martedì 17 agosto 2010

Herzog, Wenders, Friedrich

Di Caspar David Friedrich (1774-1840) la mia fedele Garzantina dice: «Pittore tedesco. Esponente del Romanticismo.» Due righe scarse, seguite dall’elenco di qualche suo quadro, come “Il viaggiatore sopra il mare di nebbia”, che è del 1818 e rappresenta un uomo, di spalle, che contempla l’abisso in piedi sopra una roccia, sulle Alpi tedesche.
Ho conosciuto Friedrich grazie alle copertine dei dischi, soprattutto Schubert ma anche Beethoven, Weber, Schumann. L’abbinamento tra Friedrich e i grandi romantici di area tedesca è un raro esempio di perfetta coincidenza tra ciò che si vede e ciò che si ascolta.

Il viaggiatore del quadro è “Der Wanderer”: non un viaggiatore qualsiasi o un turista, ma colui che è in cerca: di se stesso, del suo rapporto con gli altri, del significato della vita.
WANDERERS NACHTLIED I
(Canto del viandante notturno, n.1)
(Goethe 1780, musicato da Schubert intorno al 1823)
Der du von dem Himmel bist,
Alles Leid und Schmerzen stillest,
Den, der doppelt elend ist,
Doppelt mit Erquickung füllest,
Ach! ich bin des Treibens müde!
Was soll all der Schmerz und Lust?
Süßer Friede, Komm, ach komm in meine Brust!
(O tu che sei del cielo, e ogni pena e ogni dolori acquieti, e ricolmi di consolazione chi è due volte misero, ah! Io sono stanco di tutto questo affannarsi. A che serve tanto dolore, e tanta gioia? Dolce pace, vieni, ah vieni, nel mio petto...)


WANDERERS NACHTLIED II
(Canto del viandante notturno, n.2)
(Goethe 1776, musicato da Schubert nel 1815)
Über allen Gipfeln ist Ruh,
in allen Wipfeln spürest du kaum einen Hauch;
die Vögelein schweigen im Walde,
warte nur, balde ruhest du auch!
(Su tutte le vette è pace, in tutte le cime degli alberi si ascolta appena un respiro; i piccoli uccelli tacciono nel bosco. Ascolta ancora, aspetta, presto anche per te ci sarà riposo.)


ATLANTE (Der Atlas)

Heinrich Heine, 1797-1856 (musicato da Franz Schubert, "Der Schwanengesang, pubblicato postumo nel 1828)
Ich unglücksel'ger Atlas! Eine Welt,
Die ganze Welt der Schmerzen muß ich tragen.
Ich trage Unerträgliches, und brechen
Will mir das Herz im Leibe.
Du stolzes Herz, du hast es ja gewollt!
Du wolltest glücklich sein, unendlich glücklich,
Oder unendlich elend, stolzes Herz,
Und jetzo bist du elend.
(Io, sventurato Atlante! Un mondo, l’intero mondo del dolore, devo portare sulle mie spalle. Sopporto l’insopportabile, e il cuore mi si vuole spezzare nel petto. Cuore orgoglioso, tu l’hai voluto: volevi essere felice, infinitamente felice; oppure infelice infinitamente. Cuore orgoglioso, eccoti infelice in eterno.)



Venne e sedette al mio fianco,
ma non mi destai.
Che sonno sciagurato fu quello,
me miserabile !
Venne nel silenzio della notte;
teneva in mano la sua arpa
e i miei sogni risuonarono
delle sue melodie.
Ahimè, perché le mie notti
vanno sempre perdute così?
Perché manco sempre la visione di colui
il cui alito sfiora il mio sogno ?
(Rabindranath Tagore, Gitanjali, XXVI )

Se vuoi così, smetterò di cantare.
Se fa sussultare il tuo cuore,
distoglierò i miei occhi dal tuo volto.
Se ti fa trasalire all'improvviso,
mentre passeggi, mi trarrò in disparte
e prenderò un'altra strada.
Se ti confonde mentre intrecci i fiori,
eviterò il tuo giardino solitario.
Se troppo agita l'acqua,
non vogherò vicino alla tua spiaggia.
(Rabindranath Tagore Il Giardiniere, XLVII )
A mezzanotte, colui che voleva essere asceta
annunciò: « Questo è il tempo di lasciare
la mia casa, e andare di Dio in cerca.
Ah, chi tanto a lungo in quest'illusione mi trattenne? »
Dio sussurrò: « Io. » -
ma l'uomo aveva le orecchie turate.
Con un bimbo addormentato al seno
sua moglie dormiva tranquilla
su un lato del letto.
L'uomo disse: « Chi siete voi,
che per tanto tempo m'avete ingannato ? »
Ancora la voce mormorò:
« Essi sono Dio. » -
ma egli non intese.
Il bimbo pianse nel sonno e si strinse
accanto alla madre.
Dio comandò:
« Fermati, sciocco, non abbandonare la tua casa ! » -
ma ancora non udì.
Dio disse tristemente, sospirando:
« Perché il mio servo m'abbandona
per andare a cercarmi ? »
(Rabindranath Tagore Il Giardiniere, LXXV )
Caspar David Friedrich è citato esplicitamente nei primi film di due grandi autori tedeschi, Wim Wenders e Werner Herzog; e anche in molti altri film di altri autori, ma bisogna pur limitarsi. Herzog e Wenders hanno sempre avuto grande attenzione alle immagini, e Friedrich rappresenta solo un momento della loro produzione. Del resto, con le immagini dai film di Herzog e Wenders ho già riempito le pagine di questo sito: sono tutte qui in archivio e il link è qui alla fine del post.
Va detto che non sono particolari che si notano durante la proiezione o la visione del film; oggi con il dvd a casa è possibile guardare il film come si faceva con la moviola, fotogramma per fotogramma; e fermare le immagini che più colpiscono. Magari si sta cercando qualcos'altro, e invece si trovano queste meraviglie.
Non tutti i film si meritano una simile attenzione, alcuni sì: primo fra tutti, “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick, dove non esiste un fermo immagine che non sia così perfetto da meritare di essere esposto in un quadro e una cornice. ma non solo. E’ stato così, passando i film di Herzog e di Wenders al computer, che ho pescato queste meraviglie.
I film da cui ho tratto le immagini sono: “Cuore di vetro”, “Kaspar Hauser” e “Woyzeck” di Werner Herzog; “La lettera scarlatta” e “Falso movimento” di Wim Wenders. L'isola del finale di "Cuore di vetro" è Skellig Rock, in Irlanda.

10 commenti:

Eraserhead ha detto...

Belle! Da questo punto di vista i film acquistano ancora più valore.

Giuliano ha detto...

nei testi sono andato un po' a ruota libera...si vede?
le somiglianze (impressionanti)con Friedrich penso che si debbano anche al paesaggio tedesco - le immagini di "La lettera scarlatta" (la nave, il mare) però sono del nord della Spagna, Galizia.

Ismaele ha detto...

Raccontati da te, dai tuoi occhi, quei capolavori sono ancora più belli.
Leggo e resto stupito e ammirato.
Chapeau!

Giuliano ha detto...

e mi raccomando Schubert: trii, quartetti, il quintetto "la trota", tutta la musica da camera. I lieder di Schubert si fanno ascoltare bene anche da chi ascolta musica leggera.

Mauro ha detto...

Ho appreso solo ora della scomparsa di Bruno S., uomo e personaggio (mai come in questo caso la sovrapposizione è così totale) che ho conosciuto ed imparato ad amare anche grazie ai tuoi post su Abbracci e popcorn. ome sempre capita questi lutti vengono sempre oscurati da uno mediaticamente più ingombrante, ma tra lui e Cossiga, non ho dubbi su chi rimpiangere.

Giuliano ha detto...

Non lo sapevo. Bruno S. è stato l'esempio di come dovrebbe essere il cinema, ma lo stesso discorso si potrebbe fare per attori professionisti bravissimi che non sono mai diventati delle star, come Rüdiger Vogler o come Eva Mattes, o come i nostri che hanno lavorato con Vittorio De Sica e con Comencini...
(dove hai letto la notizia?)

Mauro ha detto...

Ho appreso la notizia da un paio di blog che seguo ogni tanto e che, apparentemente, "non avrebbero dovuto" parlarne. Poi ho cercato altre informazioni ma non ho trovato nulla sui siti di Corriere e Repubblica, per fare degli esempi.
Ti riporto i link:

http://bastonate.wordpress.com/2010/08/17/bruno-s-1932-2010/

http://cabaldixit.blogspot.com/2010/08/rip-bruno-schleinstein.html

Giuliano ha detto...

grazie per i link, se vengono da te significa che bisogna farci un giro.

Mauro ha detto...

Troppo gentile, davvero. Il primo è un blog di musica sostanzialmente metal, cioè non proprio la mia tazza di the, ma ci scrive un mio conoscente. Il secondo è un bel blog di curiosità mediatiche varie, curato da Luca Castelli, giornalista che su La Stampa si occupa di nuove tecnologie.

Giuliano ha detto...

...mmmm...gentile a chi?
:-)
(un saluto anche ad Eleonora!)