Michael Collins (idem, 1996) Scritto e diretto da Neil Jordan. Fotografia di Chris Menges. Musiche originali di Elliott Goldenthal. Con Liam Neeson, Ian Hart, Julia Roberts, Aidan Quinn, Alan Rickman, John Kenny. Durata 133’
Non avrei mai potuto immaginare che un giorno mi sarei vergognato di essere lombardo, e per di più veneto ed emiliano d'origine, padano: ebbene, quel giorno è arrivato, e la vergogna continua ancora. Ripenso a com’era bello essere lombardo quarant’anni fa, con Gino Bramieri, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Walter Chiari, Giorgio Strehler e il Piccolo Teatro di Milano, i Gufi, e tanti altri ancora...
Chiedo scusa se per una volta antepongo me stesso al racconto del film, ma questi sono i sentimenti che mi ha smosso la visione di “Michael Collins”: che è un buon film, nello stile del primo John Ford (The informer) e che racconta di un personaggio storico veramente esistito, in Irlanda. Lo stile di regia di Neil Jordan è un po’ legnoso, gli attori recitano in modo un tantino stereotipato, anche quelli bravi; e c’è spazio anche per Julia Roberts, allora in cerca di ruoli “nobili” dopo il successo con “Pretty woman”. Però tutto sommato il giudizio sul film in sè non cambia, a prescindere dalla storia che vi si racconta si tratta di un buon prodotto medio. Il difetto, casomai, è quello comune a quasi tutti i film storici: non è affatto facile raccapezzarsi e riconoscere i personaggi se non si studia almeno un po’ o se non si conosce tutto già da prima di vedere il film. In questo caso, a me è venuto in soccorso nientemeno che James Joyce: che sia in Dedalus che nell’Ulysses cita spesso questa parte di storia dell’Irlanda.
Naturalmente, Michael Collins viene presentato come un personaggio positivo (ne so pochissimo, ma se mi dicono che è così non ne dubito), ma a me vengono sempre i brividi quando vedo qualcuno che mette bombe e compie attentati in mezzo alla folla, qualunque sia la causa: alle volte si può capire, ma in casi estremi (in tempo di guerra e sotto una dittatura sanguinaria, come fu da noi con il fascismo, in via Rasella, si può capire). Non è comprensibile che nella Londra degli anni 80 si metta una bomba in un grande magazzino, così come non è comprensibile che in Spagna ancora oggi l’ETA compia attentati (al tempo del franchismo, perfino parlare in basco era vietato: ma oggi?). Soprattutto, non è comprensibile che chi spara e mette le bombe venga portato ad esempio anche in tempo di pace.
La mia opinione è che il nazionalismo sia la peggiore delle ideologie. Un conto è amare le proprie tradizioni e la propria lingua, un altro conto è il nazionalismo, che è la degradazione stupida e violenta di un sentimento di per sè molto buono. E’ per questo motivo, per il ricordo del nazionalismo fascista, che ancora oggi in Italia è così difficile pronunciare la parola “patria”; e anch’io oggi, con Giuseppe Verdi, posso solo pensare con tristezza alla “mia patria sì dolce e perduta”, una rimembranza cara e fatale, oggi che perfino il Va pensiero mi è stato scippato da persone che non sanno nemmeno di cosa si sta parlando, e che brandiscono il Coro degli Ebrei a Babilonia come se fosse un bastone da picchiare sulla testa a qualcuno.
Detto questo (e mi scuso ancora per lo sfogo, ma è questo che mi è uscito vedendo il film) aggiungo qualche notizia su Michael Collins presa da wikipedia:
Michael Collins - in gaelico Miceál Ó Coileáin, conosciuto anche come "Mick" - (Clonakilty, 16 ottobre 1890 - Béal na mBláth, 22 agosto 1922) è stato un patriota e politico irlandese, una delle figure di spicco della Guerra d'indipendenza del proprio Paese. Servì come Ministro delle Finanze nella Repubblica d'Irlanda, come membro della delegazione irlandese durante le trattative per il Trattato anglo-irlandese, come presidente del governo provvisorio e come Comandante in capo dell'esercito irlandese. Morì assassinato dalle forze irregolari durante la guerra civile irlandese.
Michael Collins nacque a Woodfield, vicino Clonakilty, nella Contea di Cork, in Irlanda nel 1890. Anche se la maggior parte delle sue biografie danno la sua data di nascita come il 16 ottobre 1890, sulla sua lapide viene indicata come il 12 ottobre 1890. (...) Suo padre, anche lui di nome Michael, era diventato da giovane un membro del movimento Feniano repubblicano, ma aveva lasciato il movimento e si era stabilito a fare il contadino. Una delle sorelle di Michael, Helena Collins, divenne suora, Sorella Mary Celestine.
Collins era ricordato come un ragazzo sveglio e precoce, con un temperamento fiero e un nazionalismo fervido, stimolato da un fabbro locale, James Santry, e più tardi da un preside scolastico, Denis Lyons, membro della Irish Republican Brotherhood, la Fratellanza Repubblicana Irlandese (un'organizzazione di cui alla fine Collins sarebbe diventato capo). Collins era alto e amava gli sport, nessuno dei quali afflisse il suo sviluppo mentale. Nel febbraio 1906 fece l'esame per il Servizio Civile Britannico in cui elogiò il "grande impero" (una visione comune in Irlanda a quel tempo). Dopo aver lasciato la scuola, il quindicenne Michael, come molti irlandesi, andò all'estero: lavorò nella Posta britannica in un ufficio a Londra dal luglio 1906. Si unì all'IRB grazie a Sam Maguire, un protestante repubblicano di Cork, nel novembre 1913. Giocò un ruolo centrale nell'IRB, diventandone il presidente entro poco più una decade. Michael Collins divenne conosciuto per la prima volta durante l'Insurrezione di Pasqua nel 1916. (...) La rivolta si risolse (come ci si era aspettato) in una sconfitta militare. Mentre molti celebravano il fatto che l'Insurrezione fosse semplicemente avvenuta, credendo nella teoria del sacrificio di sangue (cioè che le morti dei capi dell'Insurrezione avrebbero ispirato altri e risvegliato la coscienza del popolo irlandese), Collins era stato contrario a quello che percepiva come un tentativo dilettantistico (...) Collins è considerato come uno degli inventori della guerriglia urbana e molti movimenti di liberazione si ispirarono a lui e alle sue tattiche (...) Collins, come molti altri partecipanti all'Insurrezione, fu arrestato e mandato in un campo di internamento a Frongoch, in Galles. (...) Al momento del suo rilascio Collins era già diventato una delle figure più importanti del Sinn Féin, il partito nazionalista guidato da Arthur Griffith e Eamon de Valera che, a differenza dell'Irish Parliamentary Party, non si accontentava dell'autonomia ma si batteva per l'indipendenza ed era di fatto il braccio politico degli Irish Volunteers. Nell'ottobre 1917, grazie alle sue doti e alla sua abilità, Collins era diventato membro dell'esecutivo del Sinn Féin e Direttore dell'Organizzazione degli Irish Volunteers (Volontari Irlandesi); Eamon de Valera era presidente di entrambe le organizzazioni. (...)
Come tutti i membri anziani del Sinn Féin, Michael Collins fu candidato nelle elezioni del 1918 per eleggere i membri irlandesi della Camera dei Comuni britannica a Londra. Il Sinn Féin stravinse, conquistando la maggioranza assoluta e Collins divenne Membro del Parlamento per South Cork. Comunque, a differenza dei loro rivali nel Partito Parlamentare Irlandese, i candidati del Sinn Féin avevano annunciato che non avrebbero preso i loro posti a Westminster, ma avrebbero invece creato un parlamento irlandese a Dublino.
Il nuovo parlamento, chiamato Dáil Éireann (che significa Assemblea d'Irlanda, vedi Primo Dáil) si riunì nella Mansion House di Dublino nel gennaio 1919. De Valera e membri di spicco del Sinn Féin furono arrestati dalla RIC (Royal Irish Constabulary), la polizia filoinglese. Collins, come al solito, era stato informato del piano grazie alla sua rete di spie e informatori e aveva avvertito i parlamentari. De Valera, altrettanto tipicamente, aveva detto a tutti di ignorare gli avvertimenti,pensando che gli eventuali arresti sarebbero stati un'ottima propaganda. In assenza di de Valera, Cathal Brugha fu eletto Príomh Aire (letteralmente primo ministro, ma spesso tradotto come 'Presidente del Dáil Éireann'), rimanendo in carica il poco tempo necessario a Collins per organizzare l'evasione di de Valera dalla prigione di Lincoln, nell'aprile 1919.
Collins nel 1919 aveva molti ruoli: in estate fu eletto presidente dell'IRB, e in settembre fu nominato Direttore dell'Intelligence dell'Esercito Repubblicano Irlandese, nuovo nome dell'organizzazione dei Volontari Irlandesi (il nome a simbolizzare l'obiettivo dell'organizzazione di diventare l'esercito della Repubblica d'Irlanda). La Guerra di Indipendenza Irlandese cominciò effettivamente lo stesso giorno nel quale si riunì il Dàil, nel gennaio 1919, quando due poliziotti che stavano scortando un carico di esplosivo furono uccisi da un gruppo di volontari dell'IRA, guidati da Sean Treacy e Dan Breen, che avevano agito senza ordini, a Soloheadbeg, nella contea di Tipperary.
Nel 1919, il già occupato Collins si fece carico di un'altra responsabilità quando de Valera lo nominò Ministro delle Finanze. Ragionevolmente, nella situazione di guerra brutale in cui stava precipitando l'Irlanda, in cui i ministri rischiavano di essere arrestati o uccisi dal Royal Irish Constabulary, dall'esercito britannico, dai Black and Tans o dai membri della Divisione Ausiliaria, la maggior parte dei ministeri esisteva solo sulla carta, o come una o due persone al lavoro in una stanza di una casa privata. Non era questo il caso di Collins, invece, che mise in piedi un Ministero delle Finanze capace di raccogliere un gran numero di finanziamenti nella forma di un Prestito Nazionale (National Loan) per fondare la nuova Repubblica Irlandese. (...) Michael Collins è rimasto impresso nella storia irlandese come uno dei grandi "cosa avrebbe potuto essere". Un uomo di intelligenza straordinaria, con una vitalità incredibile e un attivismo irrefrenabile, la sua morte fu un disastro per il nascente stato irlandese. La sua perdita era resa ancora più tragica dalla morte del Presidente Griffith, avvenuta solo 10 giorni prima a causa del troppo stress. (...)
Nel 1996 Michael Collins è diventato il protagonista di un film semi-romanzato intitolato al suo nome - Michael Collins - interpretato da Liam Neeson nel ruolo del protagonista e da Julia Roberts in quello della fidanzata Kitty Kiernan, e diretto da Neil Jordan.
Anche se il film è stato bene accolto da critica e pubblico per aver portato la storia di Michael Collins alla ribalta di un ampio pubblico internazionale (tanto da essere premiato come miglior film al Festival del cinema di Venezia), alcuni storici lo hanno criticato per essersi preso delle libertà con i fatti, soprattutto riguardo al personaggio di de Valera e al ruolo avuto da quest'ultimo nella morte di Collins. Gli assassini facevano parte della fazione anti-trattato di de Valera, ma su questo episodio in Irlanda non è mai stata fatta piena luce dando così alle teorie più varie la possibilità di esistere. Queste controversie sono state esplorate in un episodio del documentario The South Bank Show che è stato poi incluso come un extra nella versione DVD del film. Una analoga operazione cinematografica sulla figura del leader irlandese era stata compiuta nel 1936, con il film Beloved Enemy, biografia romanzata con nomi fittizi (quello del protagonista è Dennis Riordan) di Collins che al termine della pellicola, pur ferito nell'attentato, riesce a salvarsi dalla morte, garantendo un improbabile quanto evidentemente desiderato lieto fine. Il film era interpretato da David Niven nei panni di un ufficiale inglese, dall'avvenente Merle Oberon (al tempo attrice molto in voga) in quella della fidanzata di Collins e da Brian Aherne nel ruolo del protagonista.
Altri documentari sono stati poi girati su Michael Collins. Si ricordano qui: * il documentario di produzione britannica di Kenneth Griffith, Hang Up Your Brightest Colours, del 1973, realizzato per la Independent Television (ITV), ma che ha avuto un certo ostracismo ed una scarsa distribuzione. * il documentario irlandese di Colm Connolly girato nel 1989 per RTE Television intitolato The Shadow of Beal Béalnabláth, che si sofferma particolarmente sulla morte di Collins. * il film tv The Treaty, prodotto nel 1991 e interpretato da Brendan Gleeson nel ruolo di Collins e da Ian Bannen nei panni dello statista britannico David Lloyd George.
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