domenica 24 ottobre 2010

Il rullo compressore e il violino


Katok i skripka (Il rullo compressore e il violino,1960)
Regia: Andrej Tarkovskij; soggetto e sceneggiatura: Andrej Konchalovskij, Andrej Tarkovskij; fotografia (Sovcolor): Vadim Jusov; musica: Vjaceslav Ovcínnikov. Interpreti: Igor Fomcenko (Sasha), Vladimir Zamanskij (Sergej), Nina Archangelskaja (la ragazza), Marina Adzubej (la madre), produzione: Mosfilm; durata: 55'

Si tratta, come specificano subito i titoli di testa, non di un vero e proprio film ma della “tesi di laurea” del giovane Tarkovskij all’Accademia del Cinema, il suo saggio di fine corso. Il volume “Scolpire il tempo” ed. UbuLibri, dal quale traggo i dati, porta però quest’altro film come prima opera di Tarkovskij: Segodnja uvol'nenija ne budet (Oggi non ci sarà libera uscita,1959)
Regia: Andrej Tarkovskij; coregia: Aleksandr Gordon; film per la tv. Chissà se arriveremo mai a vederlo, magari come “extra” su qualche dvd.
E’ un film a tratti molto convenzionale, ma c’è già molto di Tarkovskij: l’acqua, la luce, gli specchi, la terra, il fuoco, l’aria, gli oggetti che sembrano avere vita propria, perfino la frutta che cade per terra, un’immagine che verrà subito ripresa e sviluppata pienamente nel primo vero film di Tarkovskij, “L’infanzia di Ivan”, in una sequenza di sogno davvero memorabile. E l’acqua stagnante per le strade, il fango che vediamo nel cantiere, sono già parte di “Stalker”; e molte sequenze in interni, a scuola e in famiglia, anticipano quelle simili di “Lo specchio”. Così come la guerra è ben presente, e il rimando è sia a “L’infanzia di Ivan” che alla sequenza dell’addestramento militare dei bambini sempre in “Lo specchio”.
Il tema principale è il rapporto fra un bambino e un adulto, e fra quel bambino e gli altri bambini suoi coetanei; ma anche fra l’Arte e il resto del mondo, che sembra considerarla come cosa futile e perfino ridicola. Il bambino ha sette anni e sta imparando a suonare il violino, ed è già arrivato a un buon punto ma viene deriso dai suoi compagni di giochi. Sarà un giovane operaio, che non ha istruzione ma ha una grande sensibilità personale, e che è molto più sensibile all’Arte dei suoi stessi insegnanti, a convincerlo dell’importanza di quello che sta facendo.
Ad avere un concetto sbagliato del significato della Musica, e dell’Arte tutta, non solo gli insegnanti ma anche la madre del bambino, come vediamo più volte nel corso del film. Tarkovskij sembra volerci dire che non basta aver studiato per capire cosa è veramente la Musica, e l’Arte; e che ci sono cose che non si imparano a scuola, dove basta avere un minimo di attenzione per prendere ottimi voti – ma che il talento e la vera sensibilità sono un’altra cosa, e che l’Arte può davvero salvare il mondo rendendolo migliore.
Ma questi sono discorsi in più, il film di per sè è simpatico e piacevole, non molto distante da analoghe produzioni per bambini della Disney in quegli anni. Il giovane operaio somiglia molto a Sean Connery da giovane, e anche il bambino è un bambino vero, nel quale ci si può identificare. Ho trovato molto curiosa, e molto particolare perché Tarkovskij assume davvero il punto di vista di un bambino, la breve scena della mela, in cui è protagonista anche una bambina un po’ più grande, anche lei studentessa di musica: queste piccole cose le giravano benissimo Comencini e De Sica, e Tarkovskij non è da meno.


“Il rullo compressore e il violino” è un titolo poco elegante, ma va ricordato che è solo una traduzione letterale, in Italia questo film non è mai arrivato nei cinema. In russo si tratta di due sole parole, “Katok i skripka”: chissà se esiste una traduzione migliore.
Comunque sia, il titolo è chiaro: si tratta proprio di un rullo compressore, di quelli che si usano per spianare l’asfalto, e dell’operaio che lo guida, contrapposto al bambino che suona il violino. Un tema che può sembrare scontato, visto che si tratta di una produzione del realismo socialista: ma anche un tema tutt’altro che banale, visti i tempi che corrono, e che rischia di dover tornare d’attualità. Infatti, il bambino che suona il violino viene deriso dai suoi coetanei; sarà proprio il giovane operaio a spiegargli l’importanza di quello che sta facendo, l’importanza dell’Arte.
Siamo quindi già ben dentro ad uno dei temi principali dell’opera di Tarkovskij, e che troverà pieno compimento nel suo primo capolavoro, “Andrej Rubliov”. La distanza tra questo bambino musicista e il monaco pittore di icone, per chi conosce i due film, è in questo senso davvero minima: ma il discorso qui si fa complesso e preferisco rimandarlo al post su “Andrej Rubliov”.

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