Quando l’angelo interpretato da Bruno Ganz, nella finzione scenica di “Il cielo sopra Berlino”, incontra Solveig Dommartin, trapezista in un piccolo circo, se ne innamora e per lei decide di scendere sulla Terra rinunciando così alla sua natura angelica per diventare un uomo come tanti, sappiamo subito che non poteva andare diversamente.
Non è una questione di bellezza: per nostra fortuna, donne belle ce ne sono tante, sulla Terra; sarebbe difficile sceglierne una solo in base alla bellezza. Ma Solveig appare radiosa, esprime un fascino quasi soprannaturale, e non stupisce che molti, all’uscita dal cinema, si trovassero a pensare che l’angelo del film era proprio lei, Solveig Dommartin.
Di lei wikipedia dice:
Solveig Dommartin (Parigi, 16 maggio 1961 – Parigi, 11 gennaio 2007) è stata un'attrice e regista francese. La sua carriera iniziò in teatro con la "Compagnia Timothee Laine" e con il "Theater Labor Warschau". Ebbe le sue prime esperienze in campo cinematografico facendo l'assistente di Jacques Rozier. Il suo debutto in qualità di attrice di cinema fu con il film Il cielo sopra Berlino (1987) diretto dal regista Wim Wenders. In questo film, dove recitava la parte di una acrobata di circo, mostrò una grande abilità impadronendosi della tecnica acrobatica in soli due mesi. In questo modo non ci fu la necessità di farla sostituire da una controfigura. Insieme a Wim Wenders fu coautrice del film Fino alla fine del mondo (1991) e con il regista fece un lungo viaggio intorno al mondo in cerca delle location più adatte per il progetto. In seguito girarono insieme Così vicino così lontano, che riprende temi e personaggi di “Il cielo sopra Berlino.” Wim Wenders ebbe a dire riguardo a Fino alla fine del mondo: "Solveig Dommartin ed io abbiamo scritto insieme la storia del nostro film, e pensavamo che solo noi due avevamo il diritto di entrare in quell'area sacra costituita dai sogni di una persona, solo se avessimo portato qualcosa in quel lavoro che per noi stessi era sacro". Solveig Dommartin morì di infarto nel 2007.
Eh sì, l’angelo ci ha lasciati, ormai; e da molto tempo.
Solveig Dommartin è la trapezista che vediamo all’inizio di “Il cielo sopra Berlino”, il film di Wim Wenders girato nel 1987. Vederla e innamorarsi di lei è quasi inevitabile, ed è quindi più che comprensibile che l’angelo Damiel lasci il suo mondo fumoso e spirituale, un mondo d’ombre grigie che non possono intervenire nelle nostre vicende, per scendere in mezzo a noi e sporcarsi un po’ come facciamo noi tutti i giorni, con questo mondo nato dal fango.
Damiel è ben felice di stare accanto a lei, ha avuto una grande fortuna e non rimpiange di aver lasciato l’altro mondo, quello dove non c’è sofferenza. Lo ritroviamo, un po’ preoccupato ma felice, in “Così lontano così vicino”, del 1993: hanno avuto una bambina, stanno ancora insieme, lei deve lavorare in un bar per arrotondare lo stipendio, ma va bene anche così, va bene tutto...
Nella realtà, si può ben dire che Damiel (che nel film è interpretato da Bruno Ganz) era lo stesso Wim Wenders, dato che Solveig Dommartin era la sua compagna nella vita.
Dev’essere stato un grande amore, grandissimo: il film seguente a “Il cielo sopra Berlino”, “Fino alla fine del mondo”, è una continua dichiarazione d’amore di Wenders per Solveig. Ogni inquadratura di quel film (un film lunghissimo) è dedicata a lei, e bisogna proprio non voler vedere per non accorgersene. La bella storia è destinata ad interrompersi, perché in seguito Solveig e Wenders si sarebbero separati: così va il mondo, del resto. Forse non è giusto né bello, ma non è certo una novità. Non so nemmeno se Solveig fosse un’attrice, a volte mi verrebbe da dire di no, e non è certo un volerla sminuire: Solveig era una presenza, una donna molto bella ma una donna normale, una donna vera ma anche una presenza di quelle che riempiono di sè lo schermo, e che hanno una luce particolare che fa sembrare banali gli attori che lavorano con lei (a meno che non siano grandi come Bruno Ganz, s’intende). Da un lato, per un attore, questo può essere un grande regalo; da un altro, avere una grande presenza può diventare un grave handicap, se non si trovano le parti giuste e i film giusti.
Solveig Dommartin conobbe Wenders quando aveva già qualche esperienza come attrice, ma ormai aveva cambiato mestiere e lavorava nello staff del grande regista tedesco, non ricordo più con quali mansioni. Wenders ebbe l’intuizione giusta e la portò sullo schermo, con ruoli da protagonista. Solveig Dommartin è molto brava e molto bella, nei film di Wenders; e imparò anche a fare la trapezista, con grande impegno: non c’è mai la controfigura, è proprio lei che fa tutti i numeri, anche quelli più difficili.
Ma anche gli angeli eterni ed immortali, quando discendono sulla Terra, sono soggetti al passare del Tempo; ed è per questo che Solveig Dommartin non c’è più.
Ma che non ci sia proprio davvero più, direi che è presto per dirlo. Magari è qui accanto a noi, ci passa, ci vede, ci sorride, e noi non la vediamo: come fanno gli angeli nel film che l’ha resa famosa.
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