mercoledì 14 marzo 2012

Luigi Comencini ( V )

Cuore (tv 1984, J.Dorelli, E. De Filippo, G. De Sio, B.Blier) **
dal romanzo di De Amicis sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Cristina Comencini, Luigi Comencini
Non mi ha mai convinto, nonostante la presenza di molti bravi attori; e del resto non è facile trarre un film da “Cuore”. Comencini si inventa la proiezione di film (muti: siamo a inizio secolo) per i racconti mensili, e tutto sommato non è una cattiva idea, ma Cuore è in sostanza una raccolta di racconti uniti da una cornice, più o meno come il Decameron, e forse la cosa migliore sarebbe di farne dei film a sè stanti, sviluppando le molte idee che contiene. Però anche questa è solo una mia ipotesi; più che altro non mi ha mai convinto molto Dorelli come attore, è bravo e simpatico ma anche piuttosto fragile (in quegli anni, Dorelli ha lavorato molto per la RAI: ricordo La coscienza di Zeno, 1988 con Sandro Bolchi, e la biografia di San Filippo Neri in “State buoni se potete” con Luigi Magni, 1983). Un po’ troppo ingessato, di maniera, ma non male.
La Storia (tv 1986, C.Cardinale, L.Wilson, F.Fiorentini, M.Spada) **
dal romanzo di Elsa Morante. Sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Cristina Comencini
Come per La ragazza di Bube, il soggetto è molto interessante ma il film non mi ha mai preso molto. Si tratta dell’Italia in tempo di guerra, e di un romanzo famoso; ho provato a rivederlo di recente, quando è stato replicato da Rai Storia (canale 54 digitale terrestre), ma il fatto che inizi con un lungo discorso del buce, in filmati d’epoca, mi ha decisamente indisposto. Forse nel 1984 non era così, ma oggi, 2012 d.C., il buce in tv (e non solo) lo si vede troppo, lo si è visto troppo, e temo che non sia ancora finita.
Un ragazzo di Calabria (1987 GM Volontè, D.Abatantuono, S.Polimeno) **
scritto da Demetrio Casile, scen. di Demetrio Casile con Ugo Pirro e Francesca Comencini.
Volonté e Abatantuono sono rispettivamente l’allenatore e il padre di un ragazzo calabrese che ha una grande passione per l’atletica. Il personaggio di Volonté è quello di una promessa dell’atletica che dovette interrompere la sua carriera, in anni lontanti, e che si rivede nel ragazzo; il personaggio di Abatantuono è quello di un padre affettuoso ma severo. Il ragazzo protagonista si chiama Santo Polimeno. Siamo negli anni intorno al 1960, le olimpiadi Roma, il grande maratoneta etiope Abebe Bikila; il ragazzo, dapprima contrastato dal padre, finirà col vincere i Giochi della Gioventù.  E’ un buon film, forse un po’ di maniera ma ben fatto e ben recitato.
La bohème di Giacomo Puccini (1988)
Dopo il grande successo del film di Bergman tratto dal “Flauto magico” di Mozart, nel 1974, furono prodotti per il cinema molti film che erano allestimenti molto fedeli di opere liriche. Il più famoso di questi film è il “Don Giovanni” (sempre Mozart) diretto da Joseph Losey nel 1978, ma nel filone va messo sicuramente anche “Amadeus” di Milos Forman (1984) che vinse una gran quantità di Oscar e fu campione di incassi. Qui siamo già nel 1988, e si tratta della versione tv e cinema dell’opera di Puccini. Protagonista femminile è Barbara Hendricks, grandissima cantante, molto giovane e molto bella, afroamericana: una Mimì di Parigi e nera di pelle, si ragionava all’epoca, in fin dei conti, è tutt’altro che inverosimile. Il ruolo di Rodolfo è diviso fra Josè Carreras e Luca Canonici, due tenori: Carreras incise la parte cantata e doveva essere protagonista anche del film, ma proprio in quel periodo fu colpito da una grave malattia (dalla quale è poi fortunatamente guarito) e dovette essere sostituito durante le riprese dall’ottimo Luca Canonici, anche lui tenore e anche lui di bell’aspetto. Di conseguenza, si ascolta Carreras e si vede Canonici: il che sembra un po’ strano, ma non disturba. Tra gli altri interpreti, il soprano Angela Maria Blasi (Musetta), il basso Federico Davià, e il baritono canadese Gino Quilico, già protagonista nel 1985 dell’Orfeo di Monteverdi nel film di Claude Goretta. Nel film c’è anche Ciccio Ingrassia (ovviamente doppiato), che è il venditore di giocattoli Parpignol: come ben sanno gli appassionati d’opera, è una di quelle parti in cui si canta una frase sola (“ecco i giocattoli di Parpignol”), ma molto esposta; se la si sbaglia si rischia una figuraccia.
Ai film vanno aggiunti due ottime trasmissioni per la RAI:
I bambini e noi (1970) (Serie TV)
L’amore in Italia (1976-78)
da www.wikipedia.it : «Luigi Comencini fu ingaggiato dalla RAI nel 1976 per girare un documentario sull'amore negli anni settanta in Italia ed il risultato fu “L'amore in Italia”, un'inchiesta in cinque puntate andate in onda nel dicembre 1978 su Rai uno. Gli autori dell'inchiesta, oltre a Luigi Comencini, furono Fabio Pellarin e Italo Moscati. Le interviste furono girate in tutta Italia tra il febbraio del 1977 e l'aprile del 1978.
Elenco e titoli delle puntate:
1. La donna è mia e ne faccio quello che mi pare
2. La fortuna di avere marito
3. Innamorati
4. Ad occhi aperti
5. A che cosa serve l'educazione sessuale?
A seguito della messa in onda, nel 1979 uscì un libro omonimo con tutte le interviste, più quelle montate ma non inserite per varie ragioni nell'inchiesta televisiva. Il libro è stato pubblicato dalla Arnoldo Mondadori Editore.»
Sono riuscito a recuperare di recente, sempre su RaiStoria (canale 54 digitale terrestre) molte parti di queste due inchieste. Si tratta di un autentico capolavoro, da non perdere, con alcune sequenze davvero esilaranti (il marito e la moglie siciliani, per esempio), altre ancora interessanti, della maggior parte delle quali si vorrebbe sapere come è continuata la storia, ed è un peccato che non ne esista un’edizione completa e ben curata. Anche Rai Storia, purtroppo, non trasmette queste due serie in ordine e ben sistemate, ma a spezzoni, come riempitivo. Mi sembra un peccato molto grave, ma a pensarci bene, coi tempi che corrono, avere un canale come Rai Storia è già una gran fortuna. Durerà? Temo proprio di no.

2 commenti:

Matteo Aceto ha detto...

Di questi altri ho invece visto il solo "Un ragazzo di Calabria", durante un assolato pomeriggio d'estate di qualche annetto fa. Non mi era dispiaciuto, solo che oggi non me ne ricordo granché.
Interessante questo canale, Rai Storia... l'Abruzzo passerà definitivamente al digitale terrestre nel corso di questo mese e finora certi canali si sono visti a macchia di leopardo. A casa dei miei, in provincia di Pescara, per esempio, Rai Storia si è cominciato a vedere da qualche settimana, mentre dalle mie parti, in provincia di Teramo, non si vede ancora. Dovrò pazientare un altro po'.

Giuliano ha detto...

io registro molto da Rai Storia: registro e metto via, ne approfitto, perché temo che non durerà molto. C'è il meglio della RAI, quasi sessant'anni di cose belle o interessanti, a volte mi chiedo come possa esistere una cosa simile (guardo a pagina 526 di televideo e mi regolo, per fortuna fanno tante repliche)