Os
canibais (I cannibali, 1988).
Regia di Manoel de Oliveira. Tratto da un racconto di Alvaro de
Carvalhal (1844-1868); adattamento e sceneggiatura di Manoel de
Oliveira. Musica e libretto di Joao Paes.
Fotografia
di Mario Barroso. Scene di Luis Monteiro. Costumi di Jasmin de Matos.
Interpreti:
Luis Miguel Cintra (con voce di Vaz de Carvalho), Diogo Doria (voce
di Carlos Guilherme), Leonor Silveira (voce di Filomena Amaro),
Oliveira Lopes (il presentatore), Pedro Teixeira da Silva (Paganini),
Joel Costa (Urbano Solar, voce di Joel Costa), Rogerio Samora
(Peralta, voce di Antonio Silva), Rogerio Vieira (il magistrato, voce
di Carlos Fonseca), Antonio Loja Neves (il barone, voce di Luis
Madureira), Gloria de Matos, Candido Ferreira, Jose Manuel Mendes,
Teresa Corte Real, coro femminile dell'Orchestra Gulbenkian di
Lisbona. Durata: 98 minuti.
E’ un’opera lirica
vera e propria “Os canibais” (I cannibali) di Manoel de Oliveira,
girato nel 1988. La musica è di João Paes, amico personale del
regista portoghese, e rovistando su wikipedia ho scoperto che il film
nasce da una scommessa fra i due amici, con Paes che dice “non
saresti capace di fare un film partendo da un’opera nuova” e
Oliveira che accetta la sfida, riservandosi comunque di scegliere
l’argomento.
E qui, dopo aver visto il
film dall’inizio, posso dire che cominciano le mie perplessità:
amo molto il cinema di Manoel de Oliveira, ma “Os canibais”, pur
essendo un film molto ben girato e molto ben recitato, è forse il
suo film che mi ha lasciato più perplesso. I motivi sono
principalmente due, e si tratta proprio della musica e del soggetto
dell’opera.
La musica di Paes per “Os
canibais” (è un musicista che non conoscevo), è fatta quasi
completamente da recitativi sullo stile di molte opere del Novecento,
da Malipiero fino a Britten passando per Mascagni; ma non mi è
rimasto in mente nulla, e devo anzi dire che, pur essendo abituato ai
film sottotitolati, ho fatto molta fatica a seguire tutto fino in
fondo.
Il secondo problema è nel
soggetto, che è tratto da un racconto ottocentesco di Alvaro de
Carvalhal (1844-1868, morto giovanissimo per un aneurisma), non
propriamente dei più felici. Siamo tra l’horror e il grottesco: in
una città portoghese non identificata arriva un uomo molto ricco e
molto affascinante, che fa innamorare ogni donna che lo incontra, ma
che si dimostra molto schivo e riservato. Nasconde infatti un
segreto, che rivelerà la prima notte di nozze con la ragazza che
nonostante tutto ha voluto sposarlo, e che io mi permetto di scrivere
qui perché immagino che saranno in pochi a leggere Carvalhal o a
voler seguire fino in fondo “Os canibais”: quest’uomo è un
automa, le uniche parti umane sono il cuore e il cervello. Il
cannibalismo a cui fa riferimento il titolo nasce da un tragico
equivoco (ovviamente la storia finisce in tragedia), ma anche volendo
provare a dare al tutto un significato vagamente marxista (i parenti
della sposa diventano definitivamente dei cannibali quando si rendono
conto che dalla tragedia si possono ottenere molti soldi), è
difficile appassionarsi alla vicenda. Insomma, l’idea era buona ma
si poteva scegliere meglio; il film resta comunque da vedere, molte
sequenze sono notevoli. Fra le idee buone c’è sicuramente la
coppia formata dal narratore (tenore) e da un violinista giovane che
appare alle sue spalle, e che rappresenta Paganini eseguendo alcune
delle sue musiche più famose; i protagonisti sono interpretati da
attori doppiati da cantanti, ed è un doppiaggio molto ben fatto,
sembra davvero che ci siano dei cantanti davanti alla cinepresa. Per
chi conosce il cinema di Oliveira è invece un’impressione strana,
perché gli attori sono molto noti: Luis Miguel Cintra, Leonor
Silveira e Diogo Doria appaiono in quasi tutti i film del maestro
portoghese. Un po’ come se da noi qualcuno avesse girato un film
d’opera con Nino Manfredi e Claudia Cardinale doppiati da cantanti
d’opera veri, insomma. I nomi dei cantanti veri sono riportati nei
titoli di coda, sono tutti molto bravi ma poco conosciuti.
Questo film mi ha spinto a
guardare finalmente la filmografia di Oliveira: che è quella di un
regista "normale" fino al 1986, l'anno di Mon cas; Os
canibais è del 1988, No è del 1991, poi seguono tutti gli altri.
E' precedente Le soulier de satin, 1985; nasce quindi in questi anni,
1985-86, la svolta nel lavoro di Manoel de Oliveira. E' da notare che
fino al 1985 circa Oliveira prende molte pause, anche di anni; dalla
fine degli anni 80 in poi girerà un film all'anno.
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