LOST HORIZON (ORIZZONTE PERDUTO, 1937) Regia di Frank Capra. Tratto dal romanzo di James Hilton. Sceneggiatura di Robert Riskin. Fotografia: Joseph Walker (riprese aeree: Elmer Dyer); Scenografia: Stephen Goosson; montaggio: Gene Havlick, Gene Milford; costumi: Ernst Dryden; Musiche originali di Dimitri Tiomkin; i bambini cantano "Wiegenlied (Brahms), Op. 49, No. 4" e una canzone tradizionale cinese; Edward Everett Horton canta "Here we go gathering nuts in may" (canzone tradizionale per bambini)
Interpreti: Ronald Colman (Robert Conway), John Howard (George Conway), Jane Wyatt (Sondra), Edward Everett Horton (Alexander P.Lovett), Thomas Mitchell (Henry Barnard), H.B. Warner (Chang), Sam Jaffe (il grande Lama), Margo (Maria), Isabel Jewell (Gloria Stone). Durata: 132'.
La principale differenza fra il libro di Hilton e il film di Capra è nei personaggi che affiancano Robert Conway nel suo viaggio verso ShangriLa. La prima differenza è nel numero: nel libro sono quattro le persone a bordo dell’aereo che parte da Baskul; nel film sono cinque.
Subito dopo Conway, come importanza, c’è il personaggio del giovane Mallinson, addetto d’ambasciata e stretto collaboratore del protagonista. Capra ne mantiene il carattere originale, ma opera un cambiamento importante: lo fa diventare il fratello minore di Conway. Un’ottima idea, che funziona benissimo per tutto il film. George Conway è interpretato da John Howard, un attore che ha avuto una carriera lunghissima interpretando moltissimi film ma che non ha lasciato una gran traccia nel nostro immaginario.
Mallinson che a volte, in mancanza di meglio, veniva ad ascoltare la musica, la trovava sconcertante. «Non riesco a capire cosa faccia qui, - aveva detto più di una volta a Conway – Questa faccenda dei lama andrà benissimo per un vecchio come Chang, ma che attrattiva può avere per una ragazza? Chissà da quanto tempo si trova qui...»
«Me lo chiedo anch’io, ma è una di quelle cose che non siamo tenuti a sapere.»
«Tu pensi che a lei piaccia star qui? (...) sembra assolutamente priva di sentimenti: una bambolina d’avorio più che un essere umano.» (...)
Conway sorrise. «Se ci pensi bene, Mallinson, ti convincerai che non è vero. Dopotutto, la tua bambolina d’avorio ha buone maniere, buon gusto nel vestire, è carina, ha un bel tocco sul clavicembalo, e non si muove per la stanza come se stesse giocando a hockey. In Europa, per quel che mi ricordo, ci sono moltissime donne che mancano di queste virtù.»
« Sei tremendamente cinico, Conway, in materia di donne. »
Conway era abituato a sentirsi fare quell'accusa. In realtà durante la sua carriera non aveva avuto molto a che fare con l'altro sesso e, durante le poche vacanze nelle stazioni climatiche indiane, gli era stato facile sostenere questa sua reputazione di cinico. Per la verità aveva avuto delle piacevolissime relazioni con donne che sarebbero state felici di sposarlo, se lui glielo avesse chiesto... ma lui non l'aveva mai fatto. Una volta era quasi arrivato al punto di annunciare il fidanzamento sul Morning Post, ma la ragazza non voleva vivere a Pekino e lui non voleva vivere a Tunbridge Wells, reciproche incompatibilità che si rivelarono insormontabili. La sua esperienza in materia di donne era fatta di tentativi inconcludenti e presentava molte lacune. Ciò nonostante, non era un cinico.
Rise e disse: « Ho trentasette anni e tu ne hai ventiquattro, ecco tutto. »
(James Hilton, Orizzonte perduto, pag.99 ed. Garzanti 1973)
Il terzo passeggero si chiama Barnard ed è interpretato da uno dei più grandi caratteristi di Hollywood, Thomas Mitchell: anche per Mitchell una carriera lunga e gloriosa, ma stavolta si tratta di un volto che non si dimentica (basterà ricordare il suo medico ubriaco in “Ombre rosse” di John Ford, qualche anno dopo). Il personaggio di Barnard è praticamente identico tra film e libro: si può svelare senza nuocere troppo alla trama (lo veniamo a sapere molto presto) che si tratta di un truffatore ad altissimi livelli, ricercato in tutto il mondo per un crac finanziario che ha lasciato molte persone sul lastrico. Ma Barnard è anche una persona di grandi capacità, come vedremo nel corso del film.
A fianco di Barnard, nel libro, c’è un solo personaggio: una missionaria protestante che si chiama Miss Brinklow, e che nel film non c’è. Miss Brinklow, un personaggio serio ma leggermente caricaturale, serve a Hilton per introdurre il discorso sulla religione, che in “Orizzonte perduto” è importante e che bisognerà affrontare in un prossimo post; il tema religioso viene comunque affrontato da Capra, che però qui sostituisce la volitiva e appassionata Miss Brinklow con due personaggi più adatti al cinema. Si tratta di una giovane donna, interpretata da Isabel Jewell, che è quasi sicuramente una prostituta e che vediamo seriamente malata (forse ai polmoni), e di uno scienziato, un paleontologo, cioè un personaggio creato su misura per il grande attore comico Edward Everett Horton. Della qual cosa sono molto contento, perchè sono un grande fan di E.E. Horton e lo vedo sempre volentieri: per nostra fortuna, Horton è onnipresente nei film di quel periodo, magari a fianco di Fred Astaire (in “Cappello a cilindro”) o nelle commedie di Lubitsch, e fa sempre più o meno lo stesso personaggio ma lo si vede sempre con gran piacere.
Qui duetta spesso con Thomas Mitchell, e il loro compito è quello di alleggerire la tensione sempre presente nel film: sono due grandi attori e lo fanno benissimo.
...Era tipico di Conway lasciare che gli altri si svegliassero da soli e quasi non rispondere alle loro esclamazioni di stupore. Ma quando più tardi Barnard gli chiese la sua opinione, Conway parlò con l'eloquenza distaccata di un professore che delucida un problema. Disse che secondo lui si trovavano ancora in India. Che da parecchie ore volavano in direzione est, a quota troppo alta però per poter vedere qualcosa, ma probabilmente la rotta seguiva il letto di un fiume che scorreva da est a ovest. « Purtroppo devo basarmi unicamente sulla memoria, ma credo si tratti dell'alta valle dell'Indo. Se così fosse, dovremmo trovarci in una zona straordinaria, e come potete vedere, è straordinaria davvero. »
« Quindi lei sa dove ci troviamo? » lo interruppe Barnard.
« Be', non sono mai stato da queste parti, ma non mi sorprenderebbe se quelle montagne fossero i Nanga Parbat, dove perse la vita Mummery. Struttura e posizione collimerebbero con quel che ne ho sentito dire. »
« Lei è alpinista? »
« Sì, da ragazzo ero abbastanza bravo. Naturalmente le solite ascensioni svizzere, niente di più. »
Mallinson intervenne stizzito: « Sarebbe più utile discutere dove stiamo andando. Perdio, vorrei proprio che qualcuno me lo dicesse! »
« A me sembra che ci stiamo dirigendo verso quella catena di monti laggiù, » disse Barnard. « Lei che ne pensa, Conway? Mi scusi se la chiamo così, ma visto che dovremo dividere la stessa sorte, è inutile fare complimenti. »
A Conway pareva del tutto naturale che lo sì chiamasse per nome e trovò le scuse di Barnard assolutamente superflue. « Certo, » acconsentì; poi aggiunse: « Penso sia la catena del Karakorum. Ci sono parecchi valichi, chissà se il nostro uomo intende superarli. »
« Il nostro uomo? » esclamò Mallinson. « Vorrai dire il nostro pazzo. Credo che a questo punto si debba accantonare l'ipotesi del rapimento. Ormai siamo ben lontani dalla zona di frontiera, qui intorno non vive nessuna tribù. L'unica spiegazione plausibile è che questo tipo sia un pazzo furioso. Chi altri, se non un pazzo, volerebbe su questi luoghi? »
« Eppure solo un pilota eccezionale lo potrebbe fare, » ribatté Barnard. « Non sono mai stato un asso in geografia, ma so che queste sono le montagne più alte del globo e superarle sarà davvero un'impresa fuori del comune. »
« Se Dio lo vorrà, » intervenne inaspettatamente la signorina Brinklow.
Conway non espresse la sua opinione. Volontà di Dio o pazzia d'uomo, erano due alternative possibili, se proprio si voleva giustificare ogni cosa. O al contrario, la volontà dell'uomo e la follia di Dio, pensò Conway (...)
(James Hilton, Orizzonte perduto, pag.38 ed. Garzanti 1973)
(continua)
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