martedì 24 settembre 2019

La bisbetica domata (Zeffirelli)


 
La bisbetica domata (The taming of the shrew, 1967) Regia di Franco Zeffirelli. Tratto dalla commedia di William Shakespeare. Sceneggiatura di Paul Dehn, Suso Cecchi D'Amico, Franco Zeffirelli. Fotografia di Oswald Morris. Musica di Nino Rota. Costumi di Danilo Donati. Interpreti: Elizabeth Taylor, Richard Burton, Cyril Cusack (Gramio), Alan Webb (Gremio), Giancarlo Cobelli (un prete), Natasha Pyne (Bianca), Michael York (Lucentio), Roy Holder (Biondello), Michael Hordern (Baptista), Alfred Lynch (Tranio), Mark Dignam (Vincentio), Bice Valori, Milena Vukotic, Lino Capolicchio, Alberto Bonucci, Gianni Magni. Durata: 120 minuti

"La bisbetica domata" esiste in due versioni; la più antica è la versione del 1594 ("in quarto"), che precede quella del 1623 ("in folio"), ha molte differenze nella trama secondaria ed è più breve; inoltre è ambientata ad Atene e non nel Veneto. La consuetudine, seguita anche da Zeffirelli, è di eseguire la seconda versione; decisione più che rispettabile e apprezzata dal pubblico, ma così facendo si taglia il prologo, o meglio la "cornice" prevista dalla versione più antica. La versione 1594 inizia infatti con un personaggio che si chiama Sly, un calderaio, che si ubriaca e si addormenta. Un ricco signore di passaggio lo trova abbandonato sul pavimento della locanda e decide di preparargli una burla, per puro divertimento. Dà ordine ai suoi servitori di rivestirlo e di portarlo in una camera ben arredata, e di fare in modo che si creda davvero ricco e riverito al suo risveglio. Nel frattempo, arrivano anche degli attori (come nell'Amleto, più o meno) e il ricco signore chiede loro di mettere in scena qualcosa: sarà appunto "La bisbetica domata", alla quale assiste anche il povero Sly, sempre un po' ubriaco e ormai convinto di essere davvero un ricco signore anche lui. Sly interferisce ogni tanto nella recita, facendo commenti, gli danno ancora da bere e a un certo punto si addormenta. Viene spogliato dagli abiti ricchi e rivestito con i suoi originali, e rimesso nella stessa posizione e nello stesso posto in cui si era addormentato all'inizio. E' qui che lo trova l'oste, e lo sveglia perché ormai è mattina. Tutti se ne sono andati da tempo, sia gli attori che il ricco signore con il suo seguito; Sly non è ancora del tutto in sè e finisce col convincersi di aver sognato.
SLY: E questo chi è? L'oste! O Signore, stanotte ho fatto il più bel sogno che tu abbia mai sentito in vita tua.
TAVERNIERE: Sicuro, ma è meglio che tu torni a casa subito, perché sai quante te ne darà tua moglie per il sogno di stanotte.
SLY: Ah sì? Ma adesso lo so come domare una bisbetica. Me lo sono sognato tutta la notte fino a stamattina, e tu mi hai svegliato dal più bel sogno che abbia mai fatto in vita mia. Adesso però vado subito da mia moglie, e saprò domare anche lei, se appena appena mi fa arrabbiare.
TAVERNIERE: Aspetta, aspetta Sly, voglio accompagnarti a casa per sentire bene il resto del tuo sogno. (escono tutti)
(La bisbetica domata, traduzione Masolino D'Amico, introduzione di Anna Luisa Zazo, Oscar Mondadori anno 2000)
Non troverete questa battuta nel film di Zeffirelli, perché il personaggio di Sly è stato eliminato; anche l'edizione citata (nella versione di Masolino D'Amico) riporta queste battute in appendice e non come parte del testo. Nel testo del 1623 Sly esiste, ma solo nel prologo.
Ho visto la versione del 1594 in un'ottima edizione Rai del 1958, e posso dire che mi è sembrata più completa e più sensata rispetto alla versione "senza prologo". La regia era di Daniele D'Anza, con Glauco Mauri come Sly, e con Gabriele Ferzetti e Lea Padovani nei due ruoli principali.

 
Il film di Zeffirelli piace, è bello e colorato, ha costumi splendidi e ottimi attori, ma l'impressione finale è che tutto resti piuttosto fine a se stesso, vuoto e anche un po' insensato; oggi posso dire che è probabilmente Sly a dare senso a tutta la commedia. Senza Sly, senza il sogno e il teatro nel teatro, senza l'idea che Sly torni a casa da sua moglie, magari bastonato, "La bisbetica domata" rischia di diventare un testo terribile, una sequenza di luoghi comuni e di cose copiate dai canovacci della Commedia dell'Arte. "La bisbetica domata" oggi può apparire perfino imbarazzante, vista l'enfasi che si pone sulla violenza alle donne; i metodi di Petruccio non sono certo dei più gentili, e ascoltando certe battute viene spontaneo pensare a quello che racconta la cronaca dei nostri tempi. Non sarebbe giusto farlo, perché delle dispute fra moglie e marito è piena la storia del teatro, della letteratura e anche delle barzellette; ed è fuori discussione che il testo sia divertente, ma io continuo a pensare che sia Sly a dare il suo vero senso a "La bisbetica domata". Cosa succederà a Sly, una volta tornato a casa? Facile immaginarsi che la moglie ridimensioni bruscamente il suo bel sogno...
Di attualità è anche la battuta di Petruccio sulle carni malcotte (bruciate) che "fanno male alla salute": è in atto Iv scena 1 quando i due arrivano a casa di Petruccio e lui non la fa cenare.

 
Il film è girato in bellissimi posti, ma trovare dove di preciso è un'impresa (dove il matrimonio?).
Musiche di Nino Rota, costumi di Danilo Donati. Liz Taylor e Richard Burton si divertono e fanno divertire; Cyril Cusack è Gramio servitore di Petruccio. Giancarlo Cobelli è un prete, Natasha Pyne è Bianca e si sposerà con Michael York. Roy Holder è un giovanissimo Biondello, nel cast anche Bice Valori usata malissimo nel finale come moglie di Gremio. In piccolissimi ruoli Milena Vukotic, Lino Capolicchio, Gianni Magni, Alberto Bonucci. Un film che piace e che continua a piacere, e che anticipa di poco "Romeo e Giulietta".






2 commenti:

AF ha detto...

Interessantissima questa cosa che "La bisbetica domata" nasce già come metateatro, non lo sapevo! Io ne ho imparato a conoscere la trama proprio così, attraverso il musical "Kiss Me, Kate" di Cole Porter, che narra di una compagnia d'attori che la mette in scena e le cui vicende riecheggiano per affinità o contrasto quelle dei personaggi della commedia di Shakespeare (c'è stato fatto anche il film, più debolino però della versione teatrale; ad ogni modo le canzoni anche da sole sono consigliate, se non le conosci già).

Giuliano ha detto...

L'allestimento Rai che ho citato è molto bello, anche per me è stata una sorpresa perché non avevo mai letto prima La bisbetica domata. Spero che sia disponibile da qualche parte, su Raiplay o su youtube, anche perché Glauco Mauri come Sly è bravissimo.