L'ingorgo (1979) Regia di Luigi
Comencini. Scritto da Comencini, Maccari e Zapponi. Fotografia di
Ennio Guarnieri. Musiche di Fiorenzo Carpi. Interpreti: Alberto
Sordi, Orazio Orlando, Annie Girardot, Fernando Rey, Marcello
Mastroianni, Gianni Cavina, Stefania Sandrelli, Ugo Tognazzi, Angela
Molina, Gerard Depardieu, Patrick Dewaere, Miou Miou, Harry Baer,
Ciccio Ingrassia, Nando Orfei, Josè Sacristan, Solvi Stubing,
Giovannella Grifeo, e molti altri. Durata: 120 minuti
"L'ingorgo" di Comencini è
un film terribile e di grande pessimismo, purtroppo per noi ancora
molto attuale. Le automobili rimangono bloccate sull'autostrada,
nessuno ne conosce il motivo ma non si riesce più a ripartire, quasi
come in "L'angelo sterminatore" di Buñuel ma senza il
finale liberatorio. Ci sono molti momenti leggeri, buone battute, ma
si capisce bene come questo film, uno dei capolavori del cinema
italiano, sia stato immediatamente rimosso e dimenticato. "Rimosso"
è un termine della psicoanalisi: la rimozione, secondo la
definizione di wikipedia, è un meccanismo
psichico che allontana dalla coscienza desideri, pensieri o residui
mnestici considerati inaccettabili e intollerabili dall'Io, e la cui
presenza provocherebbe vergogna.
Più che comprensibile, dunque, che
nelle rievocazioni della "commedia all'italiana" sui canali
commerciali "L'ingorgo" sia il grande assente: vorrai mica
cominciare a far pensare gli spettatori?
Gli attori sono molti: Alberto Sordi fa
coppia con Orazio Orlando (un deputato e il suo factotum), Annie
Girardot con Fernando Rey (coppia innamoratissima anche dopo 40 anni,
che finirà con il litigare). Marcello Mastroianni interpreta un
attore famoso che per sfuggire al caldo si rifugia a casa di un
ammiratore (Gianni Cavina) e di sua moglie (Stefania Sandrelli):
Cavina gli mette la moglie nel letto pur di avere una raccomandazione
per un posto a Cinecittà. Il trio formato da Ugo Tognazzi, Angela
Molina e Gerard Depardieu mostra la tresca fra un quasi senatore e la
giovane moglie di Depardieu. Poi ci sono Patrick Dewaere, Miou Miou,
Harry Baer, Ciccio Ingrassia (moribondo sull'ambulanza bloccata nel
traffico, ma vispo), Nando Orfei (padre di famiglia alle prese con
l'aborto della figlia), Solvi Stubing, Giovannella Grifeo, e molti
altri.
Alcune scene sono inevitabilmente
invecchiate, altre sono ancora di grande attualità: personalmente
sottolineo la battuta "più strade fanno più macchine ci sono
in giro", tragicamente vera, sempre più vera in questo 2020 in
cui si continuano ad aprire nuove strade per far arrivare il traffico
anche dove prima non c'era. Si può fare qualche parallelo con "Prova
d'orchestra" di Fellini, altrettanto tragico e altrettanto
incompreso; ma se nel film di Fellini c'è una via d'uscita, seppure
preoccupante, nel film di Comencini lo stallo permane fino alla fine,
dando luogo anche a comportamente violenti e aberranti. E' terribile
la scena dello stupro di gruppo, con i tre uomini armati che
assistono e non muovono un dito: sono armati "per la sicurezza,
con tutti i delinquenti che ci sono in giro", ma non fanno nulla
per impedire la violenza che viene compiuta davanti ai loro occhi.
Nel finale, a 1h40 dall'inizio, il
vispissimo Ciccio Ingrassia muore però nell'ambulanza, ferma
anch'essa nell'ingorgo, senza poter raggiungere l'ospedale;
l'orazione funebre viene assegnata a un uomo sui trent'anni (l'attore
si chiama Josè Sacristan) che non sembra un prete ma una persona
come tante, e che comunque Alberto Sordi chiamerà reverendo:
l'uomo: Noi ti ringraziamo, Signore,
di aver chiamato a te e accolto nel tuo seno quest'uomo, togliendolo
dai disastri del mondo. Salvaci, o Signore, salvaci dalla plastica,
salvaci dalle scorie radioattive, salvaci dalla politica di potere,
salvaci dalle multinazionali, salvaci dalla Ragion di Stato, salvaci
dalle parate, dalle uniformi e dalle marce militari, salvaci dal
disprezzo per i più deboli, salvaci dal mito dell'efficienza e della
produttività, salvaci dai falsi moralismi, dalle menzogne della
propaganda, Rispettate la Natura, amate la vita, congiungetevi
carnalmente nel rispetto del prossimo, fornicare non è peccato se è
fatto con amore. Amen. (segno di croce)
Sordi: Permette, reverendo? Ho
ascoltato le sue parole, sono bellissime. Io controllo una casa
editrice, le piacerebbe collaborare?
l'uomo: No, grazie. (si allontana)
Sordi: (perplesso) Ma perché?
Il film si chiude con la storia del
bambino che dorme, nel racconto della mamma in auto: il bambino è
perfetto in tutto, "solo che dorme". Lo hanno portato anche
a Lourdes, ma dorme da sette anni; per il resto è normale. Molto
bello il primo piano di questa madre, direi che viene direttamente
dalle interviste tv di Comencini. E' un finale beckettiano, "rien
à faire", Godot non arriverà. O, forse, siamo già a "Finale
di partita".
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
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