lunedì 17 febbraio 2020

The Company Men (John Wells)


The company men (2010) Scritto e diretto da John Wells. Fotografia di Roger Deakins. Musiche di Aaron Zigman. Interpreti: Ben Affleck, Tommy Lee Jones, Craig T. Nelson, Chris Cooper, Kevin Costner, Maria Bello, Rosemarie de Witt, Patricia Kalember, e molti altri. Durata:110 minuti.

Un giovane e promettente manager si ritrova licenziato e fatica a rendersi conto di cosa succede; più vicina alla realtà è la moglie che capisce subito che non si potrà più pagare il mutuo della ricchissima casa in cui vivono, e questo è solo l'inizio. Inutili anche i "corsi" per riqualificare i manager licenziati, inutili i contatti con persone influenti che credevi amiche, inutili colloqui e inserzioni, inutili anche le agenzie. Dietro il licenziamento del giovane c'è una storia di management e di finanza spregiudicata, ma questo è solo l'inizio del film.
Il soggetto di "The company men" è molto simile a quello di "Margin call" di J.C.Chandor (che uscirà un anno dopo), ma il regista John Wells viene dai telefilm (E.R. e altre) e la differenza si vede, lo stile del racconto è più scolastico ed è basato soprattutto sulle singole storie dei protagonisti; si tratta comunque di un film di buon livello, e molto interessante. Devo dire che mi è molto difficile entrare in empatia con questi personaggi, dipinti come simpatici e piacevoli quando non lo sono affatto (qui "Margin call" sarà più vicino alla realtà) e che vedere il mondo operaio (qui rappresentato da Kevin Costner) rappresentato come "altro" è l'opposto del mondo in cui io sono cresciuto (quindi, per me ancora più estraneità) però il film è buono, ben fatto, e l'intento con cui è realizzato è più che lodevole. Buoni gli attori, anche se non siamo ai livelli di "Margin Call".
 

C'è un discorso appena accennato e che secondo me meritava invece più spazio: il nuovo business è la sanità. Come da noi in Italia, si è scoperto che è un settore che rende; è appena il caso di ricordare che da noi uno dei primi a muoversi in questa direzione (i ticket sanitari, l'apertura ai privati) è stato di recente condannato a cinque anni di carcere, condannato in via definitiva (per chi non ci arriva, si tratta di Roberto Formigoni, per quindici anni consecutivi governatore della Lombardia). La ditta del film, "The Company", fu fondata a partire dai cantieri navali, dal lavoro manuale cioè; i cantieri, ormai quasi abbandonati, vengono venduti all'inizio del film. L'industria pesante non dà più profitti come era prima, quindi si chiude e si licenzia, ed è questa la "normalità" per i manager del Nuovo Millennio. Di quel periodo iniziale, del cantiere navale, sono rimasti solo in tre: i più anziani, tre dirigenti, tutti sui sessant'anni. Uno è il grande capo (Craig T. Nelson) che si disferà alla fine anche dei due più fidati dei suoi vice, come lui due ex operai del cantiere originario: uno è quello interpretato da Tommy Lee Jones, che se la caverà nonostante tutto e proverà a far ripartire il cantiere ora abbandonato. L'altro è il più fragile Phil, interpretato da Chris Cooper, che invece si toglierà la vita non potendo più pagare il mutuo e la scuola di sua figlia.

Il protagonista dovrebbe essere Ben Affleck, ma mi è davvero difficile solidarizzare con questo suo personaggio; che nel film verrà "redento" dal lavoro manuale, quasi come la storia del sultano malato nelle "Mille e una notte". Nelle "Mille e una notte" il giovane sultano è malato e nessun medico riesce a guarirlo; alla fine uno sconosciuto ci riesce, ma facendolo lavorare duramente, come un operaio o come uno schiavo. In realtà, il medico venuto da lontano aveva la medicina giusta e poteva dargliela direttamente, ma ha preferito metterla sugli strumenti di lavoro (pala, piccone...) così da farla assorbire al sultano malato tramite la pelle. La storia continua, ma è meglio tornare al film. Il personaggio affidato a Ben Affleck ha una moglie che gli vuol bene e lo sostiene (Rose Marie de Witt), due figli adolescenti (maschio e femmina), e anche un suocero affettuoso ma burbero (Kevin Costner) che è un operaio che si è messo in proprio e che lo aiuterà a rinascere facendolo lavorare nel suo cantiere edile (infissi, pannelli di legno, eccetera).
Tra gli altri attori, tutti di buon livello, segnalo Maria Bello che è l'addetta alle "risorse umane" (capo del personale), aitante e giovane amante di Tommy Lee Jones, un personaggio a cui si cerca di dare una carica di umanità, il che è fantascienza (mia esperienza personale, chiedo scusa se qualcuno si sente offeso) però Maria Bello è apprezzabile nella sua interpretazione.

 
Mi sono segnato questo monologo di Phil, nel finale, poco prima del suicidio: l'amico e collega (Tommy Lee Jones) lo trova intento a tirar sassi, di notte, contro la sede della compagnia:
Phil: ... la cosa brutta è che il mondo non si è fermato. Ogni mattina trovo ancora il mio giornale, quel cavolo di impianto di irrigazione parte alle sei, e Jeff il mio vicino ogni domenica lava la sua auto. La mia vita si è fermata, e nessuno se ne è accorto.
(da "The company" di John Wells a 1h16)
E così è di molti altri, e anche di me, che però non fui mai dirigente e mai guadagnai così tanto.

 
"The company men" è un film da conoscere, perché tocca direttamente la cronaca degli ultimi anni; consiglierei di vederlo abbinandolo a "Margin Call" di J.C. Chandor, ce ne è abbastanza per un saggio o per una tesi di laurea.

 
 
 
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
 
 

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