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The Birds (Gli uccelli, 1963). Regia di Alfred Hitchcock. Sceneggiatura di Evan Hunter, da un romanzo di Daphne du Maurier. Fotografia di Robert Burks. Consulente per il sonoro: Bernard Herrmann. Suoni elettronici di Remi Gassman e Oskar Sala. Girato in California, a Bodega Bay e a San Francisco. Interpreti: Rod Taylor, Tippi Hedren, Jessica Tandy, Suzanne Pleshette, Veronica Cartwright, Ethel Griffies, Charles McGraw, Ruth McDevitt. Durata: 120 minuti.
«Quasi tutti film di Hitchcock mi hanno mandato in estasi tranne “Gli uccelli”, che pone un problema al quale un etnologo non può non essere sensibile: i rapporti tra natura e cultura. Ora, mi sembra che Hitchcock in “Gli uccelli” abbia commesso un errore molto grave: gli uccelli, che rappresentano la natura, vengono presentati unicamente sotto l'angolazione visiva, cioè, tra tutti i sensi, quello più intellettuale, più socializzato, quello che sta già sul versante della cultura. Fare un film basato sui rapporti tra uccelli e uomini nel quale non ci siano sterco e puzza, quando tutto il problema dei rapporti tra uomini e uccelli consiste in questo: avremmo dovuto vedere la gente invischiata nella sporcizia. Ed è un errore che compromette l'impresa».
- Ma il lato “operistico” degli Uccelli... perché si esprimono, “cantano”...
«Non sono neppure eloquenti, rispetto agli uccelli reali, per qualcuno che abbia esperienza di questi animali. Io conosco gli uccelli, ne ho avuti, ho allevato alcuni pappagalli in questo stesso studio... I rapporti che si stabiliscono tra gli uomini e gli uccelli sono infinitamente più conturbanti, più ambigui, anche, di quanto non si mostri nel film. Per la sua costituzione anatomica, l'uccello è molto lontano da noi; non appartiene a una famiglia animale con la quale si stabilisce facilmente una comunicazione; tale comunicazione risulta angosciante, proprio perché riesce quasi a superare gli ostacoli fisici che ci separano. Questo, inoltre, fa dell'uccello un animale straordinariamente minaccioso, misterioso, attraente e ripugnante al tempo stesso. E’ quello che si può comprendere, insieme, meno e meglio. Ma gli animali del film sono uccelli impagliati, asettici, animati da
un movimento meccanico, senza alcun significato».
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«Che però perde la propria portata, perché resta visiva e ideologica. Detto questo, ho visto la maggior parte degli altri film di Hitchcock con enorme piacere: "Vertigo -La donna che visse due volte" è stupendo».
Claude Levi-Strauss, da un’intervista del 1964 a Jacques Rivette ripresa da Repubblica 21.9.2006
Questo giudizio del grande etnologo e antropologo francese (famosissimo il suo “Tristi tropici”) mi ha divertito molto la prima volta che l’ho letto, e mi ha trovato molto d’accordo. Lo so che è un discorso che non è bello da fare, ma tanti anni fa avevo dei canarini in gabbia ed è incredibile quanto “sporchino” degli animali così piccoli. La stessa cosa accade con le galline, con i piccioni, e non oso pensare agli struzzi; e tutto questo accade non per una natura dispettosa degli uccelli, ma a causa della particolare conformazione del loro intestino. Questi aspetti ai quali accennava Levi-Strauss sono invece ben presenti e ben sottolineati in un film di Robert Altman dei primi anni ’70, che in italiano ricevette il titolo “Anche gli uccelli uccidono” (ne ho già parlato su questo blog, per chi volesse leggerlo il mio post è qui in archivio). Per quanto riguarda questo aspetto, e soprattutto per quanto riguarda il comportamento dei gabbiani, dei corvi e degli uccelli a loro simili (quelli che vediamo in “Birds” di Hitchcock) , il rimando d’obbligo è invece a uno dei libri più belli che siano mai stati pubblicati, “L’anello di Re Salomone” di Konrad Lorenz.
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Insomma, qui siamo di fronte a qualcosa che non va: i meccanismi perfetti di Hitchcock avevano cominciato a scricchiolare, i suoi attori preferiti stavano invecchiando, e già in “Vertigo” (La donna che visse due volte, secondo il titolo italiano) qualcosa cominciava a scricchiolare: e Hitchcock se ne era accorto. Il discorso diventa più chiaro se a “Birds” si accostano i film immediatamente seguenti e precedenti, il celebratissimo “Psycho” e “Marnie”.
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Lo dico perché i film degli anni ’60, quelli successivi a Byrds e a Marnie, vedono Hitchcock tornare ad atmosfere più simili a quelle dei suoi primi film inglesi; il risultato non è dei migliori, e ci sono ancora molte cose di cattivo gusto, ma Hitchcock certamente non era contento di quello che stava facendo. Mi permetto di dire che si vede, ed è una cosa che fa una grande tristezza.
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PS: Le immagini vengono da “The films of Alfred Hitchcock” di R.Harris & M.Lasky, The Citadel Press, Seacaucus N.J., anno 1976. L'immagine qui sotto mostra l'assalto degli uccelli ai bambini della scuola: le immagini degli uccelli verranno sovrapposte in seguito.
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