giovedì 23 gennaio 2020

Margin call


Margin call (2011) Scritto e diretto da Jeffrey C. Chandos. Fotografia di Frank De Marco. Musiche di Nathan Larson. Interpreti: Stanley Tucci, Zachary Quinto, Kevin Spacey, Demi Moore, Jeremy Irons, Paul Bettany, Penn Badgley, Simon Baker, Ashley Williams, Mary Mc Donnell, e altri. Durata: 107 minuti

"Margin call" è un ottimo film sugli avvenimenti recenti in Borsa; il titolo del film è uno dei termini gergali usati a Wall Street, più o meno (da quel che ne posso capire) vendere a qualsiasi costo, e in fretta, quando le cose vanno male. Così facendo si perdono soldi e si licenziano molti dipendenti, ma si scaricano le perdite su altri e, soprattutto, i brokers "capi" si salvano e possono ricominciare. Il film è inevitabilmente pieno di termini gergali e di cose da iniziati (definirli "tecnici" mi sembra esagerato, io vengo dalla chimica e da Linneo, i termini tecnici sono cose da ingegneri e questo del film è solo un gergo), non c'è niente di tangibile o di visibile, quindi il regista JC Chandos è davvero molto bravo nel far seguire il film anche da gente che non ne capisce nulla (come me) per di più senza mostrare schermate di pc o cifre in sequenza, come avrebbero fatto quasi tutti. Ne esce un film quasi di impianto teatrale, con ottimi attori, ma ambientato in luoghi veri (New York) o verosimili (scenografie, uffici). L'azione si svolge nell'arco di ventiquattro ore.
 

Si comincia da un analista finanziario che viene licenziato per una "ristrutturazione" (è Stanley Tucci); non è però uno qualsiasi, ha molta esperienza e si è accorto che sta succedendo qualcosa di grosso e di grave. Prova a dirlo, ma non gli danno il tempo di spiegare e pensano che sia solo un pretesto per non farsi licenziare; si ritrova subito fuori, in strada, senza mail, senza cellulare, con la scatola di cartone in mano e l'impossibilità di rientrare in ufficio. Riesce però, prima di essere sbattuto fuori, a passare una chiavetta con dei dati a un suo giovane d'ufficio (Zachary Quinto) dicendogli: "vai avanti tu, ma stai attento". E', al cinema, il meccanismo tipico dei film sugli extraterrestri o sui vampiri; ed è molto efficace anche qui in questo ambiente arido e lussuoso, di aria condizionata e finestre sigillate. L'attesa per sapere cosa verrà dopo è quindi stata creata, e non verrà delusa. Il resto del film, che è anche in esterni, compresa la terrazza del grattacielo, non è raccontabile, prima di tutto perché si rovinerebbe la visione del film, e poi perché si gioca molto sulla bravura degli attori, ed è un piacere vedere all'opera attori così bravi.
 

Due dialoghi significativi: a 1h13 il giovane Seth (l'attore si chiama Penn Badgley) è con il più esperto ma anche lui ancora giovane (Paul Bettany) in auto, intenti a cercare Eric Dale (Stanley Tucci), l'uomo che è stato licenziato all'inizio del film.
Seth: Questa cosa danneggerà parecchie persone...
Bettany: Sì, soprattutto le persone come me.
Seth: No, no... intendo le persone normali.
Bettany: Che cavolo, Seth... senti, se vuoi fare davvero questo nella vita, devi pensare di essere necessario: e lo sei. La gente vuole vivere con le sue macchine e le sue ville di lusso che non può permettersi, quindi tu sei necessario per loro. L'unico motivo per cui tutti continuano a vivere come dei re è perché noi spostiamo l'ago della bilancia in loro favore; ma se non lo facciamo, beh, tutto il mondo diventa improvvisamente giusto ma nessuno lo vuole davvero. Dicono il contrario, ma ti assicuro che non è vero: vogliono quello che noi abbiamo da dare a loro, ma vogliono anche fare gli ingenui e fingere di non sapere da dove venga; e questa è un'ipocrisia che non riesco a mandare giù, e quindi che si fottano le persone normali.
(Margin call, a 1h13')


A 1h31' il colloquio finale, a cose fatte, tra il boss con trentaquattro anni di servizio (Kevin Spacey), che vorrebbe dare le dimissioni, e il vero grande capo (Jeremy Irons) che lo convince a restare:
Irons: Sai, comincio a sentirmi meglio riguardo a questa faccenda. Tu sei uno degli uomini più fortunati del mondo, Sam: potevi zappare la terra, in questi anni.
Spacey: E' vero, e se lo avessi fatto ci sarebbe qualcosa di tangibile a testimoniarlo (...)
Irons: (...) tu dici che forse abbiamo mandato sul lastrico della gente, oggi, e tutto questo inutilmente. Ma tu praticamente lo fai ogni giorno da quarant'anni, Sam... e se tutto questo è inutile, allora lo è anche tutto quello che c'è là fuori. Sono soltanto soldi, nient'altro che un'invenzione. Pezzi di carta che evitano di ammazzarci a vicenda per prendere qualcosa da mangiare. Non è sbagliato, e sicuramente non è diverso oggi da come è sempre stato (...) Non possiamo farci niente (...) noi interagiamo, se facciamo bene guadagnamo tanto e se sbagliamo finiamo in mezzo alla strada. C'è sempre stata e sempre ci sarà la stessa percentuale di vincitori e di perdenti, di stronzi felici e di coglioni tristi, di fortunati e di sfigati, a questo mondo. Sì, probabilmente quelli come noi saranno un po' di più, ma le percentuali rimangono le stesse (...)
(Margin call, a 1h31)
Il finale del film vede Kevin Spacey seppellire l'amato cane morto di vecchiaia, e lo fa di notte nella casa dove vive con la moglie da cui è separato; lei lo consola ma gli ricorda che ha messo l'allarme, che non provi a tornare in casa...


Gli attori: Stanley Tucci è Eric Dale, che dà inizio alla storia; è un attore molto bravo, davvero eccellente, che non avevo mai incrociato prima del suo Puck nel "Sogno di una notte di mezza estate" (ha girato diversi film che ho sempre evitato). Zachary Quinto, che ricorda un po' Elliott Gould, è il giovane analista finanziario che riceve la chiavetta da Dale. Penn Badgley è Seth, il più giovane del gruppo; Simon Baker è Jared, terzo in ordine d'importanza dei grandi capi che vediamo nel film. Paul Bettany è uno dei capi giovani; Demi Moore è la donna carrierista che verrà licenziata alla fine, capro espiatorio con un'ottima buonuscita. Kevin Spacey e Jeremy Irons sono i due "vecchi", i due capi che guidano il tutto. Il regista J.C. Chandor è americano, nato nel 1973, e ha diretto quattro film; "Margin call" è il suo secondo.
Un film analogo nel soggetto, e molto interessante nel confronto, è "The Company Men" di John Wells, uscito un anno prima nel 2010.

 
 
 
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
 
 

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