Fool for love (Follia d’amore, 1985). Regia di Robert Altman. Scritto da Sam Shepard. Fotografia di Pierre Mignot. Musiche originali di George Burt, molte canzoni country. Girato in New Mexico. Interpreti: Kim Basinger, Harry Dean Stanton, Sam Shepard, Randy Quaid, Martha Crawford, Deborah McNaughton. Durata: 106 minuti.
“Follia d’amore” non è esattamente il tipo di film che mi piace vedere, ma è girato con enorme bravura, e - soprattutto – nasconde al suo interno una sequenza di quelle indimenticabili, un notturno meraviglioso che inizia dal minuto 40. Oserei dire una sequenza magica, se non fosse che questo aggettivo è un po’ troppo abusato (come tutti gli altri che ho usato, del resto) e si rischia di non dare l’esatto valore alla parola. “Magico”: i notturni al cinema di solito non vengono molto bene, il buio si addice poco alla pellicola, si rischia di non vedere niente, è difficile fare un bel notturno al cinema (non come in musica, dove di Notturni meravigliosi ce ne sono moltissimi).
Di questo film si è parlato molto, a suo tempo (oggi penso che sia quasi dimenticato) perché vi partecipò Kim Basinger, donna bellissima, a quel tempo una delle donne più famose del mondo anche per un paio di film “scandalosi” di grande successo al botteghino. Robert Altman offre a Kim Basinger un ruolo da vera attrice, e la Basinger se la cava benissimo. Accanto a lei, Harry Dean Stanton: protagonista di “Paris Texas” di Wim Wenders proprio nello stesso periodo, e veterano di moltissimi film americani. Un attore splendido, qui in stato di grazia. Il terzo protagonista è Sam Shepard, scrittore americano e autore di questa sceneggiatura, oltre che di “Paris Texas” e di molti altri film: qui è anche attore, anche lui ottimo. Il soggetto è molto forte, scabroso, ma non sto qui a riassumerlo: parto subito dalla scena che mi interessa, mescolando italiano e inglese (l’inglese preso dai sottotitoli del dvd) e me ne scuso con chi mi dovesse leggere, ma si tratta solo di appunti personali. Aggiungerò poi in fondo due altri miei appunti, uno preso quando vidi il film per la prima volta, l’altro per una visione più recente.
Stanton (a Basinger): I don’t even know why I remember it exactly, but you and me and your mother were driving through southern Utah once, I think it was in that old Plymouth (car) we had. You remember that Plym? It had a white plastic hood. A replica of the Mayflower, I think it was.
Tutto parte dal pianto di un bambino, dopo che Shepard è partito; a questo punto Stanton vede passare la sua vecchia automobile, con a bordo lui da giovane con la moglie e la bambina, quell’esatto momento, di notte.
Stanton: (prosegue) Well, it was some kind of ship. Anyway, we’d been driving all night and you were sound asleep in the back seat, and your momma was sound asleep in the front.
Canzone country: “you lied your way through the night into my heart / said all those things I thought I’d never hear / you held my hand when we went out walking / then all sudden of you woke up crying...” Si vedono marito e moglie, mentre guidano. Stanton riprende la narrazione dall’ultimo verso cantato, sovrapponendosi:
Stanton: ...then all sudden of you woke up crying, just busting a gut over something. I don’t know what it was, a nightmare or something. Woke your momma right up.
Marito e moglie si baciano e ridono, sempre guidando; il racconto non combacia con ciò che vediamo.
Stanton: She climbed over the seat there in the back with you, to try to get you settled down. But you just kept wailing. Wouldn’t shut up for hell nor high water; so I stopped the Plymouth by the side of the road, middle of nowhere, can’t even remember where it was exactly. Pitch black...
Pitch black, nessuna luce, tutto nero. Scendono dall’auto. Non vediamo mai la bambina che piange.
Stanton (prosegue): And I picked you up off the back seat there, and carried you out into this field, thought that the cold air might quiet you down. But you just kept howling.
La bambina ci appare invece quieta nelle braccia di suo padre.
Stanton (continua): And all of a sudden I saw something move out there, something bigger than both of us put together; and it started to move toward us, kinda slow. And then, it started to get joined up by some other things just like it. Same shape, and everywhere.
E’ una mandria, quasi invisibile nell’oscurità completa.
Stanton (continua): But these things started to kind of move in on us. I looked back at the car to see if your mother was all right, and just then these things started to moo. They all started mooing away.
Si sentono i muggiti.
Basinger: The cows?
Ridono insieme.
Stanton: Sure enough, there we were standing in the middle of a goddamn herd of cattle. (ridono) Well, you never heard a baby pipe down so fast. (ridono insieme)You just never made a peep after that, the whole rest of the trip.
(Robert Altman, Fool for love, minuti 45-50 )
Questo incanto notturno arriva dopo 45 minuti di sofferenza: non fosse stato un film di Altman, difficilmente avrei retto fino a questo punto. Però sapevo, ricordavo, sapevo che l’avrei ritrovato.
Canzone country al minuto 37:
With a trembling hand and a bottle of gin,
and a rose with a different name...
The devil made me do it the first time,
the second time I done it on my own.
Lord, put a handle on a simple-handed man,
and help him leave that black rose alone.
La canzone prosegue. E’ indicata nei titoli di coda come opera di Billy Joe Shaver, e cantata da Waylon Jennings: “Black Rose”.
Fool for love si muove tra Nashville e Rashomon: la musica country a fare da narrazione, e la stessa storia raccontata in tre diverse versioni. C’è anche molto della tragedia greca, forse Edipo, forse Antigone; molti rimandi anche a Hawthorne e al suo Wakefield, le cose che non sono come appaiono, il non detto, il sottotesto, il fiume sotterraneo... Questa sottile discrepanza tra ciò che si vede e ciò che viene detto è forse il marchio distintivo di Robert Altman, e il suo più grande fascino. Viene anche da chiedersi: prima questo, o prima Wenders? dietro c’è sempre Shepard, entrambi i film sono usciti nel 1985. (anno 2010)
Fool for love è un film straordinario. Non tanto per il soggetto in sè, peraltro molto buono anche se forte e scabroso, opera di Shepard (quasi un Bergman western), ma proprio per la regia di Altman. Questo significa “raccontare per immagini”; e Altman, quando vuole, è un maestro. La scenografia è lunare, come quella di I compari; le macchine che “vanno e vengono come fantasmi”, il fantasma di Rashomon, l’abilità di muovere le macchine. Prova superba di tutti gli attori: Stanton più di tutti, Quaid si fa voler subito bene ed è perfetto, Shepard è una lieta sorpresa, la Basinger si rivela ottima attrice ed è più bella quando è meno pettinata e “vestita bene”; alla fine del film, sembra quasi invecchiata. Ma, soprattutto, è toccante e sconvolgente il vedere trasposti per immagini i racconti orali dei due fratelli: “bevemmo dalla stessa bottiglia, un sorso per uno”, “mia madre mi teneva stretta per la mano fino a farmi male”. Che dire? Il racconto è scabroso, e certo ha ragione Vieri Razzini quando dice che Shepard “mirava alto” ma non ci è riuscito del tutto, che la commedia è tutto sommato esteriore: ma con questo Altman in stato di grazia siamo di fronte ad un dramma greco, con questo padre omerico e questi fratelli amanti. Stanton fa una variazione sul suo personaggio di Paris Texas: qui è più “carattere” ed è più tragico nel finale, là era più severo ma anche più disposto ad accettare la vita. (anno 1987)
Le canzoni nella colonna sonora:
- di Sandy Rogers (autrice e cantante): "Let's Ride", "You Lied Your Way", "It Comes and Goes", "Call Me Up", "Go Rosa", "Love Shy", "First & Last Reel Cowboy", "Why Wyoming" (scritta da Sandy Rogers e Louise Kirchen)
- di Billy Joe Shaver (autore) e Waylon Jennings (cantante): "Honky Tonk Heroes", "Black Rose"
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