lunedì 16 settembre 2019

The athlete (Abebe Bikila)


 
The athlete (L'atleta, 2009). Regia di Rasselas Lakew e Davey Frankel. Scritto da Rasselas Lakew, Davey Frankel, Mikael Awake. Fotografia di Toby Moore, Philip Pfeiffer, Radoslav Spassov, Rodney Taylor. Musiche di Christian Meyer. Interpreti: Rasselas Lakew, Dag Malmberg, Ruta Gedmintas, Abba Waka Dessalegn, e molti altri. Durata: 92 minuti
 
"The athlete" è un film del 2009 su Abebe Bikila, due volte campione olimpico nella maratona (1960 e 1964, a Roma e a Tokyo). E' molto bello, quasi un road movie nella parte iniziale, con panorami di grande bellezza dell'altipiano etiopico, e ha anche il pregio, per noi italiani, di raccontare la Storia da un punto di vista diverso da quello della propaganda fascista, che purtroppo lavora ancora. La storia è questa: a 37 anni, Abebe Bikila dopo i successi a Roma e Tokyo e il ritiro alle Olimpiadi di Città del Messico (dove vinse un altro etiope) si sta preparando per Monaco di Baviera 1972. Siamo nel 1969 e Bikila sta tornando a casa, dove ha madre e un figlio, su una Volkswagen maggiolino. Sulla strada avrà un incidente, e rimarrà paralizzato alle gambe.

 
Durante il viaggio, prima dell'incidente, dà un passaggio a un prete cristiano ortodosso: non un missionario perché siamo in Etiopia, terra cristiana da duemila anni per chi non lo sapesse. Il prete lo rimprovera perché non va a Messa e si è dimenticato il Salmo di David, il Miserere, che recitano insieme. (Abbi pietà di me, Signore, secondo la tua misericordia... Libro dei Salmi n.50).
Al minuto 34 trovano in mezzo alla strada un cavallo di piccola taglia, di quelli usati dai contadini; il cavallo non si sposta e Bikila riconosce subito cosa è successo. Il cavallo è stato abbandonato dopo essere stato accecato, perché inabile al lavoro. Abebe Bikila prende la sua pistola d'ordinanza (è un militare) per finirlo ed evitargli altre sofferenze, ma il prete gli chiede di non farlo:
- Non è compito tuo. Lasciagli il tempo che gli resta da vivere.
- Lo uccideranno le iene - risponde Abebe, e si avvicina al cavallo ma poi ripone la pistola e lo lascia andare, accompagnandolo lontano dalla strada. Il prete lo loda per non averlo ucciso, e prega che trovi conforto presso dei contadini più umani.
 
 
Al minuto 30, dopo aver portato il prete a destinazione, Abebe Bikila si incontra con il suo allenatore, il finlandese Onni, che è suo grande amico. Onni gli dice che c'è molto scetticismo intorno a lui, Bikila ha 37 anni ed è considerato finito dopo i due ritiri consecutivi alle maratone di Città del Messico e di Boston. L'atleta si sta comunque allenando per le Olimpiadi del 1972, a Monaco di Baviera. Questo è il dialogo fra Onni e Bikila:
Onni: Stai ancora pensando a Boston e a Mexico?
Bikila: A Monaco.
Onni: Per Monaco dovranno passare tre anni...
Bikila: Sono solo sei raccolti.
Onni: (sorride) Monaco, come le nuvole dell'autunno, sarà lì ad aspettarti.
Bikila: Mentre venivo qui ho incontrato un'anima cieca sulla strada. Era alla fine dei suoi giorni, ma ho voluto che continuasse a vivere perché le sue gambe viaggiavano più lontano di quanto i suoi occhi potessero vedere. Monaco sarà la mia ultima gara. (...)
Onni: Allora attenderò con impazienza il settimo raccolto.
 
 
A Monaco di Baviera, nel 1972, Abebe Bikila avrebbe avuto 40 anni esatti; era cresciuto sotto l'occupazione italiana (fascista), e si era rifugiato sulle montagne con sua madre. I fascisti furono sconfitti nel 1941, dopo solo cinque anni; Abebe era un bambino essendo nato nel 1932. A Roma, correndo la maratona, era passato sotto la stele di Axum: "Cinquecentomila italiani per conquistare l'Etiopia, un solo etiope per conquistare Roma" fu il titolo dei giornali dell'epoca. Bikila fece notizia, nel 1960, anche perché corse la maratona scalzo; in seguito spiegò che gli avevano fornito scarpe difettose, che gli facevano male. In mancanza di ricambi validi, preferì correre senza scarpe. A Tokyo, nel 1964, vincerà correndo con le scarpe. Nel 1968, a Città del Messico, Bikila non terminò la gara: era la sua terza Olimpiade. Monaco di Baviera, 1972, era la sua occasione di riprendersi il posto che meritava. La preparazione per Monaco di Baviera fu però interrotta da un grave incidente, che vediamo nel film: l'automobile di Abebe Bikila esce di strada e si ribalta, Bikila rimane paralizzato.
Nel 1969, dopo l'incidente, Bikila fu ricoverato a lungo in Inghilterra per la riabilitazione, ma non recupererà l'uso delle gambe, e solo in parte l'uso delle mani. Durante la degenza imparò il tiro con l'arco e partecipò alle paralimpiadi di Heidelberg in quella specialità, con un buon piazzamento. Nel 1971 su invito del musicista norvegese ... (cieco) partecipò come conducente a una gara di cani da slitta in Norvegia, vincendola anche dopo essersi rovesciato, rialzandosi da solo. L'invito gli pervenne tramite Onni, l'amico finlandese suo allenatore. Da questa sequenza proviene l'immagine sulla locandina del film. Bikila fu comunque presente a Monaco 1972, dove fu premiato insieme a Jesse Owens. Morirà il 23 ottobre 1973, in Etiopia, per emorragia cerebrale.
 
 
Altri miei appunti presi durante la visione:
1) "Non si risolve una battaglia se prima non la si accetta", dice Abebe Bikila a 1h05' in una conferenza stampa dopo l'incidente e dopo le gare di tiro con l'arco, dove fece buona figura. 2) Il miele dell'altipiano, che Bikila sta portando a casa; a vederlo fa davvero gola. Più in là, il vino al miele nella scena della locanda con gli ufficiali etiopi. 3) Molto bella la sequenza iniziale con la proiezione al cinema, la pellicola, etc. 4) "macchina italiana?" chiede il prete ad Abebe Bikila, salendo sul maggiolino VW. "no, tedesca" risponde Bikila sorridendo. E' evidente il sottinteso.

"The athlete" è scritto, diretto e interpretato dall'ottimo Rasselas Lakew, purtroppo su imdb è menzionato solo questo film (in tutte e tre le mansioni) ed è impossibile trovare altre informazioni su di lui on line. Davey Frankel ha qualche titolo all'attivo, non molti (documentari, uno su Fidel Castro). Gli attori: Dag Malmberg interpreta Onni, allenatore di Abebe e suo amico; Onni era finlandese, cresciuto in Svezia in tempo di guerra, innamorato del sole dell'Etiopia. Ruta Gedmintas è l'infermiera della riabilitazione a Londra. Abba Waka Dessalegn è il prete a cui Bikila dà un passaggio in auto.
Manca, purtroppo, un apparato critico, soprattutto su Hailé Selassié e sulla storia dell'Etiopia; ma il film è comunque bello da vedere, ben recitato e intenso, con panorami mozzafiato, e con molti filmati originali. Siamo molto lontani dalla nostra banalità televisiva per le biografie di Coppi, di Bartali, del Torino 1949, eccetera. Questo è un film serio, ben diretto e ben interpretato.
Un altro appunto da fare al film è che mancano le figure femminili, ed è strano: perché Bikila viveva separato da moglie e figli? Al di là delle curiosità biografiche, dal punto di vista narrativo sarebbe stato utile almeno un accenno alla questione.


Ho visto "The athlete" due volte, uno sulla Tv Svizzera e poi su Telenova, non mi risulta sia mai passato sulla Rai o su altri canali a larga audience. "The athlete" è doppiato in italiano, ma l'impressione è che in Italia sia stato di fatto censurato, in parte perché è un film serio e ben fatto (e questo non piace, "l'argomento non fa audience") ma soprattutto, direi, per motivi di propaganda fascista ancora attiva. L'occupazione dell'Etiopia vista dalla parte degli etiopi, anche se non è al centro del film, evidentemente dà ancora fastidio a qualcuno. Una doppia censura, insomma.

 

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