venerdì 10 luglio 2020

Non toccare la donna bianca



Non toccare la donna bianca (1974) Regia di Marco Ferreri. Scritto da Marco Ferreri e Rafael Azcona. Fotografia di Etienne Becker. Musiche di Philippe Sarde, con citazione dal "Gianni Schicchi" di Puccini. Interpreti: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Michel Piccoli, Henri Piccoli, Alain Cuny, Serge Reggiani, Catherine Deneuve, Monique Chaumette, Paolo Villaggio, Franco Fabrizi, Danny Cowl, Franca Bettoia, Marco Ferreri, Francine Custer, Gianmarco Tognazzi, e molti altri. Durata: 1h45'

"Non toccare la donna bianca" esce nel 1974, subito dopo "La grande abbuffata" e subito prima di "L'ultima donna"; è il periodo di maggior successo per Marco Ferreri, che può contare su attori amici e complici, tutti di grandi qualità e di grande popolarità. Il punto di partenza è il western classico, e più precisamente uno dei grandi momenti dell'epica americana, la battaglia di Little Big Horn con Toro Seduto, il generale Custer e il Settimo Cavalleggeri, ma tutto rivisitato in una maniera a metà strada fra la satira politica e il puro divertimento, come se autori e attori fossero tornati bambini e volessero giocare ai cowboys e agli indiani.


Visto da oggi, dopo più di quarant'anni, la prima impressione è che il divertimento venga prima di ogni altra cosa: il film è divertente e tutti i partecipanti vi appaiono molto divertiti, è un bel gioco e si gioca. Dietro ci sono discorsi seri e profondi: gli indiani, Custer, la proprietà privata, bisognerebbe riparametrarsi a quel 1974 e non è sempre facile anche se alcuni temi si colgono ancora, come il personaggio collegato alla CIA (interpretato da Paolo Villaggio) che fa pensare a Henry Kissinger, al colpo di Stato in Cile del 1973, a Piazza Fontana (1969), e prima ancora a Mossadeq in Iran (anni '50), alla morte di Enrico Mattei, e a tanto altro ancora. Tutto però è volto in gioco, in scherzo, e penso che sia quasi impossibile per una persona che ha meno di trent'anni riuscire a capire bene cosa succede in "Non toccare la donna bianca"; e probabilmente anche chi ha più di quarant'anni avrà perso la memoria su cosa succedeva in quegli anni, e che purtroppo continua a succedere ancora (non da noi, per ora, per nostra fortuna).


Per divertirsi con "Non toccare la donna bianca", inoltre, bisogna aver visto tanti western, ma proprio tanti, e di quelli veri; per mia fortuna, ho l'età giusta per poter capire e gustare le molte citazioni presenti nella sceneggiatura, ma non è detto che sia così per tutti. Un titolo di riferimento, quasi d'obbligo, è "Il massacro di Fort Apache" di John Ford, del 1948, con Henry Fonda e John Wayne, dove il nome di Custer non viene mai fatto ma dove i riferimenti a Custer sono molti e molto evidenti; e magari anche "Piccolo grande uomo" di Arthur Penn (1968), ma va detto che i film americani su Custer e sul Settimo Cavalleggeri sono molti e l'elenco sarebbe molto lungo. Gli indiani di Ferreri sono rifatti sui modelli presenti in quei film, non c'è razzismo in "Non toccare la donna bianca" ma solo citazione, parodia, voglia di giocare; alla fine, inoltre, sono proprio gli indiani a vincere.

"Non toccare la donna bianca" è stato girato all'interno del grande cantiere parigino presente all'inizio degli anni '70 sull'area dove c'erano Les Halles e oggi c'è il Beaubourg; per maggiori dettagli metto qui un link molto utile. 
Gli attori sono tanti, e tutti meriterebbero una citazione ma proprio perché sono tanti si rischierebbe di fare confusione, perciò mi limito ai personaggi principali cominciando dagli indiani: Alain Cuny è Toro Seduto, Serge Reggiani è il Matto (profetico e nudo, alla fine capo politico che porta alla vittoria i suoi), Henri Piccoli è il padre di Toro Seduto, che ucciderà Custer; nella vita reale era il padre di Michel Piccoli e questo è il suo unico film.
Mastroianni è Custer, Noiret è il generale Terry (sarebbe il capo di Custer, ma la gente reclama Custer, molto più popolare). Tognazzi è Mitch il meticcio, guida indiana di Custer: è a lui che Custer si rivolge con la frase del titolo, più di una volta. Mitch ha per moglie Franca Bettoia (moglie di Tognazzi nella vita reale) e per figlio Gianmarco Tognazzi (ancora bambino). Franco Fabrizi è il fratello di Custer, che gli tiene in ordine i conti; Danny Cowl è il maggiore Archibald, che impaglia i cadaveri usando carta di giornale, e Michel Piccoli è Buffalo Bill. Catherine Deneuve e Monique Chaumette sono le dame di carità e infermiere, Paolo Villaggio è un sedicente antropologo in realtà membro della CIA (riferimenti a Kissinger, al Cile...). Marco Ferreri è un giornalista e fotografo, Francine Custer (sic) è la figlia del generale Terry.
Molti attori non italiani parlano con la loro voce, come Reggiani e la Deneuve, altri sono doppiati (Piccoli, Noiret, Cuny). Le musiche sono di Philippe Sarde, e comprendono anche una citazione da Puccini, l'aria famosa "O mio babbino caro" dall'opera "Gianni Schicchi".




(le immagini vengono dal sito www.imdb.com, 
il poster qui sopra è opera di Moebius, 
che nel 1974 si firmava ancora con il suo vero nome, Jean Giraud)


2 commenti:

AF ha detto...

Film che mi ha sempre incuriosito, l'assurdità sulla carta del progetto è allettante; temo però di non potermelo godere appieno essendo io quasi digiuno di western storici.

(Il Beaubourg però è stato fatto in un altro isolato! Il nulla esistenziale che si trova ora laggiù, una sorta di centro commerciale-uscita della metro, si chiama comunque Les Halles)

Giuliano ha detto...

ci sono molte situazioni divertenti, in ogni caso. Non è il Ferreri pessimista, per una volta.
Non conosco Parigi, mi devo fidare :-)