Shakespeare in love (1998) Regia di
John Madden. Scritto da Tom Stoppard. Sceneggiatura di Tom Stoppard e
Marc Norman. Fotografia di Richard Greatrex Musiche di Stephen
Warbeck Interpreti: Gwyneth Paltrow (Viola), Joseph Fiennes
(Shakespeare), Judi Dench (la Regina), Geoffrey Rush (Philip Henslowe), Tom
Wilkinson (Hugh Fennyman), Martin Clunes (Richard Burbage), Sandra Reinton
(Rosaline), Simon Callow (Tilney), Imelda Staunton (balia di Viola),
Colin Firth (lord Wessex), Ben Affleck (Mercuzio- Edward Alleyn), Rupert
Everett (Christopher Marlowe) e molti altri. Durata: 120 minuti
"Shakespeare in love" è
scritto da Tom Stoppard, come "Rosencrantz e Guildenstern sono morti"; per la precisione, "Rosencrantz e Guildenstern "
è del 1990, "Shakespeare in love" è stato scritto nel
1996. La sceneggiatura è dello stesso Stoppard, con Marc Norman; la
regia di John Madden. La maggior parte dei dialoghi viene da "Romeo
e Giulietta", con alcune battute dall'Amleto ("dubita che
le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova": Amleto atto
II scena 2). Ci sono molti riferimenti anche a "La dodicesima
notte" , soprattutto per il personaggio di Viola: però "La
dodicesima notte" è del 1601, cioè sette anni dopo "Romeo
e Giulietta". Il personaggio di Wessex è ispirato al Paride
promesso sposo di Giulietta; Henslowe è ispirato al capocomico a cui
dobbiamo molte delle notizie che abbiamo sul vero William
Shakespeare, scritte su un brogliaccio che fu pubblicato intorno al
1850, non un diario ma un resoconto degli spettacoli. Come nel film
sui due personaggi minori dell'Amleto, che aveva la regia dello
stesso Stoppard, anche "Shakespeare in love" è un
divertimento su temi originali; il risultato è sempre piacevole, più
leggero di "Rosencrantz e Guildenstern" (che era più
buffonesco ma anche più tragico), e con più attenzione al
botteghino, il che non guasta. Ben fatta comunque la ricostruzione
d'epoca, molto credibili gli spettacoli, si divertono anche gli
attori ed è sempre bello quando succede.
Nel film ci si immagina un giovane e
aitante William Shakespeare che si trova quasi senza volerlo a
innamorarsi della giovane Viola, figlia di nobili con la passione per
il teatro; per i nobili occuparsi di teatro era considerato
sconveniente, e inoltre al tempo in cui viveva Shakespeare era
proibito portare le donne sul palcoscenico. Il personaggio di Viola,
interpretata da Gwyneth Paltrow, gioca sul travestimento: la giovane
donna che si fa passare per uomo, come accade in molte opere di
Shakespeare (quello vero, non quello del film). "Shakespeare in
love" è da vedere più che da raccontare, molti dettagli sono
originali o interessanti; ed è curiosa l'invenzione sull'omicidio di
Christopher Marlowe: Will Shakespeare per evitare guai dice di
chiamarsi come l'amico Marlowe, e lord Wessex (promesso sposo di
Viola) manda dei sicari a uccidere proprio Christopher Marlowe. Il
vero Marlowe fu effettivamente ucciso, ma le cause di questo omicidio
non furono mai chiarite, e ancora se ne discute.
Molte le "strizzatine d'occhio"
alla realtà del nostro tempo: c'è una specie di psicoanalista (con
clessidra per misurare la durata della seduta), le barche sul Tamigi
sono come i taxi e gli autisti-barcaioli chiacchierano con i clienti
come a New York, eccetera. Anche la scena che aveva fatto sbuffare
Giorgio Melchiori, uno dei nostri maggiori esperti di teatro
elisabettiano, con William Shakespeare in crisi d'ispirazione che
butta via la carta appallottolandola (la carta era costosissima e
preziosa, se ne usava ogni minimo frammento) va inserita in questo
contesto.
"Shakespeare in love" è
ancora più divertente dopo aver letto "Romeo e Giulietta"
e magari dopo aver visto "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli
(e altre versioni), perché si riesce a capire bene il lavoro di
Stoppard. C'è anche da dire che a tratti "Shakespeare in love"
sembra proprio un calco del film di Zeffirelli: i costumi, la balia,
le scene al balcone, si assomigliano molto.
Judi Dench è la regina Elisabetta:
appare in due sole scene di cinque minuti l'una, ma vale da sola la
visione del film. Viola di Lesseps è Gwyneth Paltrow, molto bella e
molto brava (siamo in zona "Sliding doors", uscito nello
stesso anno) che è la vera star del film. Joseph Fiennes è William
Shakespeare-Romeo, a me è sembrato un po' incolore ma sarà piaciuto
alle ragazze. Geoffrey Rush è Henslowe, Tom Wilkinson è Fennyman,
l'attore e impresario Burbage è Martin Clunes: i tre personaggi sono
tre nomi reali, che si trovano sulle locandine degli spettacoli del
vero William Shakespeare. Sandra Reinton è Rosaline, personaggio
preso direttamente da "Romeo e Giulietta" ma che in "Romeo
e Giulietta" è poco più di un nome buttato lì da Romeo; le
spettano scene di sesso molto esplicite con l'impresario Burbage. Per
chi avesse visto in tv "Doc Martin", l'interprete del
dottore inglese è Martin Clunes, che qui vediamo esattamente
vent'anni prima di quei telefilm. Simon Callow è Tilney, "master
of the Revels", una specie di ministro dello spettacolo che
riferisce direttamente alla regina e può aprire o far chiudere i
teatri, fare censura, far arrestare.
Anche qui, prima che in "Anonymous"
(2012, regia di Roland Emmerich), la regina Elisabetta è presentata
come appassionata di teatro e delle feste, quindi in contrasto con i
puritani. La nurse di Viola è Imelda Staunton; la nurse di Giulietta
a teatro è invece un attore-clown. Lord Wessex è Colin Firth, non
nuovo ai ruoli di principe azzurro bello ma antipatico o noioso.
L'attore Edward Alleyn che fu il primo Mercuzio è affidato a Ben
Affleck; Christopher Marlowe è Rupert Everett. Anche qui, come poi
sarà in "Anonymous", Marlowe è presentato come rivale
affermato ma anche come punto di riferimento, e come amico e
suggeritore di idee. Sullo sfondo, a Londra, un'epidemia di peste che
fa paura e porta anch'essa alla chiusura dei teatri e dei luoghi
pubblici.
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