia nelle scene filmate: molti
cameramen, fra i quali Dario Di Palma. Musiche originali di Francesco
Saverio Mangieri. La “Ballata di Pickwick” è di Proietti e
Gregoretti. Sceneggiato Rai in sei puntate di 50 minuti l'una.
Interpreti principali:
Mario Pisu (Pickwick), Leopoldo Trieste (Snodgrass), Gigi Ballista
(Winkle), Guido Alberti (Tupman), Luigi Proietti (Jingle), Enzo
Cerusico (Sam Weller, dalla seconda puntata), Marco Ferreri (terza
puntata), Tino Buazzelli (quarta puntata), Maria Monti (prime tre
puntate), Folco Lulli (varie puntate), Gianni Magni, Dante Maggio ed
Erminio Spalla (prima puntata), Wanda Osiris (seconda puntata), Zoe
Incrocci (varie puntate), Antonio Meschini (varie puntate), Enrico
Simonetti e Dino Curcio (varie puntate), Gianna Pederzini (terza e
quarta puntata), Brunella Bovo (ultime due puntate), Tino Scotti
(ultima puntata), Franco Parenti (ultima puntata), Alessandro Cutolo
(ultima puntata), Memmo Carotenuto (quarta puntata), Vincenzo De Toma
(varie puntate, avv.Perker), Piera Degli Esposti (piccola parte),
Daniela Calvino (ultime due puntate), Tina Lattanzi (ultima puntata),
Mal and the Primitives (ultima puntata).
“Il circolo Pickwick”,
libera riduzione di Ugo Gregoretti e Luciano Codignola dal romanzo di
Charles Dickens, è uno sceneggiato che provocò qualche irritazione
nel pubblico televisivo: allora sembrava nuovissimo, sperimentale,
quasi eversivo. Visto da oggi, fa un po’ sorridere: ma a metà anni
’60 vedere un regista mescolato ai suoi personaggi, in veste di
presentatore e intervistatore, era una cosa che disturbava. Ugo
Gregoretti appare infatti all’inizio di ogni puntata, microfono in
mano, e si rivolge a noi introducendo l’argomento e riassumendo
brevemente la puntata precedente, intervistando i personaggi e
conversando con loro: dato che l’azione si svolge nella prima metà
dell’Ottocento, il microfono e gli abiti di Gregoretti sono un
palese anacronismo, peraltro molto simpatico. Sempre visto da oggi,
lo sceneggiato mostra qualche approssimazione e qualche taglio un po’
frettoloso; è però ottima la scelta degli interpreti, ruolo per
ruolo, e anche la ricostruzione della Londra ottocentesca è molto
ben fatta.
Il lavoro di Gregoretti e
Codignola, in fase di sceneggiatura, è una riduzione che verte
intorno al personaggio di Jingle: il “cattivo” Jingle nel libro è
una presenza molto diluita, uno dei molti personaggi e non un vero
protagonista. Gregoretti “asciuga” e taglia molto, approfittando
della presenza di Luigi Proietti (molto giovane ma già in gran
spolvero), e fa di Jingle un vero deuteragonista di Mr.Pickwick. Un
riduzione discutibile, perché in Dickens è sempre molto importante
l’ambientazione più che i protagonisti, ma che è più che
accettabile per uno sceneggiato televisivo.
Il libro di Dickens è
molto ricco di storie intermedie, racconti inseriti nella narrazione,
che qui ovviamente vengono tagliati da Gregoretti: “Il circolo
Pickwick” nell’edizione Garzanti sfiora le novecento pagine,
anche avendo a disposizione sei puntate non era possibile mettere
tutto.
Dispiace anche l’eccessiva
riduzione degli intenti politici di Dickens, specialmente per quel
che riguarda Pickwick in carcere; in Dickens è una parte importante,
di denuncia, e contribuì per davvero all’abolizione della prigione
per debiti. Gregoretti e Codignola la mettono un po’ troppo sul
leggero, con qualche luogo comune di troppo, ed è un peccato.
Protagonista è Mario
Pisu, interprete perfetto e grandissimo attore, mai sopra le righe,
sempre credibile e dignitoso anche nelle situazioni più farsesche.
Mario Pisu, fratello di Raffaele, è anche una delle voci più belle
del cinema italiano e ha doppiato molti film americani degli anni ’50
e ’60; al cinema la sua parte più famosa è probabilmente quella
del marito di Giulietta Masina in “Giulietta degli spiriti” di
Fellini.
Altro attore che “ruba”
la scena è Enzo Cerusico, all’epoca molto popolare anche negli Usa
per una serie di telefilm con James Withmore. Jingle è Gigi
Proietti; gli altri soci del club sono affidati a Leopoldo Trieste,
amico e collaboratore di Fellini e di molti altri registi (è nel
cast dei Vitelloni), a Gigi Ballista (famoso per “Signore e
signori” di Germi, stesso periodo) e a Guido Alberti, attore per
divertimento in molti film italiani di quegli anni: è un
industriale, è stato uno dei promotori del Premio Strega. Guido
Alberti appare anche in molti film di Fellini, e sua moglie Lucia è
stata una famosa astrologa e autrice di oroscopi. Sono tutti attori
molto presenti nei film e negli sceneggiati tv di quegli anni.
Tra gli “ospiti”, la
vera star è probabilmente Marco Ferreri, che compare nella terza
puntata: Ferreri era già un regista importante, in questo momento
stava girando “Dillinger è morto”. La sua interpretazione del
terribile Boldwing è uno dei momenti più divertenti del film,
peccato che duri poco.
Tino Buazzelli, sindaco di
Ipswich nella quarta puntata, è stato uno degli attori più grandi
del teatro italiano, leggendari il suo “Galileo” di Brecht agli
inizi degli anni ’60, con Strehler, “La bottega del caffè” di
Goldoni, “Corruzione al Palazzo di Giustizia” di Ugo Betti, e
molto altro ancora. Qui è usato come maschera comica, cosa che gli
veniva benissimo; ma la sua vera grandezza sta nel repertorio
drammatico. Altri grandi attori di teatro in questo sceneggiato sono
Gianni Santuccio (sesta puntata, il pubblico ministero) e Franco
Parenti (il prigioniero accanto a Pickwick, sempre sesta puntata).
Giustino Durano è lo studioso che scambia Pickwick e Winkle per
visitatori dallo spazio profondo: la scena è alla fine della quinta
puntata, ed è un peccato che sia trattata in modo un po’
sbrigativo, perché è uno dei momenti più divertenti nel romanzo di
Dickens.
Alessandro Cutolo, il
direttore del carcere nell’ultima puntata, è invece un personaggio
televisivo molto popolare nei primi anni ’60: professore
universitario, conduceva un programma di divulgazione alla Rai. Memmo
Carotenuto, fratello di Mario Carotenuto, è il poliziotto di Ipswich
che va ad arrestare Pickwick: un’altra faccia ben nota nel cinema
italiano. Enrico Simonetti, interprete dell’avvocato Dodson, era
pianista e intrattenitore sempre alla Rai, anche lui molto presente e
molto popolare in quel periodo. Dino Curcio, l’avvocato Phogg,
potrebbe essere parente dell’editore e commediografo Armando Curcio
(che però è morto nel 1957); è comunque un attore molto presente
sia in teatro che al cinema, sempre in parti di fianco.
Nella prima puntata, la
recita dell’Otello accanto a Jingle (Gigi Proietti) è affidata a
Gianni Magni (mimo e cabarettista, uno dei Gufi), a Dante Maggio
(attore di teatro e di varietà, storica famiglia di attori
napoletani), e al pugile Erminio Spalla, molto divertente e
assolutamente improbabile nelle vesti di Emilia, moglie di Jago.
Tino Scotti, che vediamo nell’ultima puntata, è stato un comico di
varietà molto bravo, ha recitato con Bertolucci in “Strategia del
ragno” e con Strehler nelle “Baruffe chiozzotte” di Goldoni, ed
era anche lui molto popolare negli anni ’60, complici i varietà
televisivi e alcuni spot pubblicitari molto ben riusciti. Folco
Lulli, padre di Sam Weller, è un altro attore e caratterista molto
importante nel cinema italiano.
Brunella Bovo, qui in una
piccola parte, è stata protagonista di “Miracolo a Milano” di
Vittorio De Sica e di “Lo sceicco bianco” di Fellini. Zoe
Incrocci e Tina Lattanzi sono due attrici di teatro; la Lattanzi (che
appare brevemente nell’ultima puntata) è stata un’importante
doppiatrice e la sua voce è ben riconoscibile in molti film degli
anni ’40 e ’50. Gianna Pederzini (terza e quarta puntata) che qui
si diverte molto nell’apparire spaventata, è stata una grande
cantante d’opera negli anni ’30 e ’40, mezzosoprano. Piera
Degli Esposti appare in diverse puntate, ma quasi sempre sullo sfondo
e probabilmente senza dire nemmeno una parola (è una delle giovani
sorelle Wardle). Daniela Calvino interpreta Arabella Allen nelle
ultime due puntate; non mi risulta che sia parente di Italo Calvino,
è un’attrice che compare spesso in piccole parti nel cinema degli
anni ’60, la si vede anche nella “Dolce vita” di Fellini. Wanda
Osiris era stata una stella del varietà degli anni ’30 e ’40, la
si vede nella seconda puntata; Esmeralda Ruspoli era una nobildonna
romana, che qui si diverte a interpretare la moglie del gelosissimo
capitano di Bath, nella quinta puntata.
Lo scenografo Cesarini da
Senigallia, autore degli arredi di questo sceneggiato, ha una piccola
parte come attore nella quinta puntata. Al “Pickwick” di
Gregoretti hanno collaborato anche Danilo Donati (grandissimo
scenografo e costumista, più volte premiato o candidato all’Oscar)
e Dario Di Palma, per le sequenze filmate. Il gruppo beat dei
“Primitives”, probabilmente ancora con Mal, appare brevemente
all’inizio della sesta puntata, con un blues suonato all’armonica
a bocca.
Infine apprendo su
Wikipedia, per chi fosse curioso di queste cose, che è probabilmente
Lucio Battisti a suonare la chitarra nella sigla finale, cantata da
Proietti: la canzone non è gran cosa, ma si fa ascoltare, e comunque
a me piaceva di più pensare che fosse Proietti stesso a suonare e
cantare, come Figaro.
(continua)
(continua)
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