lunedì 4 novembre 2019

Il mestiere delle armi ( I )


Il mestiere delle armi (2001) Regia di Ermanno Olmi. Scritto da Ermanno Olmi Fotografia di Fabio Olmi. Musiche di Fabio Vacchi. Interpreti: Omero Antonutti (voce del narratore), Hristo Jivkov (Giovanni de' Medici, voce di Giovanni Crippa), Sergio Grammatico, Dimitar Ratchkov, Fabio Giubbani, Sasa Vulicevic, Dessy Tenekedjieva, Sandra Ceccarelli, Giancarlo Belelli, Paolo Magagna, Nikolaus Moras, Claudio Tombini, Aldo Toscano, Michele Zattara, Vittorio Corcelli, Franco Palmieri, Paolo Roversi, Francesca Lonardelli Durata: 1h36'

1.
"Il mestiere delle armi" racconta gli ultimi giorni di vita di Giovanni dalle Bande Nere, cioè Giovanni de' Medici. Siamo nel novembre 1526, nei pressi di Mantova; Carlo V di Spagna, irritato dal Papa che ha aderito a una lega contro di lui, gli manda contro i lanzichenecchi guidati da Georg von Frundsberg ("Zorzo", cioè Giorgio, nei documenti italiani dell'epoca). Contro Frundsberg si muove Giovanni de' Medici, con un numero di cavalieri ridotto, compiendo azioni che oggi chiameremmo di guerriglia e miranti a colpire gli alemanni nei rifornimenti. Quello che Giovanni non sa è che il duca di Ferrara ha rifornito Frundsberg con l'artiglieria, quattro falconetti (piccoli cannoni molto precisi) che risulteranno decisivi. Lo scontro avviene a Governolo, nel mantovano, dove i lanzi fingono di ritirarsi ma in realtà attirano in trappola Giovanni; nascosti dietro i mattoni di una fornace ci sono i falconetti. Giovanni viene ferito gravemente a una gamba, e morirà pochi giorni dopo di setticemia, il 30 novembre 1526. Da qui in avanti, i lanzichenecchi avranno via libera e giungeranno a Roma in poche settimane, appena finito l'inverno.


Il soggetto è "la gran bontà dei cavalieri antichi": le armi moderne hanno reso nullo il valore individuale. Non erano una novità al tempo di Giovanni de' Medici (le prime armi da fuoco sono già documentate nel '300) ma erano ormai giunte a un grado di perfezione tecnica che le rendeva utilizzabili in battaglia. Olmi ci mostra la loro fusione, la fusione dei proiettili, la rifinitura, le prove contro le armature (che da qui in avanti diventeranno inutili). Il film è molto bello, direi un capolavoro, che si ispira a Paradzhanov in alcune scene, e alle battaglie del Mahabharata di Peter Brook per i lunghi pali distesi, appuntiti. C'è anche, sicuramente, il ricordo dei film storici di Roberto Rossellini; la precisione nei costumi, la ricostruzione delle scene di tecnica e di lavoro (inclusa la chirurgia), l'accurata ricerca di luoghi e scenografie. Molte sequenze ricordano il Mantegna; direi anche che è molto presente, nelle scene finali con l'agonia di Giovanni de' Medici, il "Cristo morto" di Hans Holbein. Questo è il periodo storico in cui a Parma c'era Correggio; Leonardo da Vinci era morto da pochi anni (1519), i conquistadores stavano già mandando merci e spezie dall'America. Nel maggio 1527 ci sarà il sacco di Roma ad opera dei lanzichenecchi; il papa era Clemente VII (settimo).

Parte importante ha Curtatone, presso Mantova (luogo anche di una storica battaglia nel Risorgimento, anno 1848) alla cui porta Giovanni de' Medici rimane bloccato perché c'era l'ordine dei Gonzaga di non aprire mai di notte; si ritarda così l'incontro con i lanzi, con esito fatale. Dalla porta di Curtatone erano infatti già passati i lanzichenecchi, senza difficoltà. I Gonzaga qui si barcamenano: aprono il passo ai lanzi, ma scrivono a Roma che sono stati costretti a farlo; si lamentano con Frundsberg e questi gli risponde per lettera (tutto il film è basato su lettere e documenti d'epoca) che certe cose, compresi stupri e saccheggi, si sa che sono da sempre connesse alla guerra.

Altri miei appunti presi durante la visione: 1) Pietro Aretino legge a Giovanni un passo di Machiavelli dal "Principe", quello sui mercenari. In estrema sintesi, Machiavelli ne sconsiglia l'impiego dicendo che sono pericolosi perché corrono solo dietro ai soldi. 2) oltre all'Aretino nel film c'è Paolo Giovio, ma con minore evidenza. 3) Frundsberg non arrivò a Roma, fu costretto dalla malattia e dall'età avanzata a cedere il comando dei lanzichenecchi. 4) Giovanni de' Medici, ferito, viene ricoverato nel palazzo mantovano di Aloisio Gonzaga, dove verrà operato dal medico Abram Ariè, che gli amputerà una gamba nel tentativo di fermare la cancrena; ma è già passato troppo tempo e l'operazione si rivelerà inutile. 5) i soldati di Giovanni de' Medici, fermi nella notte gelida alla porta di Curtatone, per scaldarsi bruciano i banchi di una chiesa, e rompono le braccia a un Crocifisso di legno, "il Cristo dei poveretti" (Il Cristo dei poveretti, "di chi ha fame e di chi ha freddo": in dialetto c'è la rima, è un modo di dire proverbiale). Stanno per bruciare anche il Cristo ma il prete lo prenderà e lo porterà via così come è, senza braccia.


6) al minuto 11 questo dialogo: "Le nuove armi da fuoco cambiano la guerra, ma sono le guerre che cambiano il mondo". Oggi abbiamo i droni e i kalashnikov, sembra che la potenza distruttiva delle armi non basti mai. 7) Giovanni de' Medici vive fra il 1498 e il 1526, ed è quindi contemporaneo del Correggio, 1489-1534. Una piccola coincidenza mi fa vedere di seguito lo spettacolo di Fo sul Correggio e poi il film di Olmi; lo segnalo per chi fosse interessato ad approfondire questo periodo storico  8) siamo anche negli anni in cui nasce la stampa, Gutenberg; a Padova studia Copernico. Galileo e Giordano Bruno nasceranno una ventina d'anni più tardi. Nel 1521, cinque anni prima della morte di Giovanni de' Medici, Hernan Cortes conquista il Messico.   9) i luoghi del film: gli esterni per la battaglia sono stati girati in Bulgaria; a Mantova la Basilica di sant'Andrea; in provincia di Bergamo a Torre Pallavicina il Palazzo Barbò; a Soncino la Rocca Sforzesca, la Torre ed esterni (informazioni dal sito www.davinotti.com) 10) il dettaglio del cavallo macellato, per nutrire i soldati e lo stesso Giovanni de' Medici, può disturbare ma queste cose facevano parte della vita quotidiana, non solo militare, fino a pochi decenni fa. Oggi la macellazione è diventata invisibile, un tempo era parte della vita quotidiana. 11) "seguire la regola", per un soldato come per un sacerdote: lo dice Giovanni in punto di morte, al prete. 12) non è un film di facile visione, direi che è necessario vederlo più volte per capirlo bene, e questo non è sicuramente un difetto.




(1-continua)

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