Amazing grace (2006) regia di Michael
Apted. Scritto da Steven Knight Fotografia di Remi Adefarasin.
Musiche per il film di David Arnold. Interpreti: Ioan Gruffudd
(Wilberforce), Benedict Cumberbatch (Pitt), Albert Finney (John
Newton), Youssou N'Dour (Olaudah Equiano), Rufus Sewell (Thomas
Clarkson), Romola Garai (Lady Wilberforce), Michael Gambon (Lord
Fox), Ciaran Hinds (Lord Tarleton), Toby Smith (Clarence), Jeremy
Swift (maggiordomo). Durata: 110 minuti
2.
Altro personaggio chiave è John
Newton, autore della canzone "Amazing grace"; è
interpretato da Albert Finney.
da wikipedia.it: John Henry Newton
(1725 – 1807) è stato un marinaio e compositore inglese.
Prese il mare in gioventù e per alcuni
anni fu imbarcato su navi negriere. Visse una conversione religiosa
che lo portò a diventare un pastore anglicano e uno scrittore di
inni, tra cui il più famoso fu Amazing Grace. Negli ultimi anni di
vita divenne un grande sostenitore dell'abolizione della schiavitù.
"Dietro la canzone che ami c'è
una storia che non potrai dimenticare" è lo slogan sulla
locandina del film "Amazing grace". In effetti, è una
canzone che tutti abbiamo ascoltato almeno una volta; ammetto che
prima della visione del film di Michael Apted anch'io ignoravo
completamente la storia di questa canzone, che avevo sempre
considerato uno spiritual americano, forse per via delle magnifiche
interpretazioni di cantanti afroamericane, come Jessye Norman.
Invece, non è affatto così:
da wikipedia.it: La melodia è forse di
derivazione irlandese e comparve per la prima volta tra i canti
popolari d'America in una raccolta intitolata Virginia Harmony di
Carrell e Clayton (1831).
L'autore è John Newton, ex capitano di
navi negriere, e può considerarsi un inno di ringraziamento a Dio
per la grazia della sua conversione, tanto più "sorprendente",
quanto più infima era la sua professione. (...) Nelle sue memorie
lascia un ricordo di quel periodo, che doveva segnare profondamente
la sua coscienza, e del disagio che lo condurrà infine all'abbandono
di quella professione e alla conversione religiosa: «Durante il
tempo in cui ero occupato nel commercio degli schiavi, io non ebbi
mai il minimo scrupolo in quanto alla legittimità di tale traffico.
In generale io ne ero soddisfatto, come di una cosa che la
Provvidenza stessa mi aveva destinato, sebbene per molti riguardi era
lungi dall'essere di mia scelta... Io considerai me stesso come una
specie di carceriere o di guardiano e alle volte ero disgustato di un
impiego dove non si trattava d'altro che di ceppi, catene e ferri.
Considerando questo, io avevo spesso pregato il Signore che egli, a
suo proprio tempo, si compiacesse di situarmi in situazione più
umana...»
Sposatosi con Mary Catlett, della quale
era realmente innamorato, si riavvicinò gradualmente alla fede,
iniziando a dedicare alla preghiera un'ora ogni sera e obbligando
anche i suoi marinai, la domenica, a pregare insieme. Probabilmente
fu la lettura dell'Imitazione di Cristo, testo spirituale medievale
forse opera del monaco Tommaso da Kempis, a risvegliare in lui il
desiderio di riavvicinarsi alla fede, ma sicuramente ebbe influenza
anche il fatto di essere scampato a morte quasi certa durante una
terribile tempesta. Da quel momento iniziò a crescere in lui il
disagio per l'attività che conduceva, e per quanto inizialmente
tentasse di conciliarla con la ritrovata fede cristiana, adoperandosi
per rendere più umane le condizioni degli schiavi trasportati, si
rese infine pienamente conto dell'impossibilità di farlo, e decise
di abbandonare il lavoro sulle navi che operavano la tratta. Il
cambio di occupazione lo portò a diventare ispettore delle navi al
porto di Liverpool. Tuttavia la maturazione della conversione
avvenuta a bordo delle navi negriere lo portò ad una ricerca
spirituale sempre più profonda che culminò nella vocazione
religiosa. (...) S'impegnò nella stesura di testi abolizionisti
(come i Pensieri sulla tratta degli schiavi africani, 1788) dove
contrastava le teorie degli schiavisti, e scrisse inoltre degli inni
notevoli contenuti in Olney Hymns. Dopo aver servito per 17 anni la
parrocchia di Olney, gli venne affidata la chiesa di St. Mary
Woolnoth a Londra, dove rimase altri 26 anni e dove poi morirà. Fino
all'ultimo, malgrado problemi di salute che lo ridussero quasi cieco
e la memoria che cominciava ad abbandonarlo, volle continuare a
testimoniare la propria conversione, considerata una strabiliante
manifestazione della grazia di Dio, per indicare che, se aveva
toccato lui, nessun peccatore ne era escluso, qualunque fossero i
suoi peccati. Diceva infatti: «Come potrebbe un vecchio persecutore
dell'Africa smettere di parlare fino a che può farlo?». E ancora,
durante un sermone: «La mia memoria è quasi del tutto svanita, ma
ricordo due cose: che io sono un grande peccatore e che Cristo è un
grande salvatore».
Morì nel 1807, esattamente l'anno che
vide l'abolizione della tratta degli schiavi in tutti i domini
inglesi. (...)
Non è facile tradurre "Amazing
grace" in italiano; il mio dizionario, alla voce "Amazing"
traduce "sorprendente, sbalorditivo". Una Grazia inattesa,
sbalorditiva, ma anche molto dolce, dolce come la melodia che
accompagna il testo. Per la traduzione competa rimando a
www.wikipedia.it, che ha una voce dedicata alla canzone di John
Newton; trascrivo solo una delle fonti di ispirazione per il testo:
«Per questa grazia, infatti, siete stati salvati mediante la fede;
questo non viene da voi ma è grazia di Dio; né viene dalle opere,
perché nessuno possa vantarsene.»
(San Paolo, Lettera agli Efesini 2,8-9)
E poi questi due versi, che mi
commuovono ogni volta:
Ero perduto, ma ora sono stato
ritrovato.
Il testo della canzone è questo:
«Amazing Grace! How sweet the
sound.
That saved a wretch like me!
I once was lost, but now I am found.
Was blind but now I see.
That saved a wretch like me!
I once was lost, but now I am found.
Was blind but now I see.
It was Grace that taught my heart to
fear.
And Grace my fears relieved:
How precious did that Grace appear
The hour I first believed!
And Grace my fears relieved:
How precious did that Grace appear
The hour I first believed!
Through many dangers, toils and
snares
I have already come;
This Grace has brought me safe thus far,
And grace will lead me home.
I have already come;
This Grace has brought me safe thus far,
And grace will lead me home.
The Lord has promised good to me.
His word my hope secures;
He will my shield and portion be
As long as life endures.
His word my hope secures;
He will my shield and portion be
As long as life endures.
Yea, when this flesh and heart shall
fail,
And mortal life shall cease,
I shall possess, within the veil,
A life of joy and peace.»
And mortal life shall cease,
I shall possess, within the veil,
A life of joy and peace.»
«The earth shall soon dissolve like
snow,
The sun forbear to shine;
But God, who call'd me here below,
Will be forever mine.»
The sun forbear to shine;
But God, who call'd me here below,
Will be forever mine.»
Wikipedia racconta che esiste una
strofa finale alternativa, non presente nell'originale di John
Newton e tramandatasi oralmente per un cinquantennio; fu riportata da
Harriet Beecher Stowe nel romanzo La capanna dello zio Tom. È spesso
inserita come strofa di chiusura già dopo la quarta.
«When we've been there ten thousand
years,
Bright shining as the sun,
We've no less days to sing God's praise
Than when we first begun.»
Bright shining as the sun,
We've no less days to sing God's praise
Than when we first begun.»
qui per l'ascolto
(2 - continua)
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