Prigionieri del passato (Random
harvest, 1942). Regia di Mervyn Le Roy. Tratto dal romanzo di James
Hilton. Sceneggiatura di Claudine West, George Froescher, Arthur
Wimperis. Fotografia di Joseph Ruttenberg. Musiche di Herbert
Stothart. Interpreti: Ronald Colman, Greer Garson,Philip Dorn, Susan
Peters, Henry Travers, Reginald Owen, e molti altri. Durata: 122
minuti
James Hilton è l'autore di uno dei
romanzi più famosi del Novecento, "Lost Horizon", che
diffuse e rese popolare il mito di Shangri-La, la terra misteriosa
perduta tra le cime dell'Himalaya dove regna l'armonia e dove non
esistono malattie, forse nemmeno la morte. Da "Lost Horizon"
fu tratto un ottimo film, con regia di Frank Capra: il titolo
italiano è "Orizzonte perduto" (qui). Un altro libro famoso di
James Hilton è "Goodbye Mr.Chips", che racconta una storia
più normale: il percorso di vita di un professore in un college
inglese. Il film che ne fu tratto, diretto da Sam Wood, non è però
memorabile. Un terzo romanzo, "Random Harvest"
("Prigionieri del passato" è il titolo italiano) è
all'origine di questo film di Mervyn Le Roy.
Il soggetto, notevole, parla dei reduci
della guerra 1914-1918, molti dei quali subirono traumi spaventosi
non solo a livello fisico ma anche e soprattutto mentale; la
descrizione di cosa succede loro occupa le prime pagine del libro, e
da questo punto di vista "Random Harvest" va a collocarsi
con altri libri più famosi, come quelli di Erich Maria Remarque
(Niente di nuovo sul fronte occidentale), di Dalton Trumbo (E Johnny
prese il fucile) o di Emilio Lussu (Un anno sull'altipiano). Un
romanzo pacifista, insomma, che si differenzia dagli altri libri
citati perché nei capitoli successivi la storia prende percorsi più
convenzionali, salvo poi capovolgere tutto nel finale. Lo shock della
perdita di una grande quantità di giovani è rimasto per decenni
nella memoria degli inglesi, le classi scolastiche vuote alla fine
della guerra sono state raccontate in diversi libri e film; testimone
diretto ne fu anche Benjamin Britten, che era troppo giovane per
partecipare alla guerra ma fu ben presente e attento negli anni
immediatamente successivi.
Protagonista è Mr. Rainier, membro di
una famiglia di industriali ed erede di un patrimonio importante, che
viene ritrovato dopo mesi e mesi dalla sua famiglia: gravemente
ferito, si è ristabilito fisicamente ma ha perso la memoria ed è
ancora ricoverato in ospedale perché non era in grado di dire il suo
nome. Tornato a casa, gradatamente Rainier riprende il suo posto
nella vita normale e anche il suo posto nella direzione dell'azienda;
tutto sembra superato, sembrano aprirsi anche nuovi affetti, ma c'è
ancora un vuoto da colmare nella sua memoria.
Il film del 1942 diretto da Mervyn Le
Roy è una onesta versione del romanzo di James Hilton, che purtroppo
non riesce a rendere la profondità dell'originale, se non a tratti.
Come capita sempre con i libri molto complessi ci sono tagli e
modifiche, e purtroppo qui si tagliano o si riducono a pochi istanti
anche pagine fondamentali. Tra i personaggi tagliati, spiace soprattutto per il
vicario Blampied, qui ridotto a poco più di un'apparizione ma che
nel libro ha alcune delle pagine più belle. La sceneggiatura è
comunque fatta con intelligenza, e chiarisce perfino qualche punto
oscuro nella trama complessa della vicenda. La regia è pulita ed
essenziale, con un bel ritmo. Greer Garson è perfetta per il ruolo,
anche se la sua caricatura di scozzese in teatro è un po' così.
Ronald Colman è un po' troppo vecchio per alcuni momenti del film,
ma è comunque un ottimo attore e nel finale commuove davvero. Nel
libro ci sono pagine di alto livello, l'argomento è di quelli
importanti ed è un peccato che Hilton sia stato rimosso dal nostro
immaginario; io ho trovato i suoi libri solo sulle bancarelle, in
vecchie edizioni dei primi anni '60, e non so dire se i suoi libri
siano stati ristampati di recente.
Qualche nota biografica: James Hilton è
inglese, 1900-1954; dagli anni '30 lavora a Hollywood come
sceneggiatore. "Lost Horizon" esce nel 1933, subito dopo ne
viene tratto un film di grande successo diretto da Frank Capra;
"Goodbye Mr Chips" esce nel 1938, poi ne verrà tratto un
film diretto da Sam Wood. "Random Harvest" (Prigionieri del
passato) è del 1941, l'anno dopo esce il film di Mervyn Le Roy. Di
James Hilton è anche la sceneggiatura per "Mrs. Miniver"
del 1942, regia di William Wyler.
Alcuni estratti dal libro, che mancano
nel film: il titolo originale è “Random Harvest” dove harvest è
la mietitura (il raccolto), e random significa “a caso, casuale”:
Nel libro, il narratore incontra
Rainier quando ancora non ricorda i tre anni passati dalla trincea al
"risveglio" a Liverpool:
- Dunne dice che casi simili sono
dovuti a sogni ricordati a metà. Dovrebbe leggere il suo libro "Un
esperimento nel tempo"; dice (...) che i sogni predicono
realmente il futuro, però quando infine si avverano noi li abbiamo
dimenticati, tranne che per quel guizzo irritante della memoria (...)
James Hilton ,
Random Harvest, pagina 10 ed.Garzanti 1965
Siamo nel 1939: Mr. Blampied è un
sacerdote inglese di campagna, che diventa amico di Rainieri; e la
Lega delle Nazioni è l’antenata dell’ONU.
« Biffer se ne infischia », era un
modo inadeguato di esprimere l'entusiasmo col quale egli aveva
accettato la proposta di Paola. L'ex pugile era in realtà felice di
contribuire a mettere nel sacco le autorità, il maligno potere che
da quando era scoppiata la guerra continuava a ostacolare in tutti i
modi la sua amministrazione del « Barbagianni ». Gioviale, obeso e
un po' torpido d'ingegno dopo le centinaia di collisioni che il suo
cranio aveva dovuto sopportare negli anni passati, Biffer rimaneva un
prodotto di un'educazione antiquata che gli aveva insegnato a leggere
con difficoltà le parole stampate e a crederle con facilità; così
che egli aveva più fiducia nelle cose che leggeva meno difficilmente
: per esempio, la cronaca sportiva dei quotidiani, le predizioni di «
Old Moore » e gli « articoli poderosi » dei giornalisti più
banali del momento. Aveva alcuni odi veementi (per esempio, per la
burocrazia, per le interferenze del governo e per l'opinione
pubblica) e alcuni affetti non meno veementi tra l'altro per Horatio
Bottomley, per « il buon vecchio » (ossia il defunto Edoardo VII) e
per Oxford durante le regate. S'inorgogliva dell'affermazione diffusa
che « non c'è in tutta Londra un locale più signorile del
Barbagianni, e il fatto che il «Barbagianni» avesse la ventura di
ospitare una vittima delle cose da lui più odiate, aggiungeva sapore
a un naturale impulso generoso. (...)
(James Hilton, Prigionieri del passato,
pag.193 ed. Garzanti 1965)
« Segua quella visione, » disse
una volta Blampied. « La segua dovunque ne sarà guidato. Ci
rifletta. Ne scriva. La predichi, le direi, se questa parola non
fosse stata profanata da tanti miei confratelli. »
« Non potrei predicare, sa? Dopo
quell'unica volta non mi presenterò mai più al pubblico. »
« Ma non occorre un pubblico per
predicare. Occorre solo quello che lei ha già, una fede. »
« La sua è la stessa fede? »
« Lei ha la sua visione
dell'Inghilterra, io ho la mia del mondo, ma la sua Inghilterra si
adatterà al mio mondo. » Aggiunse, dopo una pausa: « Le sembro
arrogante. Non a torto forse. Ma non dobbiamo aver paura di una
segreta speranza. Dopo tutto siamo le spie di Dio e il nostro compito
è di esplorare un territorio rubatoci dal nemico quando la fede era
perduta. » Si toccò il colletto con gli occhi : brillanti di
malizia. « Non le parlo così, sa, per via di questo. La religione è
solo una delle cose che possono morire senza fede. Prendiamone
un'altra, qualcosa che secondo lei io possa discutere con maggiore
imparzialità : la Lega delle Nazioni, per esempio. La Lega soffre
ora della più mortale delle moderne malattie, l'approvazione
popolare senza la fede privata; morrà perchè esigeva una crociata e
noi le demmo invece una campagna sui giornali, perchè merita la
nostra passione e noi la sommergiamo con voti di fiducia e atti
d'indifferenza. Sarebbe uscita viva dall'anima di un santo; ma una
clausola di un trattato poteva mettere solo al mondo un nato morto.
Avrebbero dovuto predicarla finchè non ne fossimo tutti infiammati;
l'hanno invece esaltata e gonfiata finchè oramai ne siano quasi
tutti stufi. Ho perfino pensato qualche volta che avremmo dovuto
darle un rito, un gesto da farsi ogni volta che se ne citava il nome,
il Segno della Croce per i fedeli mettiamo, o, per gl'infedeli, il
fiammifero che si spegne dopo avere acceso due sigarette. » Come
ricordandosene a quel punto tirò fuori la pipa e cominciò a
riempirla. « Questo è il momento giusto per dirvi come sarei felice
che rimaneste con me sempre - voi due - se qui siete felici, si
capisce. »
« Siamo molto felici. Ma io devo
trovare il modo di guadagnarmi la vita. »
« La vita è più importante che il
modo di guadagnarsela. Una quantità di gente che si guadagna la vita
non vive, ma muore lentamente. Non la imiti mai. Sono i becchini
della nostra civiltà, gli uomini prudenti, quelli che cercano i
compromessi, i fabbricatori di denaro, gl'impiccioni. La politica è
piena di gente così, e anche gli affari, e anche la Chiesa. Sono
popolari, hanno successo, alcuni di essi lavorano duro, altri se la
prendono comoda, ma sono tutti dei gran parolai. Non ci sono mai
stati nella storia del mondo dei becchini così affascinanti, e il
loro fascino viene in gran parte dal fatto che essi non sanno chi
sono, come ignorano quello che siamo noi. Ci definiscono dei matti,
degli stravaganti, dei relitti della società, dei pazzi innocui che
non è possibile comprare col denaro o blandire coi complimenti. Ma
verrà forse il giorno in cui noi, gli uomini pericolosi, saremo
uccisi o fatti re, perchè verrà forse anche un tempo in cui non
basterà amare l'Inghilterra come uno stanco uomo d’affari ama il
suo sonnellino dopo i pasti. (...)»
(James Hilton, Prigionieri del
passato, pag.257 ed. Garzanti 1965)
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