A serious man (2009) Scritto e diretto
da Joel ed Ethan Coen. Fotografia di Roger Deakins Musiche per il
film di Carter Burwell; canzoni dei Jefferson Airplane, canti
religiosi yiddisch, Brahms Interpreti: Nel prologo: Allen Lewis
Rickman (marito), Yelena Shmulenson (moglie), Fyvush Finkel (dybbuk).
Nel film: Michael Stuhlberg (Larry Gopnik), Richard Kind (Arthur),
Fred Melamed (Sy Ableman), Sari Lennick (moglie di Larry), Aaron
Wolff (figlio di Larry), Jessica McManus (figlia di Larry), Alan
Mandell (Rabbi Marshak), George Wyner (Rabbi Nachtner), Simon Helberg
(Rabbi Scott), Adam Arkin (avvocato divorzista), Amy Landecker (Mrs.
Samsky), Peter Breitmayer (Mr. Brandt), Brent Braunschweig (figlio di
Brandt), David Kang (Clive), Steve Park (padre di Clive), Benjamin
Portnoe, Jack Swiler, Andrew S. Lentz (ragazzi scuolabus), Jon
Kaminski Jr. (Mike Fagle), Ari Hoptman (Arlen Finkle), Michael Tezla
(dentista), Katherine Borowitz (amica al picnic), Ronald Schultz
(insegnante scuola ebraica), Raye Birk (Dr. Shapiro), Jane Hammill
(segretaria di Larry), Claudia Wilkens (segretaria di Marshak),
James Cada (poliziotto), Michael Lerner (Solomon Schlutz), Charles
Brin (preside), Michael Engel (Torah Blesser), Tyson Bidner
(Magbiah), Phyllis Harris (donna del tè alla scuola ebraica), Piper
Sigel-Bruse (D'vorah), Hannah Nemer (amica di Sarah), Rita Vassallo
(Law Firm Secretary), Warren Keith (voce di Dick Dutton), Neil
Newman (Cantor), Tim Russell e Jim Lichtscheidl (detectives), Wayne
A. Evenson (Russell Krauss), e molti altri. Durata: 106 minuti
1.
Un professore di fisica quarantenne, a
un passo dall'assunzione in ruolo, si ritrova a fronteggiare una gran
quantità di imprevisti: la moglie chiede il divorzio, il vicino di
casa aggressivo gli ruba un pezzo di terreno, un allievo cerca di
corromperlo e il padre di questo allievo minaccia di denunciarlo per
diffamazione, i figli creano problemi inaspettati e non sembrano
nemmeno tanto intelligenti. "A serious man" si potrebbe
tradurre con "Una persona seria", ma in Italia è stato
mantenuto il titolo originale; è davvero un film curioso, e siamo a
un passo dal capolavoro. Un capolavoro sono certamente i dieci minuti
iniziali, con la scena del dybbuk. Sembra che ci si chieda: quale è
il senso dell'esistenza, cosa vuole da noi il Creatore? (Hashèm è
il termine usato: gli Ebrei non nominano mai Dio direttamente). E, in
ultima analisi, che cos'è la realtà?
Si comincia in tempi lontani con un
dybbuk, cioè un morto che ritorna in tutto simile a come era prima,
ma un demone si è infilato nel corpo e lo fa sembrare vivo. "Io
sono un uomo razionale e in queste cose non ci credo", dice il
marito, ma la moglie non solo insiste ma racconta una gran quantità
di dettagli sulla morte dell'uomo che è venuto a cena da loro (il
dybbuk non mangia, come il Convitato di Pietra). E' un prologo; del
quale però i Coen non ci diranno il seguito. Il senso probabilmente
è questo: la realtà è ingannevole, con chi e con cosa abbiamo
realmente a che fare nella nostra vita? La domanda verrà posta
ancora a metà film da Sy Ableman, l'amante di sua moglie, al
protagonista: ed è un sogno, un incubo, un altro morto che ritorna.
Siamo nel 1967 a Minneapolis, e la
ricerca del senso di questa nostra vita passa, oltre che per il
dybbuk, dalle equazioni di Schrödinger (il protagonista è un
professore di fisica), dal Bar Mitzvah del figlio (la festa che segna
l'entrata fra gli adulti, quasi come la nostra Cresima ma più
solenne), da un fratello maggiore sbandato che però avrebbe grandi
capacità, dal Libro di Giobbe (i tormenti in famiglia e sul lavoro,
il vicino di casa, il tentativo di corruzione, la moglie che chiede
il divorzio, i figli scemi...), e da tre rabbini da consultare con
inclusa la storia del dentista che trova scritto un messaggio in
ebraico sui denti del non ebreo. Tutto appare insensato, tutto sembra
senza senso come la nostra vita: il racconto di un povero idiota,
come direbbe Macbeth.
Il finale è questo: dopo 1h35' ,
quando le cose cominciano ad aggiustarsi, il protagonista viene
avvertito dal suo medico curante che qualcosa da dire c'è, sui suoi
esami appena completati; poi arriva un tornado che spazzerà via
tutto. Ma i Coen ancora una volta non ci mostrano cosa succede dopo,
vediamo solo arrivare il tornado enorme e nerissimo sulla scuola del
figlio e il viso preoccupato del protagonista dopo la telefonata del
medico. La risposta alle nostre domande non c'è, almeno in
apparenza; forse la realtà è che siamo piccoli e insignificanti,
che non siamo affatto al centro della Creazione; e di certo se
vivessimo in una delle tante (troppe) zone di guerra, o in una zona
desertificata senza acqua né cibo a sufficienza, probabilmente non
ci porremmo queste domande, non ne avremmo né il tempo né la
voglia.
Un dettaglio che fa pensare che i Coen
ci stiano prendendo in giro (ma secondo me è il momento in cui sono
serissimi) è quando il figlio del protagonista dopo il Bar Mitzvah
(dopo aver fumato uno spinello, quindi non molto lucido) viene
ricevuto dal rabbino anziano (molto anziano, e stranamente
somigliante al dybbuk dell'inizio), come d'uso in quella cerimonia.
Il rabbino gli rende la radio con auricolare che il professore gli
aveva sequestrato durante le lezioni, ma prima gli cita la
"formazione" dei Jefferson Airplane: Grace Slick, Marty
Balin, Paul Kantner, Jorma Kaukonen... La risposta dell'anziano
rabbino al giovane appena entrato nel mondo degli adulti è infatti
questa: «When the truth is found to be lies, and the joy within
you dies...», (quando si scopre che la realtà è menzogna, e la
gioia dentro di te muore) cioè l'inizio di una canzone molto famosa,
"Somebody to love" dei Jefferson Airplane, un testo
tutt'altro che banale ma è l'ultima cosa che ci si aspetterebbe da
un rabbino così vecchio.
Ci sono altre canzoni dei Jefferson
Airplane nel film, come "Today" e "Comin' back to me",
ma "Somebody to love" fa da motivo conduttore insieme a una
melodia cantata in yiddisch che mi ha sorpreso, perché era qualcosa
che conoscevo già. Dopo un momento di disorientamento, ho trovato il
ricordo preciso: è sicuramente "Sonntag" di Johannes
Brahms, con minime variazioni. Poi vado a controllare su www.imdb.com
(sia maledetto chi taglia sempre i titoli di coda durante la
trasmissione televisiva) e trovo che viene invece indicato come
autore Mark Warshawsky. Faccio una breve ricerca on line, e su
wikipedia in inglese scopro che Mark Warshawsky era un musicista
ebreo, russo di nascita, 1848-1907, autore di numerose canzoni.
"Sonntag" di Brahms viene pubblicata nel 1868, quando
Warshawsky aveva meno di vent'anni; il testo è molto semplice e
racconta di un giovane che è felice perché è domenica e ha potuto
vedere a Messa la ragazza di cui è innamorato. Non so cosa dica il
testo in yiddisch di Warshawsky, e so che Brahms ascoltava e prendeva
nota dei motivi popolari; ma di solito Brahms indicava la provenienza
di melodie non sue (come per le famose "Danze ungheresi").
Lascio comunque la questione a chi avesse voglia e possibilità di
spiegarla, e intanto metto qui "Sonntag" per chi avesse
voglia di fare confronti.
Non conosco nessuno degli attori, il
protagonista Larry è Michael Stuhlberg, suo fratello Arthur è
Richard Kind, la moglie è Sari Lennick. Sy Ableman è Fred Melamed,
il figlio di Larry è Aaron Wolf. "A serious man" viene
definito Sy Ableman, amante della moglie del protagonista; lo dice il
rabbino nell'omelia al funerale. Una persona seria, diremmo in
italiano.
E' un film da ripensare, ma credo
proprio che il Libro di Giobbe e Macbeth di Shakespeare spieghino
bene il suo significato. Può essere che i Coen ci stiano prendendo
in giro (lo fanno) o forse giocano, di certo dopo aver visto questo
film ti rimangono dentro tante domande, come accadde a Zadig nel
racconto di Voltaire, che dopo aver visto una persona compiere ogni
sorta di nefandezze scopre che è un angelo del Paradiso. L'angelo
spiega a Zadig la ragione di ogni sua azione, per esempio che il
bambino ucciso sarebbe diventato un terribile criminale, e tanto
altro ancora. Ogni volta, dopo ogni risposta dell'angelo, Zadig
insiste e dice: « Ma... ». E alla fine rimane lì, il povero Zadig,
con le sue domande e con l'ennesimo "ma" in sospeso; ma
l'angelo è già volato via.
Forse, però, la cosa migliore da fare
per capire o cercare di capire "A serious man" è mettere
in fila quello che succede, una sinossi insomma. (lo farò nel post
qui sotto)
PS: Da wikipedia.it apprendo che un
critico Usa dopo aver visto il film si pose questa domanda: lo Yoda
di Spielberg è un rabbino? (sul Los Angeles Times, se non ho capito
male). Anche questa è una bella domanda, ma solo per gli
appassionati di "Guerre stellari". Gli altri possono anche
fare a meno di porsela, perché Yoda è un personaggio immaginario e
non esiste nella realtà, come il dybbuk (o forse no?).
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