venerdì 28 febbraio 2020

L'ingorgo (Comencini)



L'ingorgo (1979) Regia di Luigi Comencini. Scritto da Comencini, Maccari e Zapponi. Fotografia di Ennio Guarnieri. Musiche di Fiorenzo Carpi. Interpreti: Alberto Sordi, Orazio Orlando, Annie Girardot, Fernando Rey, Marcello Mastroianni, Gianni Cavina, Stefania Sandrelli, Ugo Tognazzi, Angela Molina, Gerard Depardieu, Patrick Dewaere, Miou Miou, Harry Baer, Ciccio Ingrassia, Nando Orfei, Josè Sacristan, Solvi Stubing, Giovannella Grifeo, e molti altri. Durata: 120 minuti

"L'ingorgo" di Comencini è un film terribile e di grande pessimismo, purtroppo per noi ancora molto attuale. Le automobili rimangono bloccate sull'autostrada, nessuno ne conosce il motivo ma non si riesce più a ripartire, quasi come in "L'angelo sterminatore" di Buñuel ma senza il finale liberatorio. Ci sono molti momenti leggeri, buone battute, ma si capisce bene come questo film, uno dei capolavori del cinema italiano, sia stato immediatamente rimosso e dimenticato. "Rimosso" è un termine della psicoanalisi: la rimozione, secondo la definizione di wikipedia, è un meccanismo psichico che allontana dalla coscienza desideri, pensieri o residui mnestici considerati inaccettabili e intollerabili dall'Io, e la cui presenza provocherebbe vergogna.
Più che comprensibile, dunque, che nelle rievocazioni della "commedia all'italiana" sui canali commerciali "L'ingorgo" sia il grande assente: vorrai mica cominciare a far pensare gli spettatori?
 
 
Gli attori sono molti: Alberto Sordi fa coppia con Orazio Orlando (un deputato e il suo factotum), Annie Girardot con Fernando Rey (coppia innamoratissima anche dopo 40 anni, che finirà con il litigare). Marcello Mastroianni interpreta un attore famoso che per sfuggire al caldo si rifugia a casa di un ammiratore (Gianni Cavina) e di sua moglie (Stefania Sandrelli): Cavina gli mette la moglie nel letto pur di avere una raccomandazione per un posto a Cinecittà. Il trio formato da Ugo Tognazzi, Angela Molina e Gerard Depardieu mostra la tresca fra un quasi senatore e la giovane moglie di Depardieu. Poi ci sono Patrick Dewaere, Miou Miou, Harry Baer, Ciccio Ingrassia (moribondo sull'ambulanza bloccata nel traffico, ma vispo), Nando Orfei (padre di famiglia alle prese con l'aborto della figlia), Solvi Stubing, Giovannella Grifeo, e molti altri.

Alcune scene sono inevitabilmente invecchiate, altre sono ancora di grande attualità: personalmente sottolineo la battuta "più strade fanno più macchine ci sono in giro", tragicamente vera, sempre più vera in questo 2020 in cui si continuano ad aprire nuove strade per far arrivare il traffico anche dove prima non c'era. Si può fare qualche parallelo con "Prova d'orchestra" di Fellini, altrettanto tragico e altrettanto incompreso; ma se nel film di Fellini c'è una via d'uscita, seppure preoccupante, nel film di Comencini lo stallo permane fino alla fine, dando luogo anche a comportamente violenti e aberranti. E' terribile la scena dello stupro di gruppo, con i tre uomini armati che assistono e non muovono un dito: sono armati "per la sicurezza, con tutti i delinquenti che ci sono in giro", ma non fanno nulla per impedire la violenza che viene compiuta davanti ai loro occhi.
 

Nel finale, a 1h40 dall'inizio, il vispissimo Ciccio Ingrassia muore però nell'ambulanza, ferma anch'essa nell'ingorgo, senza poter raggiungere l'ospedale; l'orazione funebre viene assegnata a un uomo sui trent'anni (l'attore si chiama Josè Sacristan) che non sembra un prete ma una persona come tante, e che comunque Alberto Sordi chiamerà reverendo:
l'uomo: Noi ti ringraziamo, Signore, di aver chiamato a te e accolto nel tuo seno quest'uomo, togliendolo dai disastri del mondo. Salvaci, o Signore, salvaci dalla plastica, salvaci dalle scorie radioattive, salvaci dalla politica di potere, salvaci dalle multinazionali, salvaci dalla Ragion di Stato, salvaci dalle parate, dalle uniformi e dalle marce militari, salvaci dal disprezzo per i più deboli, salvaci dal mito dell'efficienza e della produttività, salvaci dai falsi moralismi, dalle menzogne della propaganda, Rispettate la Natura, amate la vita, congiungetevi carnalmente nel rispetto del prossimo, fornicare non è peccato se è fatto con amore. Amen. (segno di croce)
Sordi: Permette, reverendo? Ho ascoltato le sue parole, sono bellissime. Io controllo una casa editrice, le piacerebbe collaborare?
l'uomo: No, grazie. (si allontana)
Sordi: (perplesso) Ma perché?
 
Il film si chiude con la storia del bambino che dorme, nel racconto della mamma in auto: il bambino è perfetto in tutto, "solo che dorme". Lo hanno portato anche a Lourdes, ma dorme da sette anni; per il resto è normale. Molto bello il primo piano di questa madre, direi che viene direttamente dalle interviste tv di Comencini. E' un finale beckettiano, "rien à faire", Godot non arriverà. O, forse, siamo già a "Finale di partita".


 

 
 
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
 
 

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