giovedì 2 settembre 2010

Né solida né gassosa

Che fine fanno le cose che scrivo? E’ la domanda che prima o poi ci facciamo tutti: non che sia importante saperlo, ma insomma. Una risposta l’ho avuta di recente: cercando notizie su Ezio Frigerio (grandissimo scenografo di teatro, attivo anche nel cinema) mi sono imbattuto in una segnalazione dei miei post su “Novecento” di Bertolucci, dove Frigerio è fra i collaboratori.
Sorpresa: accanto alla segnalazione dei miei post, con tanto di indirizzo di questo sito, c’erano delle faccine disgustate. Può capitare che quello che scrivo io non piaccia, ma mi sono chiesto: perché questo sito deve prendersi la briga di segnalare qualcosa che non piace?

E allora ho portato il mouse sulla faccina disgustata (non è un modo di dire, è davvero una faccina da mal di stomaco) e ne è uscita una finestra con la spiegazione. La riporto qui sotto, facendo presente che non si tratta dei miei post: su quel sito non ci sono più, perché gli ho scritto subito e gli ho chiesto di levarli, anche e soprattutto per rispetto verso il capolavoro di Bernardo Bertolucci.
Queste righe si riferiscono dunque a “L’invenzione di Morel” di Adolfo Bioy Casares, regia di Emidio Greco, recensione da slowfilm.splinder e faccina sorridente e distesa.
MOOD COMPLESSIVO DEL POST: GOOD!
Aggettivi positivi nel post: insolito, fantastico, efficace
Aggettivi negativi nel post: innaturale, impossibile
Aggettivi più utilizzati: fantastico, originale
La nostra analisi semantica analizza gli aggettivi positivi e negativi, opportunamente pesati, presenti nell’articolo misurando la componente emotiva del testo e dunque il punto di vista dell’autore nei confronti del tema trattato.
L’analisi dei sentimenti non esprime un giudizio, ma traccia il contesto emotivo che accompagna un argomento in un dato istante. Ad esempio: a un personaggio accade un evento spiacevole, il sentiment (sic) dei post che ne parlano risulterà molto negativo, ma ciò non implica alcun giudizio negativo nei confronti del personaggio stesso.
Fantastico. E dunque se io parlo di guerra e di situazioni tragiche avrò le faccine orripilate e disgustate, se parlo di coniglietti e di bigné alla crema avrò le faccine felici e contente: un colpo di genio.

Ecco dunque che fine fanno i miei appunti, una volta messi in rete. C’è di che essere contenti: con “Novecento”, che si svolge in un arco di tempo che va dal 1901 al 1945, Bertolucci parla inevitabilmente anche di guerra, di fascismo, di situazioni molto drammatiche; io ne ho riferito e quindi eccomi la faccina disgustata, che “non esprime un giudizio”, no di certo: ma sfido chiunque ad andare a vedere una cosa indicata con quel simbolo. Rimane una sola considerazione positiva: fascismo è considerata una parola negativa, e di questi tempi non è mica poco, anzi è una gran consolazione.

Un’altra cosa simpatica mi arriva da Blogger, che mi mette (non richiesta) una pagina sulle statistiche dei miei blog, questo qui e quell’altro. Ho evitato con cura di mettere un contatore o una pagina di statistiche sulle visite di questi blog: avendo deciso di dedicare un sito al cinema di Andrej Tarkovskij, sapevo in partenza che di visite ne avrei avute poche, perché ricordo benissimo di quando andavo a vedere i film di Tarkovskij al cinema ed eravamo in dieci o venti persone in sala. L’altro blog riporta miei pensieri sull’attualità, invero sempre più rari, e alcune cose che avevo scritto in passato e che mi faceva piacere mettere in ordine: anche qui, chi vuole leggere legga pure, sono sempre contento, ma insomma, mica sto lì a spiare chi viene e chi va. Ringrazio molto le persone che mi leggono, ed è bello sapere che ci sono: non per me, ma per Tarkovskij, per Fellini, per John Huston, per tutto il grande cinema. Ho messo in linea i miei appunti, dove ho raccolto tutte le cose che non avevo mai capito e tutte le informazioni che sono riuscito a raccogliere; spero sempre che ci sia qualcuno a cui possono servire, questo è l’unico scopo che mi sono prefisso ben sapendo (mi guardo in giro, non vivo sulla Luna) che lo spazio per il grande cinema (e per i libri, e per la musica) si va sempre più riducendo. Ci sarà ancora qualcuno, tra vent’anni, che saprà capire di cosa stiamo parlando sui nostri blog? Ne dubito molto.
Comunque sia, sono inevitabilmente curioso e vado a vedere: i miei post sul cinema più letti sono quelli sui film a cartoni animati di Walt Disney, chi l’avrebbe mai detto. E’ proprio vero che nella vita non si finisce mai di imparare...
PS: il nome del sito delle faccine non l’ho scritto, se non in forma di indovinello. Tengo comunque a precisare che “ il punto di vista dell’autore nei confronti del tema trattato”, cioè i film di Bernardo Bertolucci, è assolutamente entusiastico. Sono da sempre un fan di Bertolucci, mia mamma è di Parma, non conosco Bertolucci di persona ma gli voglio un bene dell’anima; e questa frasetta qui, «La nostra analisi semantica analizza gli aggettivi positivi e negativi, opportunamente pesati, presenti nell’articolo misurando la componente emotiva del testo e dunque il punto di vista dell’autore nei confronti del tema trattato» la considero una vera e propria bestemmia, soprattutto per via di quel “dunque”. Misurando gli avverbi presenti in quel testo, non posso fare altro che vomitare qui la mia faccina più disgustata: e si tratta di un giudizio di merito, sia ben chiaro. Niente di emotivo, ma un giudizio ben ragionato e ponderato, anzi: “pesato”.

Le immagini vengono da “I viaggi di Gulliver” di George Méliès, anno 1902.

4 commenti:

Eraserhead ha detto...

Dài Giuliano non farti del sangue marcio, anche io ho visto quella cavolata delle faccine (tra l'altro non so come ci sono finito su... h2o :p) vicino ai post. Io cerco di pensare positivo e spero che non ci sia nessuno così babbeo da evitare un articolo su Bertolucci o chi per esso solo perché c'è uno smile triste affianco.
Saluti :)

franz ha detto...

Che fine fanno le cose che scrivo(iamo)?
Nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma, forse questo succede.

Giuliano ha detto...

Eraserhead, il sangue marcio me lo sono fatto su altre cose, più importante. Per esempio (ho appena compiuto 52 anni) nel vedere con quale soave leggerezza i giovani e le giovani delle generazioni seguenti alla mia hanno buttato nel cesso le conquiste ottenute dalla generazione precedente alla mia.
Parlo del mondo del lavoro, della previdenza sociale, della cultura, della scuola.

Tornando a quello che ho scritto qui, pensare che esiste gente che usa internet come mezzo professionale e che si inventa di queste scemenze è davvero un indice di quello che è la nostra classe dirigente attuale. E' per questo che ne parlo...(Non che quella che ho trovato io fosse meglio, però uno spera sempre che le cose migliorino, e invece la signora Gelmini è del '77...)

Giuliano ha detto...

Caro Franz, (a proposito, il sito di Franz è pieno di cose belle e interessanti)di fare lo scrittore o il giornalista non è che mi sia mai importato molto. A dodici anni volevo studiare gli insetti e l'ambiente, avrei potuto passare tranquillamente parecchi esami all'Università; invece poi si cambia. Ho fatto il chimico analista in un'industria, mi piaceva ma ormai anche quello è un percorso finito. Il futuro, chissà: posso dirti per certo che l'ambiente dell'editoria (l'ho sfiorato appena) non mi attira per niente. A meno di non farci tanti soldi, come la Susanna Tamaro!
:-)