venerdì 20 settembre 2019

Shakespeare in love


Shakespeare in love (1998) Regia di John Madden. Scritto da Tom Stoppard. Sceneggiatura di Tom Stoppard e Marc Norman. Fotografia di Richard Greatrex Musiche di Stephen Warbeck Interpreti: Gwyneth Paltrow (Viola), Joseph Fiennes (Shakespeare), Judi Dench (la Regina), Geoffrey Rush (Philip Henslowe), Tom Wilkinson (Hugh Fennyman), Martin Clunes (Richard Burbage), Sandra Reinton (Rosaline), Simon Callow (Tilney), Imelda Staunton (balia di Viola), Colin Firth (lord Wessex), Ben Affleck (Mercuzio- Edward Alleyn), Rupert Everett (Christopher Marlowe) e molti altri. Durata: 120 minuti

"Shakespeare in love" è scritto da Tom Stoppard, come "Rosencrantz e Guildenstern sono morti"; per la precisione, "Rosencrantz e Guildenstern " è del 1990, "Shakespeare in love" è stato scritto nel 1996. La sceneggiatura è dello stesso Stoppard, con Marc Norman; la regia di John Madden. La maggior parte dei dialoghi viene da "Romeo e Giulietta", con alcune battute dall'Amleto ("dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova": Amleto atto II scena 2). Ci sono molti riferimenti anche a "La dodicesima notte" , soprattutto per il personaggio di Viola: però "La dodicesima notte" è del 1601, cioè sette anni dopo "Romeo e Giulietta". Il personaggio di Wessex è ispirato al Paride promesso sposo di Giulietta; Henslowe è ispirato al capocomico a cui dobbiamo molte delle notizie che abbiamo sul vero William Shakespeare, scritte su un brogliaccio che fu pubblicato intorno al 1850, non un diario ma un resoconto degli spettacoli. Come nel film sui due personaggi minori dell'Amleto, che aveva la regia dello stesso Stoppard, anche "Shakespeare in love" è un divertimento su temi originali; il risultato è sempre piacevole, più leggero di "Rosencrantz e Guildenstern" (che era più buffonesco ma anche più tragico), e con più attenzione al botteghino, il che non guasta. Ben fatta comunque la ricostruzione d'epoca, molto credibili gli spettacoli, si divertono anche gli attori ed è sempre bello quando succede.



Nel film ci si immagina un giovane e aitante William Shakespeare che si trova quasi senza volerlo a innamorarsi della giovane Viola, figlia di nobili con la passione per il teatro; per i nobili occuparsi di teatro era considerato sconveniente, e inoltre al tempo in cui viveva Shakespeare era proibito portare le donne sul palcoscenico. Il personaggio di Viola, interpretata da Gwyneth Paltrow, gioca sul travestimento: la giovane donna che si fa passare per uomo, come accade in molte opere di Shakespeare (quello vero, non quello del film). "Shakespeare in love" è da vedere più che da raccontare, molti dettagli sono originali o interessanti; ed è curiosa l'invenzione sull'omicidio di Christopher Marlowe: Will Shakespeare per evitare guai dice di chiamarsi come l'amico Marlowe, e lord Wessex (promesso sposo di Viola) manda dei sicari a uccidere proprio Christopher Marlowe. Il vero Marlowe fu effettivamente ucciso, ma le cause di questo omicidio non furono mai chiarite, e ancora se ne discute.

Molte le "strizzatine d'occhio" alla realtà del nostro tempo: c'è una specie di psicoanalista (con clessidra per misurare la durata della seduta), le barche sul Tamigi sono come i taxi e gli autisti-barcaioli chiacchierano con i clienti come a New York, eccetera. Anche la scena che aveva fatto sbuffare Giorgio Melchiori, uno dei nostri maggiori esperti di teatro elisabettiano, con William Shakespeare in crisi d'ispirazione che butta via la carta appallottolandola (la carta era costosissima e preziosa, se ne usava ogni minimo frammento) va inserita in questo contesto.

"Shakespeare in love" è ancora più divertente dopo aver letto "Romeo e Giulietta" e magari dopo aver visto "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli (e altre versioni), perché si riesce a capire bene il lavoro di Stoppard. C'è anche da dire che a tratti "Shakespeare in love" sembra proprio un calco del film di Zeffirelli: i costumi, la balia, le scene al balcone, si assomigliano molto.
 

Judi Dench è la regina Elisabetta: appare in due sole scene di cinque minuti l'una, ma vale da sola la visione del film. Viola di Lesseps è Gwyneth Paltrow, molto bella e molto brava (siamo in zona "Sliding doors", uscito nello stesso anno) che è la vera star del film. Joseph Fiennes è William Shakespeare-Romeo, a me è sembrato un po' incolore ma sarà piaciuto alle ragazze. Geoffrey Rush è Henslowe, Tom Wilkinson è Fennyman, l'attore e impresario Burbage è Martin Clunes: i tre personaggi sono tre nomi reali, che si trovano sulle locandine degli spettacoli del vero William Shakespeare. Sandra Reinton è Rosaline, personaggio preso direttamente da "Romeo e Giulietta" ma che in "Romeo e Giulietta" è poco più di un nome buttato lì da Romeo; le spettano scene di sesso molto esplicite con l'impresario Burbage. Per chi avesse visto in tv "Doc Martin", l'interprete del dottore inglese è Martin Clunes, che qui vediamo esattamente vent'anni prima di quei telefilm. Simon Callow è Tilney, "master of the Revels", una specie di ministro dello spettacolo che riferisce direttamente alla regina e può aprire o far chiudere i teatri, fare censura, far arrestare.

Anche qui, prima che in "Anonymous" (2012, regia di Roland Emmerich), la regina Elisabetta è presentata come appassionata di teatro e delle feste, quindi in contrasto con i puritani. La nurse di Viola è Imelda Staunton; la nurse di Giulietta a teatro è invece un attore-clown. Lord Wessex è Colin Firth, non nuovo ai ruoli di principe azzurro bello ma antipatico o noioso. L'attore Edward Alleyn che fu il primo Mercuzio è affidato a Ben Affleck; Christopher Marlowe è Rupert Everett. Anche qui, come poi sarà in "Anonymous", Marlowe è presentato come rivale affermato ma anche come punto di riferimento, e come amico e suggeritore di idee. Sullo sfondo, a Londra, un'epidemia di peste che fa paura e porta anch'essa alla chiusura dei teatri e dei luoghi pubblici.

 

 

 

Nessun commento: