Il gatto ( 1977 Ugo Tognazzi, Mariangela Melato) ***
scritto da Rodolfo Sonego, sceneggiato da Sonego con Augusto Caminito e Fulvio Marcolin.
Mariangela Melato e Ugo Tognazzi sono fratello e sorella; lei legge i gialli, lui le strappa di nascosto l’ultima pagina per farle dispetto, ma con molta cura, così arriva fino in fondo e non se ne accorge fino a quando è il momento. Forse il film non è una gran cosa, ma Tognazzi e la Melato sono in gran forma.
Wikipedia lo riassume così: «I pettegoli e avidi fratelli Amedeo e Ofelia Pegoraro, hanno ricevuto in eredità un vecchio condominio in centro a Roma, nel quale abitano e dal quale traggono il loro sostentamento, incassando le magre pigioni dei vetusti appartamenti. Dopo aver ricevuto un'allettante offerta economica per la vendita del palazzo, a condizione che sia libero da persone e cose, si dedicano con costanza nel convincere, con ogni mezzo a disposizione, gli inquilini a lasciare i loro appartamenti e trasferirsi altrove. Operando una certosina attività investigativa, che non esclude la perquisizione degli appartamenti durante l'assenza degli occupanti, allo scopo di ottenere informazioni con le quali ricattare gli affittuari e costringerli al trasferimento, gli astuti fratelli hanno buon gioco nell'eliminare molti locatari. In un caso, riescono persino a far arrestare un'insospettabile coppia di anziani concertisti, spesso assenti per le continue tournée all'estero, dopo aver scoperto che arrotondano gli stipendi trasportando droga. Amedeo e Ofelia mostrano di essere candidamente privi di ogni scrupolo morale e mantengono un infantile comportamento reciprocamente ostile e dispettoso, ma la loro alleanza e determinazione nel perseguimento del comune obiettivo è incrollabile ed efficace. Il raggiungimento dell'agognato traguardo è impedito dagli ultimi due inquilini che resistono ad ogni sollecitazione e sembrano inattaccabili: l'affascinante prete-operaio don Pezzolla, del quale Ofelia è segretamente invaghita e la bella Wanda Yukovich, spigliata segretaria di uno studio legale, che riscuote le celate simpatie di Amedeo.»
L'ingorgo - Una storia impossibile (1979)
soggetto di Comencini, scritto da Comencini con Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi
con Tognazzi, Sordi, Mastroianni, Sandrelli, MiouMiou, Fernando Rey, Annie Girardot, Ciccio Ingrassia, Solvi Stubing, Gerard Depardieu, Angela Molina.
Un colossale ingorgo, le strade invase dalle automobili, tutto è bloccato: un film che vorrei rivedere da molti anni. Non è un capolavoro, ma è stato molto copiato, anche a Hollywood c’è chi ci ha vinto l’Oscar (vedi Michael Douglas, per esempio). Purtroppo non lo rivedo da molti anni.
Maccari ha lavorato molto con Risi e Monicelli, Zapponi è uno degli sceneggiatori di fiducia di Fellini nei suoi ultimi film, Solvi Stubing è una modella bionda e bellissima che divenne molto famosa in tv negli anni ’60 con la pubblicità della birra Peroni.
Voltati Eugenio (1980 S.Marconi, C.André, Dalila Di Lazzaro, F.Bonelli) **
scritto da Comencini con Massimo Patrizi
Lo confondo spesso con “Caro Michele” di Monicelli (1976, con Mariangela Melato) e con “Lo chiameremo Andrea” di Vittorio De Sica (1973, Nino Manfredi e ancora la Melato). Un film interessante, però non lo vedo da quando è uscito, cioè da trent’anni. Tra gli interpreti Memè Perlini, importante regista teatrale romano. Viene riassunto così su wikipedia: «La storia racconta di Eugenio, un bambino di dieci anni figlio di convinti sessantottini la cui unione inizia a scricchiolare fin dopo la sua nascita, per poi terminare in una consensuale vita separata. La vita del bambino è raccontata attraverso episodi in flash-back, raccolti da quello del suo abbandono in campagna da parte di un amico del padre Giancarlo, infastidito dal suo comportamento, e delle successive ricerche per ritrovarlo. Scopriamo così le vicende di due figli dei fiori incapaci (ma forse neppure desiderosi) di costruire e mantenere una relazione stabile, e del loro figlio trattato da loro e dai parenti più prossimi come un pacco da scaricare. Eugenio cresce così con un forte senso di abbandono e solitudine, che in alcuni casi si riflette con atteggiamenti di ribellione, in altri con timorose richieste d'affetto. Il suo personaggio (interpretato da un bravissimo Francesco Bonelli) è descritto con grande sensibilità dal regista lombardo, che scava nelle relazioni in deterioramento progressivo della società del tempo; che, eppure, pare dotata di un grado di sincerità oggi perduto. Anche i nonni paterni (tra cui Bernard Blier), pur affezionati al nipote, non vogliono accollarsi la responsabilità di un bambino che avrebbe bisogno di una famiglia stabile. La lettura più lucida della vicenda la dà Memè Perlini (l'amico di Giancarlo) quando è costretto a parlare di fronte al commissario dei carabinieri: il suo è stato sì un gesto sciocco, ma in fin dei conti avrebbe risolto una questione che tutti, all'interno della famiglia di Eugenio, tiravano a protrarre, ma nessuno aveva il coraggio di affrontare decisamente. Il fatto - dice - è che oramai i figli non son più "il bastone della vecchiaia" per i genitori, anzi, sono dei pesi che spesso una coppia deve portarsi a lungo sulle spalle. Così si spiega anche il riferimento alla "selezione naturale" che aveva tentato di buttar lì di fronte al padre inferocito per la scomparsa del figlio. E sempre il volto Perlini si presta a mostrare lo sguardo irridente e profondo del regista quando, nell'ultima scena, dopo il ritrovamento di Eugenio in una cascina, spinge il ragazzo a scappare di nuovo dalla famiglia al completo, che ancora una volta vorrebbe scaricarlo, e ad affrontare da solo l'età matura. Comencini dimostra una incredibile capacità di sviluppare con leggerezza eppur intelligenza una storia tanto complessa; la sua analisi aleggia sul film senza pesare per l'intera durata, dando però di tanto in tanto degli affondi che scuotono.» (da www.wikipedia.it )
Cercasi Gesù (1982 Beppe Grillo, Maria Schneider, Fernando Rey)
scritto da Comencini con Massimo Patrizi, collabora anche Antonio Ricci
Uno dei pochi film importanti di Beppe Grillo, insieme a “Scemo di guerra” di Monicelli e a “Topo Galileo” di Lattuada; in seguito, come si sa, Grillo avrebbe scelto un’altra strada. L’altra protagonista è Maria Schneider, l’attrice di “Ultimo tango a Parigi” e di “Professione reporter”. Il soggetto, sempre da wikipedia, è questo: «Un'editrice cattolica progetta di pubblicare a puntate la vita di Gesù e ricerca un volto di Cristo che soddisfi i gusti moderni. Don Filippo, responsabile dell'editrice, riesce a scoprire il volto richiesto in un occasionale autostoppista, Giovanni, al quale ha dato un passaggio in macchina, assieme a un'insolente terrorista, Francesca. Il volto del nuovo Gesù viene riprodotto in migliaia di poster che tappezzano i muri di Roma. Giovanni intanto ha trovato ospitalità presso un falegname. Va alla ricerca di Francesca per restituirle la sua sacca ove ha trovato una pistola, regala il milione ricevuto in compenso dall'editrice a una drogata, si adira quando i preti vogliono trascinarlo in un'iniziativa sfacciatamente commerciale per sfruttare il suo fortunato volto di Cristo, è disposto a bruciarlo quando i preti lasciano senza lavoro gli operai di una tipografia. Alla fine Giovanni è sequestrato dalla terrorista Francesca. I preti dovrebbero pagare il riscatto: ma Francesca viene uccisa dai suoi compagni perché non ha consegnato l'ostaggio, mentre i preti mandano Giovanni-Gesù a riposare in una casa di cura. L'ultimo saluto lo riceverà da un bambino paralitico, il quale, convinto che Giovanni sia Gesù, gli ha chiesto insistentemente di essere guarito e difatti si alza dalla sua carrozzella e comincia a muovere i primi passi.» (da www.wikipedia.it)
Nel 1986 ne scrivevo così: Cercasi Gesù è un filmetto un po’ debole ma simpatico, tendente al malinconico, salvato da un regista geniale, che è Comencini, da un ottimo Beppe Grillo, nonché dalla Schneider che ha una sua presenza. (dicembre 1986)
(continua)
2 commenti:
Tra questi film, l'unico che ho visto è "Il gatto", soltanto che era in terza o quarta serata, su Rete4, tra mille interruzioni pubblicitarie, l'insopportabile Mediashopping e il molestissimo Navigare Informati. Però il film m'era piaciuto, soprattutto per via delle gustose interpretazioni dei due attori protagonisti. Mi piacerebbe rivederlo in condizioni più umane.
io registro, registro sempre fin dal 1988 quando ebbi a comperare (nota il passato remoto!) il mio primo vhs. Con le reti mediaset, un film di 90 minuti dura tre ore, ancora oggi non hanno capito la differenza tra un rutto di bonolis e un film d'autore. (scusa la battuta, penso che tu mi capisca...)
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