venerdì 19 novembre 2010

Il primo film di Tarkovskij

Ubiytsy (The killers, 1956). Regia di Marika Beiku, Aleksandr Gordon, Andrej Tarkovskij. Tratto da un racconto di Ernest Hemingway. Fotografia di A.Rybin e A.Alvarez. Interpreti: Aleksandr Gordon (George, l’uomo che sta al banco), Valentin Vinogradov e Vadim Novikov (i due killers, Al e Max), Yuli Fait (Adams); Yuri Dubrovin (primo cliente), Andrey Tarkovskij (secondo cliente), Vasili Shukshin (lo svedese). Durata: venti minuti.

L’altra notte Raitre (che ringrazio moltissimo) ha trasmesso il primo film diretto da Andrej Tarkovskij: che dura venti minuti ed è tratto da un racconto di Hemingway. Si intitola “I killers”, ed è un esercizio per la scuola di cinema realizzato insieme da tre studenti.
Non è che si possano dire molte cose, ragionando su un film di venti minuti girato da tre studenti di un corso di cinematografia: ma si tratta comunque di un buon film, ben fatto e ben recitato, con inquadrature ottime e ben pensate. Un ottimo esercizio, e viene da pensare che “The killers” sia il soggetto ideale da mettere in scena per chi vuole iniziare a fare cinema con pochissima spesa: volendo, se ne può fare una versione anche oggi. Ma “The killers” è comunque vero cinema, già molto professionale: siamo ben lontani, per esempio, dagli esordi di Nanni Moretti; e volendo dire a chi somiglia questo piccolo film di cinquant’anni fa mi viene piuttosto in mente, ragionando su ciò che venuto dopo, il cinema di Jim Jarmusch, o di Cassavetes. Insomma, un film che si vede volentieri anche al di là dell’interesse per gli inizi di un grande regista.
Il principale motivo di curiosità in “The killers” è la presenza di Andrej Tarkovskij anche come attore: è una parte molto piccola, mentre l’altro regista, Aleksandr Gordon, ha un ruolo da protagonista.

Il soggetto è questo: due killers professionisti, in America, entrano in un locale dove pensano di trovare la loro vittima; immobilizzano il cuoco e un avventore, e dicono all’uomo dietro il banco di continuare come se niente fosse, finché non entrerà l’uomo che a loro interessa. Ma l’uomo da uccidere, uno svedese, non arriva; dopo un po’ i due killers se ne vanno come erano venuti, senza far del male a nessuno. Nel finale, il giovane che era nel negozio va a cercare lo svedese e lo avverte di quello che è successo; ma lo svedese gli appare rassegnato e stanco. “Voglio andarmene da questa città”, conclude il giovane; ed è anche la fine del piccolo film. Non conosco il racconto originale di Hemingway e non so dire se il film sia fedele, e se ci sia qualcos’altro dopo; ma è tutto qui. Nella realizzazione del soggetto c’è qualcosa di beckettiano, qualcosa di non detto in quest’attesa, forse anche qualcosa di immanente che rimanda alla nostra vita; ma cercare significati profondi, che anticipino i futuri film di Tarkovskij, sarebbe chiedere un po’ troppo.
Durante l’attesa, che occupa quasi tutto il tempo del film, entrano tre clienti: il secondo è Tarkovskij, che si fa preparare dei panini da portare via e nell’attesa fischietta una canzone. Andrej Tarkovskij non è immediatamente riconoscibile, non ha ancora i baffi ed è molto giovane; inoltre lo si vede poco, quasi sempre di spalle tranne un breve primo piano. Del resto, il protagonista non è lui, ed è giusto che sia così.
Dal documentario su Tarkovskij girato nel 1999 da Chris Marker riprendo qualche altra notizia: il soggetto del film, “Gli assassini”, è anche in un film di Robert Siodmak del 1946, ma è difficile che Tarkovskij e i suoi amici lo avessero visto. Il film di Siodmak si intitola in originale “The killers” e in italiano “I gangsters”, protagonisti Burt Lancaster e Ava Gardner. La canzone fischiettata da Tarkovskij si chiama “Lullabye of birdland”, e la si può trovare su youtube in due ottime versioni: Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan (c’è anche cantata da Mina, in una Canzonissima).
Ho fatto una piccola ricerca su www.imdb.com e ho scoperto che, dei tre registi, Marika Beiku ha fatto solo questo film; mentre Gordon ha girato nove film in totale compreso questo; l’ultimo è del 1990. Insieme a Gordon, Tarkovskij ha girato anche il suo primo vero film, “Non ci sarà licenza oggi”, del 1958.
Degli altri attori del film, Yuri Dubrovin e Vassili Shukshin hanno girato molti film, e sono presenze importanti nel cinema russo di quel periodo; Fait e Vinogradov hanno fatto carriera come registi, ma non credo che i loro film siano mai arrivati anche da noi. Non ci sono donne nel cast, a parte un’ombra accanto a Tarkovskij prima che entri nel locale; e c’è anche un altro attore, il “cuoco negro” che si chiama Sam ed è un altro ragazzo del corso di cinema, con la faccia dipinta di nero. Facile immaginare che la questione sia stata oggetto di molte risate tra gli studenti: ma in teatro il trucco è cosa normale, e alcuni dei ruoli più importanti di Shakespeare, da Otello a Calibano, sono da sempre recitati con un trucco simile a quello che vediamo in questo film. Sam non dice neanche una battuta, e appare in una sola inquadratura.
Sempre stando a quello che ne dice www.imdb.com , Andrej Tarkovskij compare come attore in altri due film: in “Ho vent’anni” di Marlen Khutsiyev (1964) è un ospite ad una festa, mentre in “Sergej Lazo” di Aleksandr Gordon (1964) è un ufficiale della Guardia Bianca.
Sempre dal sito di Internet Movie DataBase prendo i titoli di alcuni film a cui Tarkovskij ha collaborato come autore o come sceneggiatore (spesso non menzionato nei titoli di testa)
1968 Sergey Lazo, regia di Aleksandr Gordon
1970 Konets atamana, regia di Shaken Ajmanov
1974 Lyutyy, regia di Tolomush Okeyev
1974 Hndzan, regia di Bagrat Oganesyan
1979 Beregis, zmey! , regia di Zakir Sabitov .
I primi due film furono realizzati quando Tarkovskij era in difficoltà e la burocrazia sovietica non gli permetteva di fare film da regista; gli altri invece sono compresi fra Solaris, Lo specchio e Stalker, quindi con Tarkovskij in piena attività.
"Lullaby of Birdland" è una canzone del 1952, musica di George Shearing e testo di George David Weiss sotto lo pseudonimo "B. Y. Forster" . Il titolo si riferisce a Charlie "Bird" Parker e al Birdland jazz club che da lui prese il nome.
Lullaby of birdland, that's what
I always hear when you sigh
Never in my woodland
Could there be words to reveal
In a phrase how i feel
Have you ever heard two turtle doves
Bill and coo when they love
That's the kind of magic
Music we make with our lips
When we kiss
And there's a weepy ol' willow
He really knows how to cry
That's how i cry in my pillow
If you should tell me
Farewell and goodbye
Lullaby of Birdland whisper low
kiss me sweet & we'll go
Fliyin' high in Birdland
High in the sky up above
All because we're in love

2 commenti:

Ismaele ha detto...

l'avevo visto e messo nel blog un po' di tempo fa, ma grezzo, diciamo, qui sembra un altro film:).
ha un certo fascino, a prescindere dal fatto che è di Tarkovskij, c'è un clima di attesa, di coincidenze, o mancate coincidenze, bello.

Giuliano ha detto...

A me è venuto in mente anche l'inizio di Stalker...ci sono in effetti dei punti in comune.
Adesso però adesso sarei curioso di vedere gli altri film di Gordon, e anche il film di Siodmak!
(appena vado a Milano mi procuro "Lullabye of birdland", nel senso del cd)