La fortuna di Cookie (Cookie's fortune,
1999) Regia di Robert Altman. Soggetto e sceneggiatura di Anne Rapp.
Fotografia di Toyomichi Kurita. Musiche di David A. Stewart.
Interpreti: Patricia Neal, Charles Dutton, Liv Tyler, Glenn Close,
Julianne Moore, Chris O'Donnell, Ned Beatty, Courtney Vance, Donald
Moffat, Lyle Lovett, Danny Darst, Matt Malloy, Niecy Nash, Randle
Mell, Rufus Thomas, Ruby Wilson, Preston Strobel. Durata: 118 minuti
Ci sono film che nascono sotto una
buona stella: gli attori si divertono, la storia scorre senza
intoppi, la musica è quella giusta, tutto funziona alla perfezione.
E' quello che succede con "Cookie's fortune" di Robert
Altman. La storia raccontata è piuttosto complessa, e visto che c'è
una componente di thriller evito di raccontarla per intero: siamo
comunque nel sud degli Usa, a Holly Springs nel Mississippi. Una
signora molto anziana, soprannominata Cookie (Patricia Neal), è
molto amata da vicini e conoscenti; abita in una bella villa e ha due
figlie quarantenni. C'è anche una nipote ventenne (Liv Tyler), che
ha uno spirito molto indipendente e vive spesso lontana da casa,
cercando l'indipendenza economica. Il rapporto della giovane con la
madre e la zia è piuttosto problematico, ottimo invece quello con la
nonna. Il film si apre in un locale dove si fa musica, con un'ottima
cantante nera; nel locale facciamo la conoscenza di Willis (Charles
S. Dutton), uno degli amici più cari di Cookie, un afroamericano sui
quaranta o cinquant'anni. Per completare il quadro iniziale si può
aggiungere che la sorella maggiore (Glenn Close) dirige il teatro
della cittadina, e sta mettendo in scena la Salome di Oscar Wilde,
protagonista sua sorella (Julianne Moore), un po' attempata per la
parte della protagonista. Protagonista del film è anche la città di
Holly Springs, che vediamo nei dettagli, e parte importante ha anche
il suo mercato del pesce: il pesce gatto, che nel delta del
Mississippi è il piatto tradizionale. Una mattina, Cookie viene
trovata morta nel suo letto; le figlie non accettano la versione del
suicidio e da qui iniziano le indagini della polizia locale. C'è
anche la questione del testamento: a chi andrà la fortuna di Cookie?
Non racconto quello che segue per non rovinare la visione del film;
penso di aver detto più che abbastanza per iniziare la visione. il
tono generale del film è comunque disteso, piacevole; c'è molto di
sommerso, Altman nelle sue interviste su "La fortuna di Cookie"
sorvola con leggerezza sul film e sul suo soggetto, ma i temi
trattati sono profondi e meriterebbero un approfondimento che per ora
non mi sento di fare.
"La fortuna di Cookie" è un
film di attori, al di là della storia in sè è bello vedere gli
attori all'opera, in primo luogo i duetti fra Patricia Neal e Charles
Dutton, tutta la prima mezz'ora è piacevolissima e avrei voluto che
durasse di più. Charles Dutton ha fatto pochi film interessanti, ha
lavorato molto nei telefilm e nei film d'azione; è nato nel 1951.
Patricia Neal, classe 1926, ha una lunga carriera alle spalle, con
molti film di successo: tra le altre cose era la protagonista di
"Ultimatum alla Terra" (The day the Earth stood still,
1951).
Molto belle le musiche. All'inizio e
alla fine c'è la chitarra di Fred Sanders, blues lento, con la voce
di Ruby Wilson, Jimmy Ellis alla batteria, Solomon McDaniel alle
tastiere, Terris Tate bass guitar, nel locale dove inizia il film.
Nipoti di Cookie sono le due sorelle
Glenn Close (tirannica) e Julianne Moore (sottomessa). Liv Tyler è
la ragazza-hobo dai capelli corti, figlia di una delle due, con
agnizione finale a sorpresa nei rapporti di parentela, Dutton
incluso, nella cittadina dove si svolge il film, tra catfish e bevute
di Wild Turkey. Glenn Close è regista in teatro della Salome di
Oscar Wilde, dove sua sorella Julianne Moore interpreta Salome con
tanto di accenno di danza sul palcoscenico. Nella Salome, al suicidio
di Narraboth (interpretato dal giovane poliziotto che fa coppia con
la "teppista" Liv Tyler) ci sono delle frasi sul suicidio
che si pensava fossero cose da filosofi greci (Socrate), ed è
infatti il suicidio di Cookie (pur felice) che verrà mascherato da
omicidio dalla nipote Glenn Close, che fa da asse portante del film.
Dettaglio non secondario, oltre al suicidio c'è sullo sfondo la
Pasqua: morte e Resurrezione, la nostra vita non finisce qui.
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