lunedì 7 maggio 2012

Lucky Luciano

Lucky Luciano ( 1973) Regia di Francesco Rosi. Scritto da Francesco Rosi, Tonino Guerra, Lino Jannuzzi. Consulente per la sceneggiatura: Charles Siragusa. Fotografia di Pasqualino De Santis. Musiche di Piero Piccioni. Interpreti: Gianmaria Volonté, Rod Steiger, Charles Siragusa (voce di Adolfo Celi), Vincent Gardenia, Silverio Blasi, Francesco Rosi, Jacques Monod, Pier Maria Pasinetti, Sergio Saviane, Carlo Mazzarella, Edmund O’Brien, Charles Cioffi, Larry Gates, Magda Konopka, Karin Petersen, Dino Curcio. Durata: 115 minuti.

Nel 1973 Francesco Rosi va a descrivere uno dei momenti meglio nascosti della nostra storia recente, la storia del gangster italo-americano Lucky Luciano, che dal 1945 al 1962 visse a Napoli. Il nome di Lucky Luciano è associato non soltanto a storie di mafia, ma anche alle trattative fra la CIA e la mafia, allo sbarco delle truppe USA in Sicilia e ai disegni eversivi conseguenti alla nascita della Repubblica Italiana. Di tutto questo si sa poco o pochissimo, anch’io confondo spesso Luciano con un altro dei tanti (troppi) gangster o mafiosi, e quindi sono grato a Rosi che mi ha aiutato quantomeno a focalizzare l’attenzione su questo personaggio. Va ricordato che Rosi è napoletano, e di conseguenza ha vissuto quegli anni in prima persona.
Il film ha per consulente un poliziotto americano del Narcotic Bureau (cioè che si occupa dello spaccio di droga), anche lui di origini italiane, che si chiama Charles Siragusa e che compare di persona nel film, come attore. La sceneggiatura è di Tonino Guerra, per una volta lontano dal suo mondo abituale, e del giornalista Lino Jannuzzi, che in quegli anni era in prima linea con inchieste serie e anche pericolose.
Da http://www.wikipedia.it/  prendo le prime righe della biografia di Luciano:
Charles Luciano, nato Salvatore Lucania, e soprannominato Lucky Luciano (Lercara Friddi, 24 novembre 1897 - Napoli, 26 gennaio 1962), è stato un criminale italiano, legato alla mafia italo-americana. Assunse negli Stati Uniti d'America il nome di Charles Luciano, e successivamente il soprannome "Lucky", "fortunato". È considerato il padre del moderno crimine organizzato e l'ideatore di una massiccia espansione nel dopoguerra del commercio di eroina. È stato il primo boss ufficiale della moderna famiglia Genovese. Il Time Magazine ha inserito Luciano tra i 20 uomini più influenti del XX secolo. (...)
La biografia di Luciano è ovviamente lunghissima, questo è solo l’inizio. Il film parte comunque proprio da qui, dagli inizi americani di Salvatore Lucanìa, non ancora Lucky Luciano.
Tra i film storici di Francesco Rosi, Lucky Luciano è forse il meno spettacolare; molto di questo è dovuto al personaggio stesso di Luciano (Salvatore Lucanìa, siciliano d’America) che per tutta la sua vita, dopo gli inizi necessariamente turbolenti, preferisce nascondersi, stare sotto traccia, non dare nell’occhio. In questa direzione va anche l’interpretazione di Volonté, magnifico ma sempre sottovoce, senza eccessi, perfetto e probabilmente molto simile all’originale, ma sicuramente antispettacolare.
“Sono qui per divertimento, non per fare affari”, ripete spesso Luciano nel film; non lo dice solo ai poliziotti, ma anche ai suoi amici e alle sue amanti. Lo vediamo infatti spesso ad Agnano, alla fiera del bestiame, o semplicemente a spasso per i vicoli di Napoli, dove visse dal primo dopoguerra fino alla morte, nel 1962. Va anche in visita a Pompei, da bravo turista: una delle scene più belle del film, da antologia. Ovviamente, la meta preferita a Pompei è quella al lupanare.
Tra gli attori del film c’è Charles Siragusa, doppiato da Adolfo Celi, che era un vero poliziotto del Narcotic Bureau e che qui interpreta se stesso; è anche consulente per la sceneggiatura. Rod Steiger interpreta Gene Giannini, personaggio ambiguo di cui non si fidano né Luciano (che lo farà ammazzare) né la polizia, di cui è confidente. Di Giannini è la battuta sulla “monnezza” di Napoli, sulla quale vorrebbe iniziare un racket “come a New York”: battuta di grande attualità anche oggi, purtroppo, e non solo a Napoli.
Luciano in America aveva fatto carriera facendo ammazzare tutti i suoi rivali; per questo fu condannato a 50 anni di galera ma poi scarcerato, graziato dopo nove anni per “importanti contributi” in tempo di guerra; in realtà, sembra, per consistenti mazzette a chi di dovere. Dopo essere stato graziato, venne spedito in Italia nel 1945, a guerra finita. Nel film si vede un frammento con Joe Valachi (quello vero) che depone davanti alla Commissione Mc Clellan; altri nomi che circolano sono quelli del presidente Roosevelt, di cui Luciano si dice molto amico, dei mafiosi Genco Russo e Vito Genovese, alleati della CIA al tempo dello sbarco in Sicilia e anche dopo, e molti altri ancora sui quali mi dovrei informare; da qui parte anche la storia di Michele Sindona, se non ricordo male. (per Michele Sindona, il film da vedere è "Un eroe borghese", regia di Michele Placido: la storia dell'avvocato Giorgio Ambrosoli).
Il vero Lucky Luciano muore (d’infarto?) all’aeroporto di Napoli, mentre sta per essere estradato in USA; Rosi riproduce questa scena nel film, e sul fermo immagine del cadavere mette due voci fuori campo, quelle dei poliziotti del Narcotic Bureau che abbiamo visto in azione.
I due fanno questo dialogo, che conclude il film:
Siragusa: Allora, che devo fare?
Capo Narcotic Bureau: Mah... tu continua a dare la caccia a Luciano, Dewey continuerà a dare la caccia a noi, Hoover continuerà a dare la caccia a Dewey, e alla fine, a furia di girare in tondo, ognuno di noi si troverà al posto dov’era prima, e tutto tornerà come sempre. (ride) Oh, Charlie, Charlie...
(finale di “Lucky Luciano” di Francesco Rosi)
Nel film, che è del 1973, recitano anche Vincent Gardenia, il regista Silverio Blasi, lo stesso Francesco Rosi, il biologo Jacques Monod, e molti giornalisti veri, che si calano alla perfezione nella parte dei giornalisti “d’epoca” che intervistarono Luciano. Molti di loro sono stati ormai dimenticati, ma negli anni ’70 erano nomi importanti del giornalismo italiano: Pier Maria Pasinetti, Sergio Saviane (ferocissimo critico tv sull’Espresso), Carlo Mazzarella (onnipresente in Rai per trent’anni) e altri ancora. Tornando agli attori, Edmund O’Brien è il capo del Narcotic Bureau, Charles Siragusa è doppiato da Adolfo Celi). Come si vede, è un cast necessariamente al maschile, con due eccezioni: Magda Konopka che è la Contessa, e Karin Petersen che interpreta la ballerina Lissoni, che fu per molti anni compagna di vita di Luciano, forse sua moglie ma in segreto, e che morì prematuramente per un tumore.

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