The athlete (L'atleta, 2009). Regia di
Rasselas Lakew e Davey Frankel. Scritto da Rasselas Lakew, Davey
Frankel, Mikael Awake. Fotografia di Toby Moore, Philip Pfeiffer,
Radoslav Spassov, Rodney Taylor. Musiche di Christian Meyer.
Interpreti: Rasselas Lakew, Dag Malmberg, Ruta Gedmintas, Abba Waka
Dessalegn, e molti altri. Durata: 92 minuti
"The athlete" è un film del
2009 su Abebe Bikila, due volte campione olimpico nella maratona
(1960 e 1964, a Roma e a Tokyo). E' molto bello, quasi un road movie
nella parte iniziale, con panorami di grande bellezza dell'altipiano
etiopico, e ha anche il pregio, per noi italiani, di raccontare la
Storia da un punto di vista diverso da quello della propaganda
fascista, che purtroppo lavora ancora. La storia è questa: a 37
anni, Abebe Bikila dopo i successi a Roma e Tokyo e il ritiro alle
Olimpiadi di Città del Messico (dove vinse un altro etiope) si sta
preparando per Monaco di Baviera 1972. Siamo nel 1969 e Bikila sta
tornando a casa, dove ha madre e un figlio, su una Volkswagen
maggiolino. Sulla strada avrà un incidente, e rimarrà paralizzato
alle gambe.
Durante il viaggio, prima
dell'incidente, dà un passaggio a un prete cristiano ortodosso: non
un missionario perché siamo in Etiopia, terra cristiana da duemila
anni per chi non lo sapesse. Il prete lo rimprovera perché non va a
Messa e si è dimenticato il Salmo di David, il Miserere, che
recitano insieme. (Abbi pietà di me, Signore, secondo la tua
misericordia... Libro dei Salmi n.50).
Al minuto 34 trovano in mezzo alla
strada un cavallo di piccola taglia, di quelli usati dai contadini;
il cavallo non si sposta e Bikila riconosce subito cosa è successo.
Il cavallo è stato abbandonato dopo essere stato accecato, perché
inabile al lavoro. Abebe Bikila prende la sua pistola d'ordinanza (è
un militare) per finirlo ed evitargli altre sofferenze, ma il prete
gli chiede di non farlo:
- Non è compito tuo. Lasciagli il
tempo che gli resta da vivere.
- Lo uccideranno le iene - risponde
Abebe, e si avvicina al cavallo ma poi ripone la pistola e lo lascia
andare, accompagnandolo lontano dalla strada. Il prete lo loda per
non averlo ucciso, e prega che trovi conforto presso dei contadini
più umani.
Al minuto 30, dopo aver portato il
prete a destinazione, Abebe Bikila si incontra con il suo allenatore,
il finlandese Onni, che è suo grande amico. Onni gli dice che c'è
molto scetticismo intorno a lui, Bikila ha 37 anni ed è considerato
finito dopo i due ritiri consecutivi alle maratone di Città del
Messico e di Boston. L'atleta si sta comunque allenando per le
Olimpiadi del 1972, a Monaco di Baviera. Questo è il dialogo fra
Onni e Bikila:
Onni: Stai ancora pensando a Boston e a
Mexico?
Bikila: A Monaco.
Onni: Per Monaco dovranno passare tre
anni...
Bikila: Sono solo sei raccolti.
Onni: (sorride) Monaco, come le nuvole
dell'autunno, sarà lì ad aspettarti.
Bikila: Mentre venivo qui ho incontrato
un'anima cieca sulla strada. Era alla fine dei suoi giorni, ma ho
voluto che continuasse a vivere perché le sue gambe viaggiavano più
lontano di quanto i suoi occhi potessero vedere. Monaco sarà la mia
ultima gara. (...)
Onni: Allora attenderò con impazienza
il settimo raccolto.
A Monaco di Baviera, nel 1972, Abebe
Bikila avrebbe avuto 40 anni esatti; era cresciuto sotto
l'occupazione italiana (fascista), e si era rifugiato sulle montagne
con sua madre. I fascisti furono sconfitti nel 1941, dopo solo cinque
anni; Abebe era un bambino essendo nato nel 1932. A Roma, correndo la
maratona, era passato sotto la stele di Axum: "Cinquecentomila
italiani per conquistare l'Etiopia, un solo etiope per conquistare
Roma" fu il titolo dei giornali dell'epoca. Bikila fece notizia,
nel 1960, anche perché corse la maratona scalzo; in seguito spiegò
che gli avevano fornito scarpe difettose, che gli facevano male. In
mancanza di ricambi validi, preferì correre senza scarpe. A Tokyo,
nel 1964, vincerà correndo con le scarpe. Nel 1968, a Città del
Messico, Bikila non terminò la gara: era la sua terza Olimpiade.
Monaco di Baviera, 1972, era la sua occasione di riprendersi il posto
che meritava. La preparazione per Monaco di Baviera fu però
interrotta da un grave incidente, che vediamo nel film: l'automobile
di Abebe Bikila esce di strada e si ribalta, Bikila rimane
paralizzato.
Nel 1969, dopo l'incidente, Bikila fu
ricoverato a lungo in Inghilterra per la riabilitazione, ma non
recupererà l'uso delle gambe, e solo in parte l'uso delle mani.
Durante la degenza imparò il tiro con l'arco e partecipò alle
paralimpiadi di Heidelberg in quella specialità, con un buon
piazzamento. Nel 1971 su invito del musicista norvegese ... (cieco)
partecipò come conducente a una gara di cani da slitta in Norvegia,
vincendola anche dopo essersi rovesciato, rialzandosi da solo.
L'invito gli pervenne tramite Onni, l'amico finlandese suo
allenatore. Da questa sequenza proviene l'immagine sulla locandina
del film. Bikila fu comunque presente a Monaco 1972, dove fu
premiato insieme a Jesse Owens. Morirà il 23 ottobre 1973, in
Etiopia, per emorragia cerebrale.
Altri miei appunti presi durante la
visione:
1) "Non si risolve una battaglia
se prima non la si accetta", dice Abebe Bikila a 1h05' in una
conferenza stampa dopo l'incidente e dopo le gare di tiro con l'arco,
dove fece buona figura. 2) Il miele dell'altipiano, che Bikila sta
portando a casa; a vederlo fa davvero gola. Più in là, il vino al
miele nella scena della locanda con gli ufficiali etiopi. 3) Molto
bella la sequenza iniziale con la proiezione al cinema, la pellicola,
etc. 4) "macchina italiana?" chiede il prete ad Abebe
Bikila, salendo sul maggiolino VW. "no, tedesca" risponde
Bikila sorridendo. E' evidente il sottinteso.
"The athlete" è scritto,
diretto e interpretato dall'ottimo Rasselas Lakew, purtroppo su imdb
è menzionato solo questo film (in tutte e tre le mansioni) ed è
impossibile trovare altre informazioni su di lui on line. Davey
Frankel ha qualche titolo all'attivo, non molti (documentari, uno su
Fidel Castro). Gli attori: Dag Malmberg interpreta Onni, allenatore
di Abebe e suo amico; Onni era finlandese, cresciuto in Svezia in
tempo di guerra, innamorato del sole dell'Etiopia. Ruta Gedmintas è
l'infermiera della riabilitazione a Londra. Abba Waka Dessalegn è il
prete a cui Bikila dà un passaggio in auto.
Manca, purtroppo, un apparato critico,
soprattutto su Hailé Selassié e sulla storia dell'Etiopia; ma il
film è comunque bello da vedere, ben recitato e intenso, con
panorami mozzafiato, e con molti filmati originali. Siamo molto
lontani dalla nostra banalità televisiva per le biografie di Coppi,
di Bartali, del Torino 1949, eccetera. Questo è un film serio, ben
diretto e ben interpretato.
Un altro appunto da fare al film è che
mancano le figure femminili, ed è strano: perché Bikila viveva
separato da moglie e figli? Al di là delle curiosità biografiche,
dal punto di vista narrativo sarebbe stato utile almeno un accenno
alla questione.
Ho visto "The athlete" due
volte, uno sulla Tv Svizzera e poi su Telenova, non mi risulta sia
mai passato sulla Rai o su altri canali a larga audience. "The
athlete" è doppiato in italiano, ma l'impressione è che in
Italia sia stato di fatto censurato, in parte perché è un film
serio e ben fatto (e questo non piace, "l'argomento non fa
audience") ma soprattutto, direi, per motivi di propaganda
fascista ancora attiva. L'occupazione dell'Etiopia vista dalla parte
degli etiopi, anche se non è al centro del film, evidentemente dà
ancora fastidio a qualcuno. Una doppia censura, insomma.
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