I compagni (1963) Regia di Mario
Monicelli. Scritto da Age e Scarpelli. Fotografia di Giuseppe Rotunno
(bianco e nero) Musiche di Carlo Rustichelli. Interpreti: Marcello
Mastroianni, Bernard Blier, Renato Salvatori, Gabriella Giorgelli,
Folco Lulli, Giampiero Albertini, Mario Pisu, Vittorio Sanipoli,
Kenneth Kove, François Perier, Raffaella Carrà, Annie Girardot, e
molti altri. Durata: due ore
"I compagni" è uno dei film
migliori di Monicelli, sfiora il capolavoro. Racconta uno sciopero
nella Torino di fine Ottocento, in una tessitura (nel film si chiama
Buratti-Pavesio), raccontato con ironia e dramma, da grande
narratore, con momenti tragici (due operai morti) e comici. Il finale
è amaro, con il fratellino del ragazzo rimasto ucciso dalla
cavalleria che alla fine abbandona la scuola ed entra in fabbrica. La
lotta, va ricordato, è per fare tredici ore di lavoro invece di
quattordici. Questo è il mondo da cui siamo arrivati, ce ne
scordiamo troppo spesso e diamo troppe cose per scontate, ma senza le
lotte dei nostri nonni e bisnonni non avremmo avuto il benessere a
cui oggi siamo abituati, compresi gli operai e i loro figli. Spiace
anche che Monicelli sia ricordato per film più superficiali o
banali, come "Amici miei" o "Il marchese del grillo":
Monicelli ha girato film belli, importanti come questo o come "La
grande guerra", divertenti come "Brancaleone" o "I
soliti ignoti", meriterebbe più attenzione anche dai suoi
ammiratori - presunti, o sedicenti ammiratori, che in realtà
riducono Monicelli a poca cosa, come se fosse uno dei tanti. Per molti aspetti, "I compagni" può essere considerato come un precursore di "Novecento" di Bertolucci, anche dal punto di vista della bellezza delle immagini.
E' un film di attori, difficile da
raccontare scena per scena, e gli attori sono tanti e tutti bravi:
Marcello Mastroianni è il professore di liceo che va a diffondere
idee nuove, Bernard Blier è uno dei capi operai (si farà convincere
a tradire dai capi fabbrica). Renato Salvatori è l'operaio giovane
che inizia da scettico e poi prenderà coscienza; Gabriella Giorgelli
è la ragazza che ama, anch'essa figlia di operai. Folco Lulli ha una
parte importante, che finirà in modo tragico. Tra gli operai anche
Giampiero Albertini, e molti altri attori. I dirigenti della fabbrica
sono Mario Pisu, Vittorio Sanipoli, e Kenneth Kove nei panni del
vecchio proprietario. François Perier è il maestro di scuola;
Raffaella Carrà, giovanissima, è la figlia del siciliano immigrato
a Torino. C'è anche Annie Girardot, figlia di un operaio che ha
scelto la vita da cortigiana di lusso e ha un breve flirt con
Mastroianni.
Fotografia di Rotunno (in bianco e
nero), musiche di Rustichelli con la canzone che fa da leitmotiv e
che dice "tirala pur la cinghia ma non caliam le braghe"
(pare che sia proprio sua, e non d'epoca).
Nessun commento:
Posta un commento