giovedì 28 novembre 2019

Il circolo Pickwick ( I )


Il circolo Pickwick (1968) Regia di Ugo Gregoretti. Dal romanzo di Charles Dickens. Riduzione di Ugo Gregoretti e Luciano Codignola. Scene di Cesarini da Senigallia. Arredi di Giorgio Pantaleone. Costumi di Danilo Donati. Fotografia nelle scene filmate: molti cameramen, fra i quali Dario Di Palma. Musiche originali di Francesco Saverio Mangieri. La “Ballata di Pickwick” è di Proietti e Gregoretti. Sceneggiato Rai in sei puntate di 50 minuti l'una.
Interpreti principali: Mario Pisu (Pickwick), Leopoldo Trieste (Snodgrass), Gigi Ballista (Winkle), Guido Alberti (Tupman), Luigi Proietti (Jingle), Enzo Cerusico (Sam Weller, dalla seconda puntata), Marco Ferreri (terza puntata), Tino Buazzelli (quarta puntata), Maria Monti (prime tre puntate), Folco Lulli (varie puntate), Gianni Magni, Dante Maggio ed Erminio Spalla (prima puntata), Wanda Osiris (seconda puntata), Zoe Incrocci (varie puntate), Antonio Meschini (varie puntate), Enrico Simonetti e Dino Curcio (varie puntate), Gianna Pederzini (terza e quarta puntata), Brunella Bovo (ultime due puntate), Tino Scotti (ultima puntata), Franco Parenti (ultima puntata), Alessandro Cutolo (ultima puntata), Memmo Carotenuto (quarta puntata), Vincenzo De Toma (varie puntate, avv.Perker), Piera Degli Esposti (piccola parte), Daniela Calvino (ultime due puntate), Tina Lattanzi (ultima puntata), Mal and the Primitives (ultima puntata).

“Il circolo Pickwick”, libera riduzione di Ugo Gregoretti e Luciano Codignola dal romanzo di Charles Dickens, è uno sceneggiato che provocò qualche irritazione nel pubblico televisivo: allora sembrava nuovissimo, sperimentale, quasi eversivo. Visto da oggi, fa un po’ sorridere: ma a metà anni ’60 vedere un regista mescolato ai suoi personaggi, in veste di presentatore e intervistatore, era una cosa che disturbava. Ugo Gregoretti appare infatti all’inizio di ogni puntata, microfono in mano, e si rivolge a noi introducendo l’argomento e riassumendo brevemente la puntata precedente, intervistando i personaggi e conversando con loro: dato che l’azione si svolge nella prima metà dell’Ottocento, il microfono e gli abiti di Gregoretti sono un palese anacronismo, peraltro molto simpatico. Sempre visto da oggi, lo sceneggiato mostra qualche approssimazione e qualche taglio un po’ frettoloso; è però ottima la scelta degli interpreti, ruolo per ruolo, e anche la ricostruzione della Londra ottocentesca è molto ben fatta.
 

Il lavoro di Gregoretti e Codignola, in fase di sceneggiatura, è una riduzione che verte intorno al personaggio di Jingle: il “cattivo” Jingle nel libro è una presenza molto diluita, uno dei molti personaggi e non un vero protagonista. Gregoretti “asciuga” e taglia molto, approfittando della presenza di Luigi Proietti (molto giovane ma già in gran spolvero), e fa di Jingle un vero deuteragonista di Mr.Pickwick. Un riduzione discutibile, perché in Dickens è sempre molto importante l’ambientazione più che i protagonisti, ma che è più che accettabile per uno sceneggiato televisivo.
Il libro di Dickens è molto ricco di storie intermedie, racconti inseriti nella narrazione, che qui ovviamente vengono tagliati da Gregoretti: “Il circolo Pickwick” nell’edizione Garzanti sfiora le novecento pagine, anche avendo a disposizione sei puntate non era possibile mettere tutto.

 
Dispiace anche l’eccessiva riduzione degli intenti politici di Dickens, specialmente per quel che riguarda Pickwick in carcere; in Dickens è una parte importante, di denuncia, e contribuì per davvero all’abolizione della prigione per debiti. Gregoretti e Codignola la mettono un po’ troppo sul leggero, con qualche luogo comune di troppo, ed è un peccato.
Protagonista è Mario Pisu, interprete perfetto e grandissimo attore, mai sopra le righe, sempre credibile e dignitoso anche nelle situazioni più farsesche. Mario Pisu, fratello di Raffaele, è anche una delle voci più belle del cinema italiano e ha doppiato molti film americani degli anni ’50 e ’60; al cinema la sua parte più famosa è probabilmente quella del marito di Giulietta Masina in “Giulietta degli spiriti” di Fellini.
 

Altro attore che “ruba” la scena è Enzo Cerusico, all’epoca molto popolare anche negli Usa per una serie di telefilm con James Withmore. Jingle è Gigi Proietti; gli altri soci del club sono affidati a Leopoldo Trieste, amico e collaboratore di Fellini e di molti altri registi (è nel cast dei Vitelloni), a Gigi Ballista (famoso per “Signore e signori” di Germi, stesso periodo) e a Guido Alberti, attore per divertimento in molti film italiani di quegli anni: è un industriale, è stato uno dei promotori del Premio Strega. Guido Alberti appare anche in molti film di Fellini, e sua moglie Lucia è stata una famosa astrologa e autrice di oroscopi. Sono tutti attori molto presenti nei film e negli sceneggiati tv di quegli anni.
Tra gli “ospiti”, la vera star è probabilmente Marco Ferreri, che compare nella terza puntata: Ferreri era già un regista importante, in questo momento stava girando “Dillinger è morto”. La sua interpretazione del terribile Boldwing è uno dei momenti più divertenti del film, peccato che duri poco.

Tino Buazzelli, sindaco di Ipswich nella quarta puntata, è stato uno degli attori più grandi del teatro italiano, leggendari il suo “Galileo” di Brecht agli inizi degli anni ’60, con Strehler, “La bottega del caffè” di Goldoni, “Corruzione al Palazzo di Giustizia” di Ugo Betti, e molto altro ancora. Qui è usato come maschera comica, cosa che gli veniva benissimo; ma la sua vera grandezza sta nel repertorio drammatico. Altri grandi attori di teatro in questo sceneggiato sono Gianni Santuccio (sesta puntata, il pubblico ministero) e Franco Parenti (il prigioniero accanto a Pickwick, sempre sesta puntata). Giustino Durano è lo studioso che scambia Pickwick e Winkle per visitatori dallo spazio profondo: la scena è alla fine della quinta puntata, ed è un peccato che sia trattata in modo un po’ sbrigativo, perché è uno dei momenti più divertenti nel romanzo di Dickens.
 

Alessandro Cutolo, il direttore del carcere nell’ultima puntata, è invece un personaggio televisivo molto popolare nei primi anni ’60: professore universitario, conduceva un programma di divulgazione alla Rai. Memmo Carotenuto, fratello di Mario Carotenuto, è il poliziotto di Ipswich che va ad arrestare Pickwick: un’altra faccia ben nota nel cinema italiano. Enrico Simonetti, interprete dell’avvocato Dodson, era pianista e intrattenitore sempre alla Rai, anche lui molto presente e molto popolare in quel periodo. Dino Curcio, l’avvocato Phogg, potrebbe essere parente dell’editore e commediografo Armando Curcio (che però è morto nel 1957); è comunque un attore molto presente sia in teatro che al cinema, sempre in parti di fianco.
 

Nella prima puntata, la recita dell’Otello accanto a Jingle (Gigi Proietti) è affidata a Gianni Magni (mimo e cabarettista, uno dei Gufi), a Dante Maggio (attore di teatro e di varietà, storica famiglia di attori napoletani), e al pugile Erminio Spalla, molto divertente e assolutamente improbabile nelle vesti di Emilia, moglie di Jago. Tino Scotti, che vediamo nell’ultima puntata, è stato un comico di varietà molto bravo, ha recitato con Bertolucci in “Strategia del ragno” e con Strehler nelle “Baruffe chiozzotte” di Goldoni, ed era anche lui molto popolare negli anni ’60, complici i varietà televisivi e alcuni spot pubblicitari molto ben riusciti. Folco Lulli, padre di Sam Weller, è un altro attore e caratterista molto importante nel cinema italiano.
 

Brunella Bovo, qui in una piccola parte, è stata protagonista di “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica e di “Lo sceicco bianco” di Fellini. Zoe Incrocci e Tina Lattanzi sono due attrici di teatro; la Lattanzi (che appare brevemente nell’ultima puntata) è stata un’importante doppiatrice e la sua voce è ben riconoscibile in molti film degli anni ’40 e ’50. Gianna Pederzini (terza e quarta puntata) che qui si diverte molto nell’apparire spaventata, è stata una grande cantante d’opera negli anni ’30 e ’40, mezzosoprano. Piera Degli Esposti appare in diverse puntate, ma quasi sempre sullo sfondo e probabilmente senza dire nemmeno una parola (è una delle giovani sorelle Wardle). Daniela Calvino interpreta Arabella Allen nelle ultime due puntate; non mi risulta che sia parente di Italo Calvino, è un’attrice che compare spesso in piccole parti nel cinema degli anni ’60, la si vede anche nella “Dolce vita” di Fellini. Wanda Osiris era stata una stella del varietà degli anni ’30 e ’40, la si vede nella seconda puntata; Esmeralda Ruspoli era una nobildonna romana, che qui si diverte a interpretare la moglie del gelosissimo capitano di Bath, nella quinta puntata.
 

Lo scenografo Cesarini da Senigallia, autore degli arredi di questo sceneggiato, ha una piccola parte come attore nella quinta puntata. Al “Pickwick” di Gregoretti hanno collaborato anche Danilo Donati (grandissimo scenografo e costumista, più volte premiato o candidato all’Oscar) e Dario Di Palma, per le sequenze filmate. Il gruppo beat dei “Primitives”, probabilmente ancora con Mal, appare brevemente all’inizio della sesta puntata, con un blues suonato all’armonica a bocca.
Infine apprendo su Wikipedia, per chi fosse curioso di queste cose, che è probabilmente Lucio Battisti a suonare la chitarra nella sigla finale, cantata da Proietti: la canzone non è gran cosa, ma si fa ascoltare, e comunque a me piaceva di più pensare che fosse Proietti stesso a suonare e cantare, come Figaro.

(continua)

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