mercoledì 14 marzo 2012

Luigi Comencini ( II )

L'imperatore di Capri (1949, Totò, Y.Sanson, M.Merlini, M.Castellani) ****
scritto da Teresa Ricci Bartolini, Gino De Santis, Metz e Marchesi. Comencini
E’ un film famosissimo e non ha certo bisogno di presentazione, l’unica cosa che si può dire è che non è certo un film “di Comencini”: in casi come questi, un regista intelligente si mette completamente al servizio dell’attore. Comencini lo sa benissimo, segue e assiste Totò e tutti gli altri attori del cast, formidabili nei tempi comici e nelle caratterizzazioni. Qualcosa di diverso lo farà Pasolini, ma molti anni dopo, con Totò già anziano e con difficoltà nella vista: ma qui siamo nel 1949, Totò è brillantissimo e scatenato, sarebbe stato un peccato grave dirgli cosa fare.
Heidi (1952)
dal romanzo di Johanna Spyri. Sceneggiatura di Richard Schweizer, W.M.Treichlinger, Max Weinberg. Con Elsbeth Sigmund, Heinrich Gretler, Thomas Klameth
Girato in Svizzera, trasmesso di frequente ancora oggi dalla tv svizzera; non ha niente a che vedere, ovviamente, con lo sdolcinato cartoon giapponese che verrà realizzato trent’anni dopo. La storia di Heidi è raccontata con verità e con molta finezza; Heidi è un personaggio vero, così come tutti gli altri personaggi della storia. Lo si può considerare come una prova per il Pinocchio, che verrà vent’anni dopo: qui la storia è molto più realistica, ma l’approccio è identico, e a tratti (anche per l’ambientazione e le montagne) sembra di vedere un film di Olmi.
Pane, amore e fantasia (1953, V.De Sica, G.Lollobrigida) ***
Pane, amore e gelosia (1954, V.De Sica, G.Lollobrigida) ***
dai “Racconti vernacoli” di Ettore Maria Margadonna. Sceneggiatura di Comencini; nel secondo film partecipano alla sceneggiatura anche Eduardo e Titina De Filippo, conVincenzo Talarico.
Due film che da bambino (e poi da ragazzo) trovavo insopportabili scemenze. Col tempo ho imparato a conviverci, poi ad apprezzarli, soprattutto per la recitazione di De Sica, che gigioneggia un bel po’ ma è comunque grande nella sua caratterizzazione. Da non prendere troppo sul serio, quanto a credibilità era meglio “L’imperatore di Capri”, ma è comunque piacevole. Il terzo film della serie è di Dino Risi, 1955, con Sofia Loren al posto di Gina Lollobrigida.
Tutti a casa (1960, A.Sordi, Serge Reggiani, E. De Filippo, Carla Gravina) ***
Scritto da Comencini con Age e Scarpelli e Marcello Fondato
L’8 settembre del 1943, in un film molto bello, fra il tragico e il comico. Da rivedere con calma, è uno dei film fondamentali del cinema italiano. Da notare la presenza come sceneggiatori di Age e Scarpelli, che qualche anno dopo faranno il Brancaleone con Monicelli (l’argomento, alla fine dei conti, è molto simile) e di Marcello Fondato, che in seguito girerà alcuni film molto belli da regista.
La ragazza di Bube (1963 C.Cardinale, M.Michel, G.Chakiris) **
Dal romanzo omonimo di Carlo Cassola. Sceneggiatura di Comencini e Fondato
L’argomento è di quelli che mi interessano, ma il film non mi ha mai preso molto. Non saprei dire perché, forse per via di Carlo Cassola, un ottimo scrittore che però non ho mai amato. Anche la Cardinale mi sembra meno in parte rispetto ad altri film che ha interpretato. Bube è il soprannome di un giovane partigiano.
Il compagno Don Camillo (1965 Fernandel, Gino Cervi) *
dai romanzi di Giovanni Guareschi, scritto da Benvenuti e De Bernardi
Ultimo film della serie di Don Camillo, con un’improbabile trasferta sovietica. I personaggi e gli attori hanno ormai dato il meglio in questo contesto, la storia è troppo stiracchiata, Comencini si limita a una prestazione da buon professionista. Personalmente, lo ritengo inguardabile. Il primo film di Don Camillo è di tredici anni prima, 1952, diretto dal francese Duvivier (una coproduzione italo-francese: da qui la presenza di Fernandel). Anche il secondo, “Il ritorno di don Camillo”, del 1953, è diretto da Julien Duvivier; il terzo e quarto film, “Don Camillo e l’onorevole Peppone” (1955) e “Don Camillo monsignore ma non troppo” (1961), sono firmati da Carmine Gallone.
(continua)

2 commenti:

Matteo Aceto ha detto...

Non ho visto nessuno di questi film, anche se "L'imperatore" di Totò dovrò averlo visto per tre quarti buoni, diversi anni fa. "Tutti a casa" è un altro di quei titoli che dovrò pur vedere prima o poi, mentre di "Heidi" non ne sapevo praticamente nulla. Ricordo, però, il cartone giapponese degli anni Ottanta...

Giuliano ha detto...

Tutti a casa è uno di quei film che rifilo sempre a Monicelli, ma la spiegazione c'è: Age e Scarpelli, autori del Brancaleone
:-)
Heidi di Comencini è un bel film, molto quieto, composto, sembra davvero Olmi (ma Olmi non aveva ancora cominciato a fare film)