Allonsanfan (1974) Regia di Paolo e
Vittorio Taviani. Scritto dai fratelli Taviani. Fotografia di
Giuseppe Ruzzolini Montaggio di Roberto Perpignani. Musica di Ennio
Morricone. Interpreti: Marcello Mastroianni (Fulvio Imbriani), Bruno
Cirino (Tito), Lea Massari (Charlotte), Mimsy Farmer (Francesca),
Laura Betti (sorella di Fulvio), Renato De Carmine (fratello di
Fulvio), Claudio Cassinelli (Lionello), Benjamin Lev (Vanni Peste),
Stanko Molnar (Allonsanfan), Luisa De Santis (cognata di Fulvio),
Alderice Casali (Concetta), Stavros Tornes (Gioacchino) Carla
Mancini, Bruna Righetti, Biagio Pelligra (il prete), Ermanno e
Francesca Taviani (bambini) Durata: 1h40'
II.
"Allonsanfan" trae
ispirazione dalla spedizione di Carlo Pisacane, che si verificherà
molti anni più tardi rispetto all'epoca in cui si svolge il film,
nell'anno 1857; alla tragica spedizione nel Sud era già stato
dedicato un riferimento diretto in "San Michele aveva un gallo"
che i fratelli Taviani avevano girato nel 1972. Sulla spedizione al
Sud di Carlo Pisacane, finita tragicamente, sono state fatte molte
ironie; si può far però notare che si tratta delle stesse regioni
in cui ancora oggi vige il caporalato. Al di là delle ironie su
Pisacane e sugli idealisti come lui, se in quelle terre ci fosse
stata una decisa presa di coscienza forse i contadini meridionali
avrebbero avuto una vita migliore.
Ci sono molte somiglianze tra
"Allonsanfan" e "San Michele aveva un gallo", ma
di questo si potrà far cenno alla fine di questi post.
Charlotte muore, la ferita riportata
era molto grave. Con i compagni (i "fratelli") Fulvio
Imbriani prepara la cerimonia funebre, non senza essere prima andato
a recuperare il figlio che ha avuto con lei, e che si chiama
Massimiliano. I "fratelli" mandano via il prete, faranno
tutto da soli; del gruppo fa parte anche un giovane che non si era
visto in precedenza, si chiama Allonsanfan (l'attore è Stanko
Molnar) ed è figlio del Gran Maestro Govoni, morto suicida come
avevamo visto nelle prime sequenze. Siamo al minuto 48, e al funerale
di Charlotte ascoltiamo il pensiero di Fulvio:
- Vedi, Charlotte, anch'io adesso
parlo di armi, di spedizioni, di denaro, e sto per andarmene, per
lasciarti sola; ma è questo che tu vuoi, io lo so, che tutto
continui, subito. (pausa, panoramica sui convenuti) Tu mi conoscevi
meglio di loro, la borsa in mano non me l'avresti mai data.
La borsa a cui si riferisce Imbriani è
quella con i soldi raccolti da Charlotte per la causa, una somma
considerevole. Imbriani dovrebbe comperare delle armi, con quel
denaro, ma già progetta tutt'altra cosa.
Al termine della cerimonia, viene
chiesto a Francesca (Mimsy Farmer) di cantare qualcosa in memoria di
Charlotte: "Qualsiasi cosa, ma non un canto di chiesa".
Questo è il testo della canzone, una ninna nanna:
«Erba non cresce più, ape non vola
più, bocca non bacia più, ma io vorrei, ma io vorrei addormentarmi
con te. Alto e lontano è il ciel, nel ciel lontano è il sol...»
C'è dell'acqua nella fossa, Francesca
protesta e dice che bisogna svuotarla, ma non c'è tempo, bisogna
andare.
« Addio, ragazzi, questa è
l'ultima volta che vi vedo. - dice tra sè Imbriani - Scendete pure
nel vostro Sud, a suicidarvi tra i vostri contadini che non sanno
neanche chi siete e che volete. Io prendo da un'altra parte, chissà
se in America riuscirò mai a sapere quale sia stata la vostra
sorte.»
Siamo al minuto 51, al funerale segue
la scena di Imbriani con il figlio Massimiliano, festeggiato nel
ristorante di un teatro. Il bambino verrà poi portato in un collegio
per ricchi, Imbriani paga tre anni di retta anticipata usando i soldi
di Charlotte dei "fratelli".
2- segue
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